Fondi europei, la Campania in difficoltà.

Ogni 15 giorni, l’Unione Europea mette a bando i Fondi europei Indiretti e Diretti. Ai primi appartengono il Fondo Sociale Europeo (FSE), il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) e Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP). Ai fondi indiretti appartengono quelli che pur venendo finanziati dall’Unione Europea vengono, successivamente, gestiti dagli enti Nazionali, quali il Ministero (PON) e le Regioni (POR).

I fondi diretti vengono gestiti ed erogati direttamente dalla Direzione Generale della Commissione Europea ai beneficiari finali, per dar vita ad un progetto che sia un insieme di attività mirate al raggiungimento di obiettivi predefiniti entro un determinato periodo di tempo con un budget prestabilito, attraverso la partecipazione ai bandi.

I fondi diretti, a loro volta, si dividono in programmi intracomunitari che riguardano le politiche interne di interesse europeo ed in programmi di cooperazione esterna, che promuovono, appunto, la cooperazione fra Stati membri.

Possono partecipare ai Bandi le Pmi (piccole e medie imprese), le Ong (organizzazioni non governative), i Giovani (programma Erasmus ed Horizon), ricercatori, agricoltori, associazioni di volontariato, pro loco, associazioni sportive, liberi professionisti, e quant’altri. È necessario, per presentare il bando alla Direzione Generale ed avere maggior probabilità di approvazione, trovare un partenariato composto da enti di più Stati Membri e che abbia già avuto qualche successo, per inserirlo come capofila nel progetto, gestire la rendicontazione e monitorare i risultati.

È fondamentale sapere che i progetti devono presentare una capacità di innovazione ed un valore aggiunto europeo, ovvero le soluzioni ipotizzate per raggiungere gli obiettivi devono essere validi per più Stati membri. Ma è altrettanto evidente che conta non solo la validità del progetto, ad esempio la capacità di creare posti di lavoro, ma anche la capacità di fare lobbying di chi lo propone.

La Pomerania, piccola regione a nord della Polonia, sulla costa meridionale del mar Baltico, tra i fiumi Vistola ed Oder, sfrutta il 79% (dato riconducibile a novembre 2018) dei Fondi Europei per la politica di coesione, FESR ed FSE. La Campania invece, regione che pullula di storia, arte, cultura e cibo, tra le 20 regioni più visitate d’Europa e quinta in Italia, dopo Toscana, Lazio, Lombardia e Veneto, sfrutta solo il 10% circa (dato riconducibile a novembre 2018) dei Fondi Europei.

La percentuale di utilizzo dei fondi da parte della Campania tuttavia sembra essere in contraddizione con quanto ha scritto qualche giorno fa sul Blog del movimento 5Stelle Barbara Lezzi, ministro per il Sud del governo gialloverde: “posso annunciare con grande soddisfazione che i Fondi europei di sviluppo regionale che dovevano essere rendicontati entro il 31 dicembre 2018 sono stati tutti spesi. Il nostro Paese ha fatto appieno il suo dovere e, dunque, non perderemo neppure un euro”. E’ possibile? Sembra di sì. Infatti la ministra ha spiegato: “Quando a giugno mi sono insediata come ministro per il Sud, sui fondi europei ho trovato una situazione disastrosa. Entro la fine dello scorso anno, infatti, le Regioni del Mezzogiorno avrebbero dovuto rendicontare alla Commissione europea una prima tranche dei fondi Ue per il periodo 2014-2020 (stiamo parlando di oltre 4 miliardi) e, a soli sei mesi da quella scadenza, eravamo lontanissimi dall’obiettivo. I fondi europei sono risorse fondamentali per l’Italia, e il Sud in particolare, che vengono utilizzate per costruire e ammodernare infrastrutture, ristrutturare e riqualificare edifici pubblici, realizzare progetti di ricerca e bonifiche. Se quei soldi non fossero stati rendicontati entro la fine del 2018 sarebbero andati persi definitivamente: l’Europa se li sarebbe ripresi indietro”.

E cosa ha fatto allora il ministro? Ecco il suo racconto: “di fronte a questa situazione allarmante non c’era tempo da perdere e, per prima cosa, ho voluto incontrare a Roma tutti i presidenti di Regione per farmi descrivere la situazione di ciascuna realtà. Poi sono andata direttamente sui territori per verificare l’andamento dei lavori e delle rendicontazioni, sciogliere le principali criticità e dare il mio sostegno, sia per sbloccare procedure che offrendo un supporto tecnico. E’ stata una corsa contro il tempo e all’ultimo respiro che ha visto l’amministrazione centrale e quelle periferiche impegnate fino all’ultimo giorno dell’anno. Lo sforzo è stato ripagato e i risultati sono arrivati”.

Fino a prova contraria, credo che bisogna prendere sul serio Barbara Lezzi e sperare che anche la Campania sia riuscita, sia pure in extremis, a non farsi soffiare i fondi europei.  Fondi che sono anche soldi degli italiani che vanno in Europa come quota del bilancio comunitario e poi parzialmente tornano da noi, se noi sappiamo riprenderceli con progetti validi.