Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’INAIL nei primi nove mesi dell’anno 2018 sono state 945,81 in più rispetto alle 864 denunciate nell’ analogo periodo del 2017 (+9,4%). L’aumento è dovuto soprattutto all’elevato numero di decessi avvenuti lo scorso mese di agosto (rispetto all’agosto 2017) alcuni dei quali causati da incidenti “plurimi”, ovvero quelli che causano contemporaneamente la morte di due o più lavoratori.
Tra gli eventi più tragici di quest’anno si ricordano, in particolare, il crollo del ponte Morandi a Genova e gli incidenti stradali avvenuti a Lesina e a Foggia, in cui hanno perso la vita numerosi braccianti (agosto 2018). Il disastro del Ponte Morandi si riverbera anche sull’analisi territoriale degli infortuni mortali che evidenzia un incremento di 48 casi mortali nel Nord-Ovest (da 212 a 260), di 20 nel Nord-Est (da 215 a 235) e di 15 al Sud (da 188 a 203). Lieve diminuzione al Centro (da 176 a 174), mentre nelle Isole le denunce sono state 73 in entrambi i periodi. A livello regionale spiccano i 25 casi in più del Veneto (da 75 a 100), i 20 in più del Piemonte (da 67 a 87) e i 19 in più di Lombardia (da 114 a 133) e Calabria (da 16 a 35). Seguono Campania (+17), Liguria (+10) e Toscana (+8). Cali significativi si registrano, invece, in Abruzzo (da 47 a 22) e nelle Marche (da 30 a 16). Nel raffronto col 2017 crescono in particolare le vittime maschili, per le quali si registra un +0,7% (da 343.302 a 345.631) rispetto al -0,7% di quelle femminili (da 190.350 a 188.974). L’aumento ha interessato soprattutto i lavoratori extracomunitari (+8,6%) e in misura minore quelli comunitari (+0,5%). Dall’analisi per classi di età emerge come quasi una morte su due abbia coinvolto lavoratori di età compresa tra i 50 e i 64 anni, con un incremento tra i due periodi di 75 casi (da 366 a 441). In aumento anche le denunce che hanno riguardato gli under 34 (da 147 a 171) e gli over 65 (da 65 a 71 casi). Sono diminuite, invece, le morti dei lavoratori tra i 35 e i 49 anni (da 286 a 262).
Per quanto concerne i casi di infortunio denunciati all’Inail, nei primi 10 mesi del 2018, sono stati 534.605, in aumento dello 0,2% rispetto all’analogo periodo del 2017. I dati rilevati al 31 ottobre di ciascun anno evidenziano una complessiva diminuzione degli infortuni occorsi sul posto di lavoro, passati da 454.421 a 454.006 (-0,1%), mentre quelli in itinere, avvenuti cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, hanno fatto registrare un incremento pari all’1,7%, da 79.231 a 80.599.
L’analisi territoriale evidenzia un aumento delle denunce di infortunio nel Nord-Ovest (+0,7%), nel Nord-Est (+1,3%) e al Sud (+0,2%) e un calo al Centro (-1,5%) e nelle Isole (-2,3%). Tra le regioni con i maggiori incrementi percentuali si segnalano la Provincia autonoma di Bolzano (+5,5%), il Friuli Venezia Giulia (+4,3%) e il Molise (+3,9%), mentre i decrementi maggiori sono quelli rilevati alla Provincia autonoma di Trento (-8,8%), alla Valle d’Aosta e all’Abruzzo (-3,8% per entrambi). L’incremento rilevato è legato esclusivamente alla componente maschile, che registra un +0,7% (da 343.302 a 345.631) rispetto al -0,7% di quella femminile (da 190.350 a 188.974). L’aumento ha interessato soprattutto i lavoratori extracomunitari (+8,6%) e in misura minore quelli comunitari (+0,5%), mentre le denunce di infortunio dei lavoratori italiani sono in calo dell’1%. Dall’analisi per classi di età emergono incrementi per la fascia fino a 29 anni (+4,1%) e tra i 60 e i 69 anni (+5,8%). In flessione, invece, le denunce per le fasce 30-44 anni (-3,4%) e 45-59 anni (-0,7%).
Infine, per quanto riguarda le malattie professionali – dopo la diminuzione registrata nel corso di tutto il 2017, in controtendenza rispetto al costante aumento degli anni precedenti – nei primi 10 mesi di quest’anno le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail sono tornate ad aumentare, anche se a un ritmo sempre più decrescente. Allo scorso 31 ottobre, infatti, l’incremento si è attestato al +1,9% (pari a 911 casi in più rispetto allo stesso periodo del 2017, da 48.849 a 49.760). Si tratta di una variazione in linea con quella rilevata per i primi nove mesi (+1,8%), che rispetto al dato di gennaio, quando l’aumento era stato pari al +14,8%, ha mostrato un trend in costante diminuzione nelle successive rilevazioni mensili. L’incremento percentuale maggiore è quello registrato in agricoltura, pari al +3,3% (da 9.524 a 9.835). Nei settori secondario e terziario le denunce di malattia professionale sono aumentate dell’1,6% (da 38.736 a 39.368), mentre nel Conto Stato il numero delle patologie denunciate è diminuito del 5,4% (da 589 a 557). L’analisi territoriale evidenzia incrementi delle denunce al Centro (+989), dove si concentra oltre un terzo del totale dei casi protocollati dall’Istituto, al Sud (+516 casi), dove le malattie professionali denunciate sono quasi un quarto del totale, e nel Nord-Ovest (+86). In calo, invece, il dato del Nord-Est (-338) e delle Isole (-342). Relativamente al genere, si rilevano 968 denunce di malattia professionale in più per i lavoratori (da 35.468 a 36.436, pari al +2,7%) e 57 in meno per le lavoratrici (da 13.381 a 13.324, per una diminuzione dello 0,4%). L’incremento ha interessato le denunce dei lavoratori italiani, passate da 45.679 a 46.541 (+1,9%) e quelle dei lavoratori comunitari, da 950 a 1.032 (+8,6%), mentre le denunce dei lavoratori extracomunitari sono diminuite dell’1,5% (da 2.220 a 2.187). Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo (30.352 casi), insieme a quelle del sistema nervoso (5.653) e dell’orecchio (3.802), nei primi 10 mesi di quest’anno hanno continuato a rappresentare le prime tre malattie professionali denunciate e sono pari all’80% del totale. Seguono le denunce di patologie del sistema respiratorio (2.208) e dei tumori (2.036).