Romagna terra di poeti ed Eroi, di inventori e lavoratori. Terra resiliente. Un mix che ha reso questa terra solatìa da secoli. Qui il sociale cammina con l’ambiente in una coesione proficua per tutti ma … C’è sempre un ma. La situazione geopolitica internazionale, le condizioni economiche europee si riflettono da diversi anni anche qui. La Romagna ha resistito, forse più a lungo di altre regioni, alle influenze pesanti della situazione generale. Oggi continua a resistere con la resilienza che le appartiene ma con sempre maggiore difficoltà. Le problematiche che appartengono a tutto il territorio nazionale, mancanza di lavoro per giovani e meno giovani, criminalità, immigrazione e molto altro, trovano qui un impatto più lento ed ammortizzato da una struttura sociale ed economica che fin qui aveva trovato modalità di assorbimento. Oggi però gli ammortizzatori sono fiaccati dal perdurare di questa situazione. Questo è certamente il problema più impellente da affrontare. Molte Aziende, piccole e medie, che qui da sempre sono cresciute, facendo crescere il territorio, oggi si trovano in grande difficoltà pur avendo molto lavoro. Difficile a credersi eppur è così. Il vero problema è il non riuscire ad incassare il dovuto non l’assenza di ordini/lavoro. Un sistema di tassazione nazionale/locale che chiede prima che sia stato incassato alla fine ferma la macchina. Non solo. Aumenta il senso di tassazione trasformando il dovere in un giogo che va eluso. Il perdurare della criticità logora poi anche gli aspetti migliori del territorio. Qui la cooperazione, il volontariato e il senso di appartenenza alla cosa pubblica sono, da sempre, componenti inscindibili di chi ci vive ma che, al giorno d’oggi risentono, di riflesso certamente, della situazione generale. Solo nel momento della necessità impellente si risveglia quell’essere gli uni per gli altri che, da sempre, contraddistingue gli italiani, in generale, ed i romagnoli, in particolare. Tutto ciò vuol dire che ancora ci sono questi elementi nel DNA, ma sono sopiti, addormentati, anestetizzati dal peso delle difficoltà quotidiane e dall’amarezza di non riuscire ad uscirne. Dobbiamo riscoprire il senso di appartenenza, il sentire la res-pubblica come proprietà di tutti senza demandare ad una socialità fintamente distaccata che sembra essere di altri e non nostra. Conapi Ravenna, così giovane rispetto a realtà similari radicalizzate da sempre, sta con fatica ed impegno cercando di inserirsi in questa situazione. Nel suo piccolo è riuscita a riunire sotto la propria egida, un gruppo di ditte individuali, da anni in ordine sparso e per questo vessate, per affrontare un rinnovo contrattuale importante che se, come sembra, dovesse riuscire nell’intento, darà nuova spinta a settori economici ed imprenditoriali decisamente sofferenti. Con la formazione di cui al d.lgs. 81/08, e non solo, Conapi Ravenna è riuscita ad attivare una serie di micro progetti che hanno vinto un bando comunale, portando così la formazione anche all’interno della Casa Circondariale. Evento decisamente raro se non unico. Almeno a livello locale. Individuare nuovi spazi di attività è fondamentale per riuscire a trovare uno spazio lavorativo per crescere. Uscire dagli schemi del già fatto o del sempre fatto così. Una visione laterale del mondo del lavoro locale è forse l’unica soluzione per non soccombere. Difficilissimo e faticosissimo poiché contemporaneamente va tenuto aperto il vecchio che non rende e appesantisce. Il futuro è ancora tutto in salita. Le soluzioni più grandi non sono in nostro potere ma fare la propria parte, questo si. Noi ci proviamo. Per tutto il resto, “del doman non v’è certezza“.
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