Lavoro femminile, il Mezzogiorno ultimo in Europa ma con forte vitalità imprenditoriale

Il tasso di occupazione femminile italiano del 48,1% colloca il nostro Paese al penultimo posto tra i Paesi europei nella classifica dei tassi di occupazione delle donne dai 15 ai 64 anni con 13,2 punti percentuali di differenza rispetto alla media europea (61,3%). Peggio di noi, solo la Grecia con il 43,3% di donne occupate. Ma il vero e proprio disastro occupazionale femminile è nel Sud Italia, dove, secondo i dati Eurostat riferiti ai tassi di occupazione nelle regioni europee nel 2017, quattro Regioni hanno il primato negativo a confronto con il resto dell’Europa:  la Sicilia con appena il 29,2 per cento di donne lavoratrici tra i 15 e i 64 anni occupato, la Campania ferma al 29,4, la Calabria, al 30,2 e la Puglia, con 32 per cento di donne occupate.

Anche per l’occupazione femminile emerge drammaticamente il divario economico tra Nord e Sud, in un’Italia che si presenta tutt’altro che unito, con un Sud sempre più colpito da disoccupazione e povertà. In base ai dati Svimez, infatti, il tasso di disoccupazione femminile nel 2017 era il 21,9% al Sud e il 9,1% al Centro Nord. Ma se si guarda alle giovani donne, tra 15 e 24 anni, il divario è ben più ampio: addirittura 55,3% nel Mezzogiorno e 27,7% nelle regioni centrali e settentrionali.Nonostante questo quadro desolante, che lascia ai margini del mondo del lavoro quelle che potrebbero essere le migliori risorse al servizio della società, e, probabilmente, proprio per reagire ad  una società che non crea i necessari strumenti per favorire il lavoro delle donne, si assiste alla crescita dell’imprenditoria femminile in Italia, con un aumento di oltre 10mila nuove imprese iscritte al Registro delle Camere di Commercio a fine 2017 rispetto all’anno precedente (quasi 30mila in più rispetto al 2014): lo rileva l’Osservatorio per l’imprenditorialità femminile di Unioncamere e InfoCamere. Nel complesso, le attività produttive a conduzione femminile hanno superato la quota di un milione e 331mila unità, pari al 21,86% del totale delle imprese: un dato che fa emergere la grande vitalità imprenditoriale delle donne e che inorgoglisce, particolarmente nel Mezzogiorno. Le imprese femminili nel Sud rappresentano ben il 36% del milione e 316mila imprese femminili registrate nel nostro Paese. I settori nei quali le imprese femminili sono più attive sono il settore turistico e quello dei servizi,  seguono i settori delle attività professionali, scientifiche e tecniche, il noleggio, le agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese, la sanità e l’assistenza sociale, l’istruzione e le attività artistiche, sportive e di intrattenimento.
Le istituzioni, centrali e regionali, sostengono l’imprenditoria femminile. L’Agenzia per lo Sviluppo Invitalia propone le seguenti misure: Resto al Sud, una misura che ha l’obiettivo di sostenere le nuove attività d’impresa avviate dalle giovani imprenditori del Sud Italia ed è destinata ai giovani tra i 18 e i 35 anni (36 non compiuti) delle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia con incentivi del 35% a fondo perduto e del 65% con finanziamento bancario da restituire tasso agevolato; Smart & Start, che ha lo scopo di sostenere la crescita delle start up innovative di piccole dimensioni (costituite da non più di 60 mesi) in tutta Italia grazie a finanziamenti compresi tra i 100mila e il 1,5 milioni di euro (una parte a fondo perduto, ma solo per le regioni del Sud, una parte a tasso agevolato); Nuove imprese a tasso zero, che si rivolge alle donne e ai giovani dai 18 ai 35 anni (36 non compiuti) col desiderio di diventare imprenditori, una misura che prevede agevolazioni a tasso zero di imprese (o persone fisiche) con spese fino a 1,5 milioni di euro. Il finanziamento può coprire fino al 75% delle spese totali ammissibili; SELFIEmployment, invece, prevede prestiti a tasso zero per l’avvio di piccole iniziative imprenditoriali (in svariati settori) da giovani Neet (che non studiano né lavorano).

Anche l’Unione Europea prevede programmi a sostegno dell’imprenditoria femminile: COSME 2014-2020 intende sostenere azioni volte a migliorare le condizioni quadro per la competitività e la sostenibilità delle imprese dell’UE, in particolare delle PMI, in modo da rendere più efficaci, coerenti e coordinate le politiche nazionali e regionali in materia. In particolare, esso si prefigge l’obiettivo di migliorare l’accesso ai finanziamenti delle PMI nella loro fase di avvio, di crescita e di trasferimento, e promuovere un contesto economico ed una cultura imprenditoriale che ne favoriscano lo sviluppo, anche riducendo gli ostacoli alla creazione di imprese.

La questione fondamentale è rendere più semplici, economici ed accessibili i programmi esistenti e creare strutture di contatto per le aspiranti imprenditrici che possano facilitare la nascita di nuove imprese.  Su questo bisogna lavorare ancora molto e portare avanti politiche, di rilievo europeo, a ciò finalizzate e, in tale ottica, occorre cambiare profondamente le attuali istituzioni europee.

Per questo le elezioni europee del maggio 2019 saranno un’occasione imperdibile per costruire un’Europa più vicina al popolo, ai lavoratori e al mondo delle imprese.