“…Manto fu, che cercò per terre molte;
poscia si puose là dove nacqu’io;
onde un poco mi piace che m’ascolte…”
Così Dante narra, per bocca di Virgilio, nella sua “Divina Commedia” la storia della fondazione della città da parte dell’ indovina Manto.
Mantova fondata da una strega dunque, Mantova come Camelot, Mantova magica e misteriosa…
Uno scrigno di tesori d’arte che nomi famosi nel mondo seppero riempire di opere preziosissime; Mantegna, Pisanello, Giulio Romano, Leon Battista Alberti, Fancelli, Leonardo da Vinci, Tiziano, l’Ariosto il Tasso, l’Aretino. Questi sono solo alcuni dei personaggi passati da Mantova – che arricchirono la sua indiscussa dignità culturale – ma la lista è ancora lunga e lascerà meravigliati anche i più cinici.
Mantova, città antichissima affonda le sue origini ancor prima del periodo etrusco (tracce di insediamenti etruschi sono presenti presso gli scavi del “Forcello” all’uscita del casello di Mantova sud), fu però in epoca comunale che acquisì la sua prerogativa di città fortificata con rilevanti palazzi di epoca medievale. La città tuttavia conobbe il suo periodo di massimo splendore in epoca rinascimentale: sotto la signoria dei Gonzaga, Mantova, divenne uno dei principali centri del Rinascimento italiano ed europeo. Principali testimonianze di quest’epoca sono il Palazzo Ducale con il Castello di San Giorgio e la famosa Camera degli Sposi affrescata dal Mantegna, la Basilica di Sant’Andrea progettata da Leon Battista Alberti e Palazzo Te, luogo di svago dei Gonzaga, edificato e decorato da Giulio Romano. Città d’arte di prima grandezza, l’intero centro storico di Mantova è, assieme a Sabbioneta, Patrimonio mondiale dell’umanità.
Nominata Capitale italiana della cultura per il 2016, è l’unica città, intesa come museo urbano diffuso, presente sulla piattaforma Google Arts & Culture, con più di 1.000 opere digitalizzate, 40 mostre virtuali allestite in 8 differenti musei virtuali.
Inoltre, secondo quanto riportato nel rapporto di Legambiente “Ecosistema Urbano 2017”, la città si è classificata al primo posto nella classifica delle migliori città italiane per qualità dell’ambiente e della vita.
La provincia mantovana è un triangolo di Lombardia incuneato tra Veneto ed Emilia Romagna. Le colline Moreniche a Nord a due passi dal Lago di Garda, una fitta rete di fiumi e canali e la fertile, immensa pianura agricola, 70 comuni distribuiti su una superficie di 2.238 Kmq, dei quali il 92% è pianeggiante: questi sono gli elementi caratteristici della provincia di Mantova. I piatti profili della Pianura Padana sono solcati in territorio mantovano da 7 fiumi: Po, Mincio, Chiese, Oglio, Secchia, Tiene e Tartaro. Mantova è una provincia a inclinazione tipicamente agricola. Gli itinerari turistici che la provincia offre sono vari e possono abbinare all’elemento naturalistico, quello -veramente unico- storico/artistico e perché no, enogastronomico, regalando ad un pubblico “buongustaio” grandi piaceri del palato.
Il territorio della provincia di Mantova è strategico e ricco di risorse. L’aver costituito per secoli una realtà che si è confrontata al pari con regni e imperi testimonia l’importanza della nostra area.
F.M.P.I. Conapi è fortemente radicato nel territorio avendo saputo cogliere, nel corso degli anni,anche a collaborazioni di indubbio spessore professionale i cambiamenti della società mantovana integrando le competenze trasversali con le conoscenze disciplinari e tecniche. Pertanto, obiettivo e finalità del punto F.M.P.I. Conapi di Mantova, istituito presso lo Studio Serio, è investire sull’unica risorsa davvero rinnovabile: il capitale umano. Dietro al lavoro, c’è una persona che lavora e troppo spesso tutto ciò viene dimenticato per lasciare spazio ad una mera logica di lavoro inteso unicamente come “produzione”, come prestazione, come tecnica, come mera razionalità. Oggi la sicurezza del lavoro è ritornata al centro dell’attenzione secondo nuove modalità. Il sistema istituzionale e quello sociale sono giunti alla conclusione che, malgrado le ultime resistenze, non sia più possibile ambire ad essere partner di società internazionali, mirare alla qualità, orientare le organizzazioni al cliente in una situazione di arretratezza legislativa, culturale e progettuale. Entra in gioco il “fattore umano” e la “verifica sul campo” dell’importanza di fattori psicosociali per l’aumento della produttività: senso di appartenenza al gruppo, coesione, ecc. E’ evidente che questo approccio –di tipo psico-sociologico – mette in assoluta preminenza l’importanza, all’interno di qualsiasi forma di organizzazione, della COMUNICAZIONE.
Al COSA si comunica, affinché un’organizzazione produca i migliori risultati, si aggiunge, anzi assume un livello d’importanza assoluta, il COME si comunica. Tale ampliamento di orizzonti ha consentito di affinare le metodologie non solo per intervenire in casi di rottura degli equilibri “uomo-ambiente”, ma per programmare progetti di formazione e sensibilizzazione sui temi della sicurezza.