Fonti Energetiche Rinnovabili

La salute del pianeta è, ormai da tempo, una tematica di cogente attualità.

Dopo la seconda rivoluzione industriale, i sempre più complessi sistemi produttivi hanno richiesto quantità di energia via via crescenti con conseguente consumo di enormi quantità di carbone e altri combustibili fossili; ciò ha determinato un inquinamento atmosferico senza precedenti. In particolare, sono preoccupanti le quantità sempre maggiori di CO2 che è uno dei principali responsabili del cosiddetto effetto serra.

Già alla fine del secolo scorso, quasi tutti gli Stati industrializzati hanno cominciato a disciplinare le questioni ambientali, fino ai recenti accordi a livello planetario, come il Protocollo di Kyōto, dell’11 dicembre 1997, sottoscritto da più di 160 paesi in occasione della Conferenza COP3 della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.

Il concetto di sviluppo sostenibile che prevede, fra le altre cose, di ridurre quanto più possibile il ricorso alle tradizionali fonti energetiche a vantaggio delle fonti cosiddette rinnovabili. In particolare, per evitare che i cambiamenti climatici raggiungano livelli pericolosi, la comunità internazionale ha concordato che la temperatura media del pianeta non deve superare di 2°C quella registrata nel periodo preindustriale.

L’UE si adopera attivamente per conseguire, entro il 2030, i seguenti risultati:

  • riduzione almeno del 40% delle emissioni di gas a effetto serra (rispetto ai livelli del 1990);
  • una quota almeno del 27% di energia prodotta da fonti rinnovabili;
  • un miglioramento almeno del 27% dell’efficienza energetica.

L’obiettivo più a lungo termine è la decarbonizzazione dell’intero sistema produttivo.

In Italia, secondo le previsioni dello studio New Energy Outlook 2018 realizzato da Bloomberg, la rivoluzione dovrebbe essere più veloce: entro il 2030 le fonti di generazione eolica e solare riusciranno a garantire il 90% del fabbisogno, percentuale che salirà al 100 per cento entro il 2050.

Tra le regioni, a fine 2017, la Lombardia è quella con la più alta concentrazione di potenza installata di impianti FER (Fonti Energetiche Rinnovabili) per la produzione elettrica (15,6% della potenza complessiva a livello nazionale). La Toscana, grazie principalmente allo sfruttamento della risorsa geotermica, è invece la regione con maggior potenza installata nel Centro Italia.

Nel Mezzogiorno la prima regione per potenza installata è la Puglia (10,2% della potenza nazionale); seguono a distanza la Sicilia (6,4%) e la Campania (5,2%). Tali dati sono pubblicati sul sito del GSE (Gestore dei Servizi Energetici), nel Rapporto Statistico FER 2017.

Per quanto concerne le nuove installazioni fotovoltaiche, le regioni che hanno registrato il maggior incremento in termini di potenza sono Calabria, Liguria, Piemonte e Sardegna, mentre quelle con il maggior decremento sono Campania, Lazio e Valle d’Aosta.

Nel 2019 è atteso un ulteriore slancio alle installazioni di impianti produttivi da fonti rinnovabili grazie all’imminente pubblicazione in GU del DM FER-1. Tra le novità del decreto si segnalano: l’accesso alle agevolazioni consentito solo ai progetti selezionati a seguito di procedure di asta o registro; il bonus per il fotovoltaico in sostituzione delle coperture in amianto o eternit e maggiori aiuti per l’autoconsumo. Secondo l’art. 1 dello schema, il provvedimento, “in coerenza con gli obiettivi europei 2020 e 2030, ha la finalità di sostenere la produzione di energia elettrica dagli impianti alimentati a fonti rinnovabili: si tratta, nello specifico, dell’energia eolica, idraulica, gas residuati dai processi di depurazione, solare fotovoltaico (manca la geotermia tradizionale).

Non sono da sottovalutare le ricadute occupazionali di tale auspicabile slancio: il Libro Bianco ‘Per uno sviluppo efficiente delle fonti rinnovabili al 2030’ realizzato da Confindustria, con la collaborazione di Ernst &Young e RSE (Ricerca sul sistema energetico, società controllata dal Gestore Servizi Energetici) considera il settore un importante volano di crescita: i benefici cumulati per il sistema paese sono stimati in un incremento del valore della produzione industriale di 226 miliardi di euro (114 miliardi di euro sole Fer elettriche), l’occupazione di 1 milione di lavoratori e un incremento del valore aggiunto per le aziende di 73 miliardi (34 miliardi solo Fer elettriche).