“Narrami o Musa”, così iniziano i poemi omerici.
“Raccontami una storia”, chiedono i bambini prima di addormentarsi.
Il bisogno di raccontare e di raccontarsi esiste sin dagli albori di ogni società e di ogni cultura. Le ragioni di questa esigenza sono diverse.
Raccontare significa ricordarsi di appartenere a un gruppo, a una comunità, ciò vuol dire sentirsi ben inseriti dentro una tradizione che proprio grazie al racconto può essere ereditata dalla generazione precedente e trasmessa a quelle future.
Il bisogno di raccontare rappresenta anche un desiderio di riconoscimento: vuol dire prendere coscienza della propria identità, della realtà che ci circonda, dei propri problemi, delle proprie credenze.
La comunicazione umana in virtù della particolare relazione che in essa si stabilisce tra l’ambiente culturale, il linguaggio, la trasmissione delle conoscenze acquisite e l’apprendimento è molto più raffinata delle altre comunicazioni tra mammiferi.
Non basta pronunciare, scrivere o disegnare per comunicare.
La comunicazione avviene quando arriva al bersaglio, quando è capita e diventa patrimonio comune per la costruzione di una discussione, di un sapere, di una cultura.
Benché il racconto sia una delle più antiche forme di comunicazione, è solo in tempi moderni che è stato rielaborato come strategia di comunicazione efficace e coinvolgente.
Da questo cambio di paradigma non è rimasto fuori il mondo della sicurezza sul lavoro, ammettendo, l’importanza che assume il saper narrare storie e la loro applicabilità.
Quando si sceglie di fare lezione usando il metodo frontale, il formatore può correre il rischio di non centrare il bersaglio. Può succedere che le informazioni essenziali oggetto del corso non siano assorbite dai partecipanti e per tanto si potrebbe creare una situazione di apatia in cui il pubblico non apprezzerà né il docente e né la lezione.
Da un punto di vista comunicativo è importante porre l’accento sia sulle informazioni tecniche che rappresentano l’essenza del messaggio, sia sul “come” vengono veicolati i concetti chiave.
Parlare di sicurezza sul lavoro attraverso il modello della narrazione avvia un processo d’identificazione, aiuta il destinatario a collocare il tema esposto in un ambiente e a definire le cause e gli effetti di un comportamento.
Lo storytelling è uno strumento di comunicazione che fa leva sui sentimenti, sulle emozioni e sul saper raccontare una storia. Il suo compito primario non è quello di voler convincere il pubblico ad “acquistare” qualcosa, bensì quello di emozionarlo e renderlo partecipe, quindi protagonista, di un evento.
E’ un efficace esempio di comunicazione sul tema della prevenzione che si avvicina al discente dolcemente, in punta di piede, coinvolgendolo emotivamente e rendendolo protagonista delle proprie scelte in una situazione di rischio e/o di pericolo.
Il formatore nel campo della salute e sicurezza per riuscire a produrre uno storytelling efficace deve riuscire a dare parola ad una voce, cioè a dare vita ad una o più scene che opportunamente studiate generino un contesto che crei uno o più personaggi.
Sarà l’insieme della storia fatta, delle scene e dei personaggi a dare vita ad una narrazione che dovrà condurre lo spettatore ad una serie di vicende che lo porteranno gradualmente ad immedesimarsi e/o a provare simpatia per i personaggi di modo che si connetta alla narrazione e ne segua con interesse lo sviluppo all’interno di tutta la durata del racconto.
Ciò facendo sarà possibile non solo trasmettere le informazioni, ma anche fare in modo che esse siano ricordate e applicate correttamente.
Il “raccontare”, nei corsi di sicurezza, risponderà per tanto, a un bisogno reale. Gli infortuni sul lavoro, le morti bianche, le varie situazioni di rischio e di pericolo sono realtà che quotidianamente ogni lavoratore si trova ad affrontare.
Tuttavia, la realtà che oggi ogni lavoratore si trova a fronteggiare corre e cambia così velocemente che deve essere raccontata per essere compresa da tutti – pena il rischio di essere imprigionati dal passato, da storie già concluse. In virtù di questo “t’informo”, “ti rendo partecipe” , “ti porto nel cambiamento”, diventano parte essenziale nel processo di formazione, la base di qualsiasi iniziativa che riguardi la promozione della salute e del benessere delle persone e delle società.