TAURASI – “Avere attenzione ai giovani e alle infrastrutture, affiancando ad essa un’idea di società inclusiva ed aperta. Caratterizzarci dal territorio per aprirci e non per chiuderci”. E’ il monito lanciato da Vincenzo Boccia, Presidente di Confindustria che, sabato mattina, ha fatto tappa a Taurasi nell’ambito del convegno, avuto luogo presso Palazzo Ferri-Mazzeo, dal titolo “Rilanciare il Mezzogiorno, ripopolare i borghi del Sud, restituire vitalità ai territori spopolati”. Al tavolo dei relatori, oltre al numero uno della Confederazione generale dell’Industria italiana, anche il governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca e diversi imprenditori che, attraverso le loro testimonianze, hanno arricchito una mattinata in cui il piccolo borgo irpino di Taurasi è divenuto il centro del dibattito nazionale relativo all’emergenza spopolamento che sta riguardando, non solo questa specifica zona della provincia irpina, ma gran parte delle aree interne del Mezzogiorno.
“Le infrastrutture – ha spiegato Boccia nel suo intervento – sono una precondizione di un’idea di società che include giovani e territorio, perché collegano le periferie al centro. L’Italia deve rifiutare di essere periferia d’Europa, ma deve invece candidarsi a diventare, geopoliticamente, centrale fra Europa e Mediterraneo. L’importanza della formazione – dichiara il presidente di Confindustria – resta una delle precondizioni per costruire un paese industriale, unita all’innovazione che va concepita a trecentosessanta gradi. In una nazione come la nostra che, pur avendo la seconda manifattura d’Europa, continua a possedere una cultura antindustriale rilevante”. Quindi, un passaggio sull’attuale crisi: “Le regioni, in Europa e nel mondo, che più hanno reagito, sono quelle industriali. I dati che abbiamo presentato a Cagliari del Rapporto Cerved ci dicono che Puglia e Campania sono quelle che hanno fatto meglio, perché esse hanno una vocazione industriale superiore rispetto alle altre regioni”.
Una questione industriale, connessa anche a quella del lavoro, che pertanto devono essere poste, così come ha evidenziato il numero uno di Confindustria, al centro dell’attenzione del Paese. Boccia cita, nel suo intervento, anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “Termini come sogni e speranza non devono essere confinati alla sola stagione dell’infanzia”. Sul tema delle infrastrutture, il presidente degli Industriali, però, chiarisce: “Abbiamo due questioni. Una di risorse, con la necessità di aprire i cantieri quanto prima perché significa occupazione, l’altra temporale. Non aspettiamo traumi”.
E sul dibattito sul Mezzogiorno: “Abbiamo sottovalutato l’impatto della questione industriale in questa zona del Paese. Ci siamo concentrati sui costi standard, ma abbiamo avuto una distrazione sulla spesa storica che ha danneggiato il Mezzogiorno. C’è bisogno di recuperare senso e spirito della comunità riuscendo a distinguere la questione italiana da quella europea”. Boccia si sofferma anche sulla “frenata” di cui è stata protagonista la nostra economia e la possibile ricetta per il rilancio di essa: “Bisogna constatare che stiamo rallentando e, quindi, reagire. E dovremmo farlo su diversi assi: infrastrutture, risorse e tempi, ma anche credito per le imprese e competitività di quest’ultime, aprendo una grande stagione riformista nell’ambito della campagna elettorale per le europee che cambi il paradigma di pensiero. Non più una politica di saldi di bilancio, ma un’azione che individui strumenti e risorse. Coniugare tradizione e futuro per un Mezzogiorno che reagisce”, chiosa il presidente di Confindustria.
Boccia, infine, ha messo in evidenza anche la correlazione esistente fra ripopolamento ed infrastrutture, imprescindibile per un rilancio del territorio: “Senza di esse non ripopoliamo, aumentando il divario fra le aree forti e quelle deboli, non mettendo in rete il Paese che deve, al contrario, ridurre i divari. Se non mettiamo in campo atti ed azioni di politica economica, corriamo il rischio di arretrare. La parola lavoro deve riassumere la centralità e la priorità della politica economica del Paese”, conclude.