Vorrei partire da un assunto, del tutto personale, che imprenditori si nasce, al contrario del pensiero generale che imprenditori si diventa, ritenendo come la componente genetica e cromosomica dell’individuo, intendendo in tal modo una presunta capacità di ereditare dalle generazioni precedenti caratteristiche comportamentali e psicolologiche, influisca in qualche modo all’avvicinamento della persona ad un profilo imprenditoriale .
Totò sosteneva, in una sua famosa gag, che gli uomini si dividono in due grandi categorie : uomini e caporali . A queste categorie io, senza offendere il valore seppur comico dell’affermazione del grande principe De Curtis, aggiungerei un’ulteriore macro divisione tra persone intraprendenti e persone non intraprendenti.
Questa, forse azzardata, suddivisione mi serve per spiegare quella predisposizione caratteriale e cromosomica ad assumere nella vita ruoli di comando o perlomeno ruoli decisionali.
Mi sembra evidente come per questi ultimi soggetti, già predisposti per natura, accompagnati da una buona educazione e una forte propensione ad imparare, a studiare e acculturarsi, sviluppino nel tempo attitudini proattive e creative.
L’altra componente di persone, direi passiva e meno predisposta alla creatività, evidentemente ha bisogno o necessità per progredire e svilupparsi della figura di chi ha più capacità creative e di intraprendenza.
Chiaramente l’esperienza di vita, l’ambiente in cui si vive , la società esterna completano e arricchiscono le personalità dei due soggetti ove i primi numericamente molto limitati assumeranno sicuramente nella società ruoli imprenditoriali , i secondi ruoli esecutivi , considerando che l’intelligenza e le capacità naturali dell’essere umano hanno le stesse opportunità di sviluppo.
Quindi le due tipologie di soggetti, seppur con differenti caratteristiche , ma con identiche potenzialità e differenti ruoli nel palcoscenico della vita , concorrono allo stesso modo e con uguale dignità a realizzare l’armonia perfetta del Creato.