Sono 900mila le domande presentate sino a questo momento, dai nuclei familiari italiani, per l’ottenimento del Reddito di Cittadinanza. Un numero che corrisponde “a circa 2,7 milioni di persone”, ha sottolineato il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico. “Una cifra – dichiara il dirigente dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale – aumentata di 100mila domande da un mese all’altro (fino a qualche settimana fa, infatti, i numeri delle istanze presentate si aggiravano intorno ad 800mila, ndr.). Penso che in un anno si possa arrivare alla stima di 1,2 o 1,3 milioni di nuclei familiari: se questo è il trend, si arriverebbe a quasi 4 milioni di individui”, ha chiosato il successore di Tito Boeri in un’intervista a Radio Capital.
Il dato relativo alle istanze presentate, tuttavia, sembrerebbe comunque ben al di sotto delle stime iniziali. Al momento, il calcolo complessivo delle domande accolte (le cifre sono ancora parziali in quanto le istanze presentate non sono ancora state totalmente elaborate), si aggirerebbe intorno al 75%, con un tasso di rifiuto delle istanze che sfiorerebbe, di conseguenza, il 25%. Tra le Regioni da cui è giunto il maggior numero di domande, secondo i dati aggiornati allo scorso aprile, figurano la Campania (137.200 richieste) e la Sicilia (128.809). Ed è proprio in queste due aree, fra l’altro, in cui saranno concentrati il maggior numero di “navigator”, i tutor a supporto dei Centri per l’impiego, creati ad hoc, per la misura nazionale varata con il decreto dello scorso gennaio da parte del Governo giallo-verde. In particolare, in Campania, verranno impegnati ben 471 unità (di cui soltanto 274 a Napoli, provincia dalla quale è giunta il maggior numero di istanze), mentre in Sicilia opereranno 429 navigator (al primo, in questo caso, c’è la città di Palermo, con 125). Le selezioni per la ricerca di queste nuove figure professionali sono partite nella metà di aprile scorso e termineranno, ufficialmente, il prossimo 8 maggio.
A creare malumori, invece, specialmente negli ultimi giorni, sono state le notizie, filtrate soprattutto in rete, relative alle cifre mensili degli assegni che, in diversi casi, risulterebbero troppo basse (pari a 40-50 euro) rispetto a quelle stimate in un primo momento (780). L’Inps, con una nota diffusa la scorsa settimana, ha voluto fare chiarezza su questo aspetto evidenziando che, oltre il 70% degli assegni erogati per il Rdc supera i 300 euro mentre, solo il 7%, è compreso nella fascia tra i 40 e di 50 euro. “Quasi 337mila degli importi erogati per il Reddito di Cittadinanza delle prime 472.970 domande elaborate dall’Inps – precisa infatti l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale – superano i 300 euro. Il 50% è compreso nella fascia tra 300 e 750 euro, mentre oltre i 750 euro si attesta il 21% delle somme in pagamento”.
Nelle ultime ore, inoltre, a gettare ulteriore benzina sul fuoco, è stata anche la notizia dell’inserimento, all’ultimo momento, nel decreto crescita di una norma che consentirebbe all’Anpal di selezionare, senza gara pubblica, il software per l’incrocio dei dati tra domanda e offerta di lavoro. Si tratta, nello specifico, di una modifica del decreto legge su Rdc e Quota 100 in base alla quale, l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro, “può procedere autonomamente alla stipula di convenzioni anche con società in house necessarie all’implementazione della piattaforma informativa strutturale all’attività dei centri per l’impiego”. Una norma che aprirebbe, quindi, anche ad eventuali conflitti di interessi e che ha fatto immediatamente storcere il naso a diversi esponenti politici che hanno richiesto chiarimenti, in merito alla questione, al vicepremier e Ministro del Lavoro, Luigi Di Maio. Ad oltre un mese e mezzo dalla partenza delle prime domande, il sussidio per i cittadini al di sotto della soglia della povertà, resta quindi tuttora circondato da diverse certezze ma anche da numerose incognite.