PENSIONAMENTO ANTICIPATO DI SETTE ANNI NELLE GRANDI IMPRESE – LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE NON MERITANO UGUALE ATTENZIONE?

Uno degli emendamenti presentati dai relatori nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, Centemero e Raduzzi, al cosiddetto Decreto Legge Crescita, fa emergere la possibilità, in via sperimentale per gli anni 2019 e 2020, di andare in pensione con 7 anni di scivolo. La proposta di modifica introduce il ‘contratto di espansione’ che consente alle imprese con un organico superiore a 1.000 unità, che intendono avviare processi di reindustrializzazione e riorganizzazione, di adottare particolari misure, come la possibilità ”per i lavoratori che si trovino a non più di 84 mesi dal conseguimento della pensione” di vedersi riconosciuta un’indennità ”commisurata al trattamento pensionistico lordo” maturato al momento della cessazione del rapporto di lavoro.

In sostanza la possibilità di lasciare il lavoro anticipatamente è riservata, secondo tale proposta, solo ai lavoratori delle grandi imprese con un organico superiore a mille unità.

Piove sul bagnato!

Si badi bene, il sistema imprenditoriale italiano si fonda essenzialmente sulle Piccole e Medie Imprese e costituiscono una realtà quantitativamente assolutamente rilevante – su 4.338.766 imprese, 4.335.448 (il 99,9%) sono, infatti, piccole e medie imprese –

Le Piccole e Medie Imprese non solo costituiscono numericamente l’ossatura del sistema produttivo nazionale, ma anche il loro contributo in termini di occupazione è elevatissimo impiegando, infatti, oltre l’81% degli occupati.

A questo punto la Confederazione Nazionale Artigiani e Piccoli Imprenditori (Co.N.A.P.I.) è costretta a porre a sè stessa, ai propri associati, al mondo produttivo e a quello politico alcune domande: solo le grandi imprese (le solite note) in Italia sono impegnate in processi di reindustrializzazione e riorganizzazione? Solo le grandi imprese hanno in animo di avviare uno strutturale sviluppo tecnologico delle proprie attività tale da consentire la stipula del “contratto di espansione” con il Ministero del Lavoro e le associazioni sindacali?

Non è così!

La Confederazione Nazionale Artigiani e Piccoli Imprenditori (Co.N.A.P.I.), consapevole che il nostro Paese è leader tra i maggiori Paesi dell’Unione Europea per l’importanza e rilevanza del sistema produttivo e occupazionale collegato alle PMI, fa voti alla Commissione Bilancio e Finanze della Camera e all’intero arco delle forze politiche presenti in Parlamento di estendere tale possibilità anche ai dipendenti delle PMI.

                                                                            A cura dell’Ufficio Stampa