Le proposte relative al quadro finanziario pluriennale (QFP) per il 2021-2027 hanno delineato il quadro di bilancio ed i principali regolamenti recanti il quadro legislativo della PAC per il periodo 2021-2027, insieme a una valutazione di impatto degli scenari alternativi per l’evoluzione di tale politica.
E’ da tener presente, comunque, che l’ultima riforma della PAC è stata attuata nel 2015. Da allora il contesto della produzione agricola si è modificato in modo significativo ed i prezzi agricoli sono scesi in modo evidente e sostanziale. Ma la trattativa sulla Politica Agricola Comune (PAC) parrebbe essere piuttosto complessa e preoccupante. Tale preoccupazione ha inoltre suscitato un dibattito politico sulla questione riguardante il possibile taglio dei fondi europei anche nel comparto dell’agricoltura nei prossimi anni. Un’ ipotesi da scongiurare e che sarebbe assolutamente inaccettabile, anche alla luce dei nuovi impegni per la sostenibilità ambientale richiesti alle imprese e del necessario rilancio del settore.
Infatti, la proposta della Commissione Ue prevederebbe un taglio di 5,1 miliardi di euro al mondo rurale del nostro Paese.
Nel settennato 2014-2020 l’Italia ha ricevuto 41,4 miliardi di euro: 27 miliardi per i pagamenti diretti; 10,5 miliardi per il Programma di Sviluppo Rurale (Psr) e 4 miliardi per l’Organizzazione Comune dei Mercati (Ocm).
Nel periodo 2021-2027 si scenderebbe a 36,3 miliardi di euro: 24,9 miliardi in pagamenti diretti; 8,9 miliardi per il Programma di Sviluppo Rurale e 2,5 miliardi per le misure di mercato Ocm.
La proposta in discussione prevede che i fondi destinati a finanziare la Politica Agricola Comune, ammontino a 365 miliardi di euro per il 2021-2027, pari a circa il 30% del budget dell’Unione, con una riduzione del 5 per cento rispetto all’ultima programmazione.
Per l’Italia i numeri rischiano di essere ancora più indigesti: secondo i calcoli della Commissione Ue, nel periodo 2021-2027 all’Italia arriverebbero 24,9 miliardi in pagamenti diretti, 8,9 miliardi per lo sviluppo rurale e 2,5 miliardi per le misure di mercato Ocm.
Il rischio che grava sulle aziende italiane è tale da mettere in luce anche una possibile ricaduta sulle singole colture con possibili livelli di rischio per ogni comparto di prodotto (l’olivicoltura è in cima a tale speciale classifica).
Indirizzare meglio il sostegno verso le aziende agricole di piccole e medie dimensioni e le zone svantaggiate può contribuire a conservare una maggiore attività agricola su tutto il territorio, rafforzando il tessuto socioeconomico delle aree rurali contribuendo, in questo modo, a limitare e mitigare l’erosione dei terreni ad uso agricolo a vantaggio, purtroppo, di una cementificazione dei suoli estremamente aggressiva.
Spetterà al nuovo Parlamento europeo ed al Consiglio valutare, sulla base della procedura legislativa ordinaria, gli schemi di regolamento per la loro successiva approvazione entro il 2019, al fine della loro entrata in vigore a partire dal 2021 e respingere eventuali meccanismi dannosi. Per questo, l’augurio da fare è che il Parlamento Europeo, sollecitato dai singoli parlamentari nazionali, aiuti l’agricoltura ed il suo mondo rurale di riferimento a continuare ad essere l’asset economico più importante dell’intero sistema produttivo europeo. L’Italia, per l’importanza che ha l’agricoltura per la sua economia e per il suo “made in Italy”, dovrà essere in prima fila per tentare di evitare una diminuzione delle risorse.
