Il mercato delle app esplode: nel 2021 potrebbe essere la terza economia mondiale!
Il mercato delle applicazioni digitali è un settore in continua crescita e sembra destinato a espandersi ulteriormente nei prossimi anni, anche grazie al boom degli smartphone nei mercati emergenti e il conseguente maggiore uso delle applicazioni.
Si stima che nel 2021 saranno 3,5 trilioni (miliardi di miliardi) le ore che si trascorreranno ad interagire con le applicazioni digitali mentre nel 2016 le ore trascorse nell’utilizzo delle app è stato pari a 1,6 trilioni.
Nel 2008 tale mercato era ancora inesistente ma già nel 2016 il suo giro di affari ammontava 1.300 miliardi di dollari (indotto compreso) e si prevede che, nel 2021, l’economia che ruota intorno alle app potrebbe diventare la terza a livello mondiale con 6.350 miliardi di dollari, e una crescita del 385% rispetto al 2016. Tale previsione è stata formulata da App Annie, una delle più importanti società di ricerca mobile che traccia milioni di app installate sui nostri smartphone nel suo report annuale denominato “The State of Mobile 2019”.
Inoltre, nei Paesi asiatici,grazie al boom degli smartphone, nel 2023 il numero di utenti arriverà a 6,3 miliardi.
Secondo una ricerca sponsorizzata da Mozilla e condotta dal gruppo britannico Caribou Digital il 95% del giro d’affari di Google Play e App Store è concentrato in soli dieci Paesi e l’81% degli sviluppatori vive in economie ricche. I mercati emergenti convogliano, invece, appena l’1% del giro d’affari.
Cina e Stati Uniti oggi si spartiscono il primato nella spesa sulle app e sono cinesi e americani anche coloro che più usufruiscono delle applicazioni.
Le app più scaricate riguardano giochi, business, istruzione, stile di vita. A seguire troviamo le app relative a intrattenimento, viaggi, libri, salute e fitness, cibo, produttività, musica, finanza, foto e video, sport, social network, notizie, shopping.
Il grosso degli sviluppatori di app si trova in poche aziende e si concentrano soprattutto in America, Cina, Regno Unito, Giappone, Russia, Germania, India. L’Italia è solo 19esima, colpa anche della lingua perché il 90% delle app italiane non va fuori dai nostri confini.
App Annie uQAAfotografa il mercato delle app nel 2018 e lancia interessanti previsioni per il 2019: attualmente i download complessivi negli store di Android e Apple iOS sono pari a 194 miliardi, mentre gli utenti hanno speso per app e giochi ben 101 miliardi di dollari. La valutazione per le società che hanno il mobile come “core” aziendale nel 2019 è inoltre cresciuta del 360%.
E’ curioso notare come la generazione Z (ovvero i giovani di età compresa tra i 16 e i 24 anni) trascorra più tempo su app generiche che sui giochi mentre avviene il contrario per gli over 24.
Lo scorso anno sono stati superati i 194 miliardi di download, con un incremento del 35% rispetto al 2016. La Cina detiene il primato nei download (50%). Crescono invece più lentamente i mercati più maturi, come ad esempio quello statunitense, che hanno però migliori indicatori in termini di “engagement”, quindi di tempo utilizzato per giocare e soldi spesi.
Ai primi cinque posti per numero di ore spese sulle app ci sono ben tre mercati emergenti come Indonesia, Thailandia e Brasile. In Indonesia, ad esempio, la media è di circa 4 ore sullo smartphone, mentre in mercati più maturi come quello del Canada o degli USA, la media è di circa 3 ore.
Ma il vero motore della crescita è il “mobile commerce”, ossia l’acquisto online tramite smartphone, cui si unisce l’utilizzo del telefonino per pagamenti in negozi fisici. Anche in questo caso, a guidare la spesa sulle app sono Cina e Stati Uniti, sia per quanto riguarda i negozi digitali sia sul fronte degli acquisti tramite applicazioni. Rispetto agli Statunitensi, però, i Cinesi sono molto più inclini a fare la spesa con lo smartphone (tre a uno), doppiamente più propensi a trasferire denaro usando una app e ben quattro volte più favorevoli a spendere parte del proprio reddito via mobile.
È davvero incredibile come il mercato globale delle App stia rivoluzionato l’economia globale, interconnettendo il reale con virtuale e strutturando un rapporto di interdipendenza tra ‘i due mondi’.