Ecomafia, il triste primato del Sud

Nell’Italia del cemento selvaggio, dei reati ambientali e degli illeciti connessi al ciclo di rifiuti e al settore agroalimentare, ancora una volta, il triste primato, resta quello conquistato dal Mezzogiorno. Sono, infatti, ben quattro le Regioni del Sud (Campania, Calabria, Puglia e Sicilia) in cui si sono verificati quasi la metà (il 45%, pari a 12.597 infrazioni totali). I numeri sono quelli diffusi dal rapporto “Ecomafia – Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia” realizzato da Legambiente e presentato, solo pochi giorni fa, a Roma.

In questa speciale classifica primeggia, soprattutto, la Campania, in cui gli illeciti ambientali (i dati sono riferiti all’anno 2018) toccano quota 3862. Un numero decisamente elevato (il 14,4% sul totale nazionale) con la provincia di Napoli che si conferma, ancora una volta, al primo posto con 1360 illeciti registrati. Non se la passano bene, comunque, neanche le altre regioni del Mezzogiorno: in questa voce del dossier, subito dietro la Campania, ci sono le già citate Calabria (3.240), Puglia (2.854) e Sicilia (2.641).

Altro aspetto di grande importanza messo in evidenza dal rapporto resta, certamente, quello legato all’abusivismo edilizio, definito dalla stessa Legambiente come “una piaga per il Paese”. Anche in questo caso, il Sud Italia, recita il triste ruolo di protagonista. Il dossier, richiama, difatti i numeri del Cresme (Centro di ricerche economiche, sociologiche e di mercato) dai quali si evince che, nel 2018, “il tasso di abusivismo si aggira intorno al 16%, considerando sia le nuove costruzioni sia gli ampliamenti del patrimonio immobiliare esistente”. In tutta Italia, quindi, si continua a costruire abusivamente, con solo il 19,6% degli immobili colpiti da un ordine di demolizione che sono stati, realmente, abbattuti.

Dati interessanti emersi dal rapporto redatto da Legambiente riguardano, inoltre, anche il traffico illecito di rifiuti. Dal febbraio 2002 al 31 maggio 2019 sono, infatti, ben 459 le inchieste condotte e chiuse dalle Forze dell’Ordine utilizzando il delitto di organizzazione di traffico illecito di rifiuti. Le indagini hanno coinvolto 90 Procure, con oltre 9000 persone denunciate e 2023 arrestate. Le operazioni hanno coinvolto, complessivamente, quasi 2000 aziende e 46 stati esteri: 54 milioni, invece, le tonnellate di rifiuti sequestrati.

Capitolo corruzione, ovvero quello che rappresenta lo strumento principale per aggirare regole e controlli in materia di tutela ambientale. Nel periodo compreso fra il mese di giugno 2018 ed il 31 maggio del 2019, ammontano a 100 le inchieste rilevate dal report sulle Ecomafie di Legambiente. Anche in questo caso è il Mezzogiorno (dove si sono registrate il 43% delle indagini sul totale nazionale) ed in particolare Sicilia (21), Campania (9) e Calabria (8) a primeggiare, nonostante il Lazio sia la regione in cui sia stato censito il numero maggiore di inchieste. Da sottolineare, ancora, che sempre nel 2018, 23 amministrazioni comunali sono state sciolte per mafia, con gran parte degli esecutivi che avevano sede in Comuni del Sud Italia.

Crescono, in maniera rilevante, anche i numeri relativi alle illegalità registrati nel settore dell’agroalimentare (che hanno toccato quota 45mila infrazioni, più del 35% rispetto all’anno precedente a cui fa riferimento il dossier) con una media di 123 al giorno. Illeciti, questi ultimi, registrati specialmente nei confronti “made in italy” e che producono un giro di affari, se solo si tiene conto dei prodotti posti sotto sequestro, di quasi un miliardo e mezzo di euro. Aumentano, sempre rispetto, anche i delitti contro gli animali e la fauna selvatica (7291 in totale, con una media di 20 al giorno).

“Con questa edizione del rapporto Ecomafia e le sue storie di illegalità ambientale – ha affermato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – vogliamo dare il nostro contributo, fondato come sempre sui numeri e una rigorosa analisi della realtà, per riequilibrare il dibattito politico nazionale troppo orientato sulla presunta emergenza migranti e far sì che, in cima all’agenda politica del nostro Paese, torni ad esserci anche il tema della lotta all’ecomafie e alle illegalità”.