Un quarto delle imprese italiane, ben 345.000, negli ultimi 5 anni ha puntato sulla green economy. Obiettivo: superare la crisi e affrontare il futuro. Risultato: queste aziende sono oggi più competitive, esportano e assumono di più. A fare il punto della situazione è il rapporto GreenItaly 2018 di Fondazione Symbola e Unioncamere. I dati dicono anche che in Italia si contano 3 milioni di green jobs, il 13% degli occupati di quest’anno, con ben 474.000 nuovi contratti attivati.
Un antidoto contro la crisi, dunque, nonché uno stimolo per agganciare e sostenere la ripresa. Ma anche un fattore di competitività oltre che un’arma in più per contrastare i mutamenti climatici, in linea con quanto indicato dal recente rapporto dell’Ipcc, l’Intergovernmental panel on climate change. Tutto questo è la green economy italiana, grazie a quelle aziende, un quarto del totale, che negli ultimi cinque anni hanno fatto investimenti green. A raccontarlo è GreenItaly 2018, il nono rapporto di Fondazione Symbola e Unioncamere – promosso in collaborazione con il Conai e Novamont, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare – che misura la forza della green economy nazionale (oltre 200 best practices raccontate). Il rapporto è stato presentato a Bologna lo scorso 10 luglio, presso la sede della Regione Emilia Romagna, da Giuseppe Tripoli, segretario generale Unioncamere nazionale.
I dati emersi sono chiari: sono oltre 345.000 le imprese italiane dell’industria e dei servizi con dipendenti che hanno investito nel periodo 2014-2017, o prevedono di farlo entro la fine del 2018, in prodotti e tecnologie green per ridurre l’impatto ambientale, risparmiare energia e contenere le emissioni di anidride carbonica. In pratica, si tratta di un’azienda italiana su quattro, il 24,9% dell’intera imprenditoria extra-agricola. E nel manifatturiero sono quasi una su tre, il 30,7%. Solo quest’anno, anche sulla spinta dei primi segni tangibili di ripresa, circa 207mila aziende hanno investito, o intendono farlo entro dicembre, su sostenibilità ed efficienza.
Perché le aziende investono in economia verde? Dal rapporto emerge che le aziende di questa GreenItaly hanno un dinamismo sui mercati esteri nettamente superiore al resto del sistema produttivo italiano. Con specifico riferimento alle imprese manifatturiere (tra 5 e 499 addetti), quelle che hanno visto un aumento dell’export nel 2017 sono il 34% fra chi ha investito nel green contro il 27% tra chi non ha investito. Queste imprese innovano più delle altre, quasi il doppio: il 79% ha sviluppato attività di innovazione, contro il 43% delle non investitrici. Innovazione che guarda anche a Impresa 4.0: mentre tra le imprese investitrici nel green il 26% adotta tecnologie 4.0, tra quelle non investitrici tale quota si ferma all’11%. Spinto da export e innovazione, cresce anche il fatturato. Tant’è vero che un aumento del fatturato nel 2017 ha coinvolto il 32% delle imprese che investono green (sempre con riferimento al manifatturiero tra 5 e 499 addetti) contro il 24% nel caso di quelle non investitrici.
Non solo. Alla nostra green economy si devono anche 2 milioni 998 mila green jobs, ossia occupati che applicano competenze verdi. Si tratta del 13% dell’occupazione complessiva nazionale. Un valore destinato a salire ancora entro l’anno: sulla base delle indagini Unioncamere si prevede una domanda di green jobs pari a quasi 474.000 contratti attivati, il 10,4% del totale delle richieste per l’anno in corso. Si va da ingegneri energetici ad agricoltori biologici, da esperti di acquisti verdi, tecnici meccatronici a installatori di impianti termici a basso impatto. Nel manifatturiero si sfiora il 15%. Infine, focalizzando infine sui soli dipendenti e scendendo nel dettaglio delle aree aziendali, si nota come in quella della progettazione e in quella di ricerca e sviluppo il 63,5% dei nuovi contratti previsti per il 2018 siano green, a dimostrazione del legame sempre più stretto tra green economy e innovazione aziendale.