Sigarette elettroniche: sono davvero innocue?

Le sigarette elettroniche sono state inventate nel 2003 dal farmacista cinese Hon Link.

Dovrebbero essere l’alternativa alle sigarette tradizionali, che di sicuro fanno male, e sono considerate il modo migliore per smettere di fumare, preferibili a cerotti o gomme alla nicotina.  Di solito, i fumatori scelgono di passare dalla sigaretta classica a quella elettronica nel momento in cui decidono di smettere col vizio del fumo.

Dai dati dell’Osservatorio Fumo Alcol e Droga dell’Istituto Superiore di Sanità, però emerge che il 25,7% di chi ha fatto ricorso alla sigaretta elettronica dichiara di aver diminuito leggermente o drasticamente il consumo di sigarette tradizionali. Solo il 14,4% ha invece smesso grazie alle sigarette elettroniche.

A quanto pare, i vantaggi effettivi si hanno nel momento in cui si smette di essere fumatori di tipo duale, cioè quelli che alternano la sigaretta tradizionale a quella elettronica, e si passa completamente a quest’ultima.

Il primo effetto, che si riscontra già dalle prime settimane di “svapo”, è un notevole miglioramento delle capacità respiratorie perché la gola risulta molto meno infiammata e la sensazione fastidiosa di secchezza legata al caldo del fumo e alla presenza di prodotti di combustione sparisce quasi subito. Cala anche rapidamente il senso di oppressione al petto e di irritazione dei bronchi, permettendo di respirare con ritrovata libertà, e di sostenere sforzi più intensi, grazie al recupero rapido del fiato disponibile. Inoltre, si ha un recupero del gusto e dell’olfatto.

Complessivamente esse sembrerebbero molto meno pericolose delle sigarette tradizionali, ma attenzione a non considerarle innocue!

Se da un lato è vero che, non essendoci combustione come nelle normali sigarette, il vapore prodotto non contiene le centinaia di sostanze tossiche e cancerogene che sono invece presenti nel fumo di tabacco, dall’altro, non essendo le e-cig soggette alle regolamentazioni delle tradizionali sigarette perché non contengono tabacco, i produttori raramente specificano le caratteristiche chimiche e le quantità delle sostanze contenute nelle cartucce con dentro la nicotina liquida.

Un recente studio pubblicato sulla rivista Environmental Science: Processes & Impacts della Royal Society of Chemistry ha evidenziato che, nel vapore emesso dalle sigarette elettroniche, vi è una considerevole presenza di nichel, titanio, cromo e argento.

Dopo un uso intensivo di sigarette elettroniche sono stati riscontrati effetti acuti sui polmoni attribuibili al glicole propilenico. Inoltre, il vapore contiene particelle di dimensioni comprese fra 100 e 600 nm, il 12% delle quali raggiunge gli alveoli polmonari. Al riguardo, è di pochi giorni fa la notizia della morte di una persona americana che si è spenta per le conseguenze di una malattia ai polmoni che potrebbe essere attribuita all’uso di questi dispositivi. Ma secondo il professor Francesco Cognetti, direttore del reparto di Oncologia medica dell’Istituto nazionale tumori Regina Elena e presidente della Fondazione Insieme Contro il Cancro, bisogna essere molto cauti nel trarre conclusioni azzardate perché ci sono diversi tipi di malattie ai polmoni ed è difficile stabilire una correlazione fra questo singolo caso e l’uso di e-cig.

Il mercato nazionale di sigarette elettroniche è in espansione soprattutto via del loro uso da parte di giovani e giovanissimi.  Gli “svapatori” sono 1,3 milioni, il 67,8% dei quali però sono fumatori duali.

La crescita costante del settore delle sigarette elettroniche si deve anche alla possibilità di acquistare sia i dispositivi elettronici sia le ricariche tanto nei negozi fisici quanto online, tramite siti collegati a rivenditori autorizzati specializzati del settore.

Proprio mentre c’è un mercato in continua espansione, bisogna tenere conto del tema (discusso) dell’efficacia delle e-cig per smettere di fumare e, soprattutto, della scarsità di informazioni sui loro effetti a lungo termine: quindi è consigliabile tenere alta la guardia!