I TEMPI, I CONTENUTI, LA FORMA DELL’ARTE CHE CURA

Ormai, si sa, l’arte può essere strumento di cura per i disagi del proprio animo riuscendo a bilanciare il bene e il male intrinseci nella natura umana. E lo fa, a mio avviso, tra le altre, l’arte astratta.

In Campania, l’arte astratta, o arte contemporanea, trova espressione, anche, nelle opere di Giuseppe Cotroneo, Mario Lanzione e Antonio Salzano. Il lavoro degli artisti campani si presenta come esperienza antropica. Le opere sviluppate trattano geometria e materia, istinto e ragione, spazio, segno, luce, ma anche impulsi emozionali e psicologici, sofferenza e gioia di vivere. Ne risulta un connubio tra materia e spirito, ricordi e umori, passato e presente.

Cotroneo, Lanzione e Salzano presentano un linguaggio in grado di tradurre – mediante il segno o il colore – la “trascendenza” in “esperienza umana”. Nelle loro rappresentazioni, i riferimenti figurativi vengono, in maniera consapevole, sostituiti o deformati dal pensiero, dalla condizione emotiva e dalla fantasia.

L’idea di Lanzione di mettere insieme i due opposti concetti di razionale e irrazionale dell’astrattismo, di assimilare la pittura informale a quella geometrica, trova piena condivisione da parte degli artisti Cotroneo e Salzano. Nel 2013, con la piena approvazione di Vittorio Sgarbi e di Giorgio di Genova, gli artisti si presentano nel panorama dell’arte contemporanea con il progetto denominato GAT Gruppo Astrattismo Totale.

Nell’Astrattismo totale vi è una percezione molto forte dello spazio, inteso come infinito e ignoto, in cui poter immergere lo spirito. In tal modo diventa possibile la ricerca di una verità come punto di equilibrio tra vita e morte, forma e informe, idea e materia, tra forze contrapposte. Un’arte contemporanea rivolta non al mercato ma all’uomo.

Mario Lanzione, docente di arte prima e dirigente scolastico poi, a scuola coinvolge alunni e insegnanti di vario ordine e grado e diverse nazionalità con progetti riguardanti la droga, la violenza, il razzismo, l’ambiente. L’arte come cultura e passione civica: un impegno estetico e sociale che coinvolge.

Le opere di Cotroneo si caratterizzano per gli impasti cromatici insoliti ma convincenti. I motivi dello sfondo sono spesso sublimati con riferimenti naturalistici. Attraverso l’accumulo del colore, capace di liberarsi in spazi tridimensionali e lo scavare dentro la massa materica, l’artista beneventano sembra ricercare nel profondo di sé, in luogo intimo. Una rete di cromatismi assoluti sagomati lascia intendere l’origine e il futuro, la voglia di conquistare lo spazio e di invaderlo pienamente: promessa di un’offerta che travolge.

I lavori di Antonio Salzano, invece, indagano in maniera poetica le strutture della geometria. L’artista giunge all’arte astratta negli anni ’90, dopo una lunga attività disegnativa a matita e a penna e dipinti di vari soggetti. Salzano presenta, con una disciplinata ricerca cromatica, temi legati all’esistere di persone umili, ed eventi di carattere religioso: la sua pittura conduce alla sensibilità e alle qualità umane che a lui appartengono. Visioni d’insieme, metafisico e luoghi dell’anima costituiscono gli scenari costruiti attraverso cromatismi imperanti di blu turchese ed azzurro con riflessi di verde leggero. Nelle opere il colore diventa etereo e trasparente presentando l’interesse per la coscienza e il vissuto, oppure diviene segno, forma e impasto materico mostrando il contatto con la realtà oggettiva.

F. Schelling, filosofo tedesco dell’800, riteneva che soggetto ed oggetto sono una realtà sola, visibile ora in un verso, ora in un altro, comunque non scomponibile. Un principio di polarità che implica una condizione di complementarietà. L’oggettività della realtà è determinata dalla presenza umana come entità fisica, e dagli elementi naturali. La soggettività esiste perché esiste l’uomo.  La tela del pittore, in quanto oggetto amato e curato, diventa azione verso chi soffre umanamente, dedizione verso chi presenta un bisogno. La simbologia, i colori, le forme, la densità del materiale pittorico lascia fluire la creatività del fruitore, quella creatività magari repressa ma necessaria alla psiche. La rappresentazione pittorica può diventare “luogo” capace di animare lo spirito, il “luogo” dove la psiche diventa presente. Lo spazio fisico e psicologico in cui si consumano le emozioni di identificazione con personaggi e situazioni/scenari ha molta importanza, uno spazio che è innanzitutto istituzionale/socializzato, in cui quindi, viene esercitato il controllo sulla distinzione tra immaginazione/esperienza emotiva e realtà.

L’arte pittorica o grafica aiuta a oltrepassare, ad avvicinare in maniera profonda la sofferenza psichica che attiene alla dimensione ontologica, riuscendo a restituire il senso dell’appartenenza a sé. L’arte può far tornare il sorriso, può curare senza l’applicazione di nessuna terapia medica o psicoterapica.

Come educatrice d’infanzia e come esperta della relazione di aiuto amo immergere i bambini nel loro potenziale creativo così come invitarli a “raccontare” il loro “prodotto”, sempre accompagnati dalla mia guida e sostegno empatizzato: il bambino entra in contatto e rivela aspetti della sua personalità stabilendone l’equilibrio. L’esperienza ludica ed estetica ha come prerequisito essenziale il setting che deve essere funzionale ad una educativa orientata allo sviluppo delle potenzialità di ciascuno e di tutti i bambini.