E’il tempo del cuneo…fiscale

Nicola Di Iorio

La Nota di aggiornamento al DEF ha fissato, come si può leggere in altra parte del giornale, le linee guida che il Governo intende perseguire con la Legge di Bilancio 2020, confermando, tra le altre, il taglio del cuneo fiscale facendolo assurgere come la novità più importante in arrivo ma a totale ed esclusivo beneficio dei lavoratori.

Il cuneo fiscale, come è abbastanza e sinistramente noto ormai ai più, è l’indicatore della somma di tutte le imposte che gravano sul costo complessivo del lavoro (sostenuto quindi dal datore di lavoro o dal committente per ottenere le prestazioni del lavoratore dipendente , o del  lavoratore autonomo o libero professionista), in rapporto al costo complessivo del lavoro offerto ovvero la differenza tra stipendio o salario lordo e stipendio netto percepito dal lavoratore, altrimenti conosciute meglio come trattenute fiscali.

In altre parole, se la misura dovesse giungere in porto, dopo le dovute e necessarie approvazioni parlamentari, l’importo dello stipendio netto in busta paga cambierà a favore del lavoratore.

Ovviamente, non è ancora il tempo dei dettagli che saranno rinviati ad un DDL apposito da collegare alla prossima Manovra di bilancio. Tuttavia, come succede di solito in questi casi, emergono continue e numerose indiscrezioni sui possibili beneficiari della misura e su come la struttura della busta paga potrebbe cambiare per effetto del provvedimento.

L’incognita vera, per il momento, si colloca sul doppio fronte dell’importo del bonus fiscale riconosciuto ai lavoratori dipendenti del destino del bonus Renzi di 80 euro a partire nel 2020.

In effetti non è ancora scongiurata l’ipotesi che il credito Irpef di 80 euro, concesso sotto l’egida del Governo a guida Renzi, possa essere assorbito dal taglio del cuneo fiscale, di modo da condurre ad un bonus unico di importo pari a 1.500 euro.

Sembra che il taglio del cuneo fiscale possa int eressare dal 2020 i lavoratori dipendenti che stanno percependo attualmente il cosiddetto bonus Renzi.

I beneficiari, secondo quanto sta faticosamente venendo fuori dalle stanze ministeriali e della presidenza del Consiglio dei Ministri, potrebbero quindi essere i contribuenti con redditi fino a 26.600 euro, con l’importante aggiunta dell’ estensione del beneficio anche agli incapienti che non godono attualmente del bonus Renzi.

L’intervento è tarato, allo stato attuale, unicamente sulle buste paga dei dipendenti ed è stato oggetto di una specifica conferma all’interno della Nota di Aggiornamento al DEF ed approvato in Consiglio dei Ministri, ma ovviamente restano ancora alcuni nodi da sciogliere in particolare rispetto ai tempi di applicazione. In effetti per fronteggiare gli impegni assunti nonostante le scarse risorse disponibili, si va profilando l’ipotesi di avviare la riduzione del cuneo fiscale soltanto a decorrere dalla seconda metà del 2020.

Ma ovviamente la questione più delicata ed importante riguarda l’importo, anche per evitare le distorsioni che si sono avute con il Reddito di Cittadinanza. In effetti gli ambienti politici romani più accreditati avevano annunciato un bonus da 1.500 euro sugli stipendi, da erogare magari e verosimilmente in un’unica soluzione come una quattordicesima mensilità durante il periodo estivo per sostenere i consumi del periodo.

Ma alcune dichiarazioni provenienti dagli uffici del Ministro dell’Economia, fanno pendere verso una ipotesi più modesta che sta andando ad attestarsi sui 500 euro, a partire dal 2020, con un incremento a partire solo dal 2021 con la spada di Damocle pendente sul destino, come già si diceva innanzi, del famoso bonus Renzi di ottanta euro, che già ad oggi permette ai beneficiari di percepire un’entrata aggiuntiva annua pari a 960 euro. Ovviamente, se fosse assorbito nell’ambito del taglio del cuneo fiscale, si rischierebbe di vanificare l’effetto che la riduzione del cuneo, nelle intenzione dei proponenti, dovrebbe avere che è quello di aumentare le disponibilità economiche delle famiglie italiane in un’ottica di rilancio dei consumi al fine contribuire a vivificare il Prodotto Interno Lordo..

Se la misura a favore dei lavoratori trova una sua giustificazione che ovviamente non può che trovare l’approvazione del mondo delle imprese. Ma per esse quale pietanza si sta preparando? La speranza è che al mondo delle imprese, ossatura dell’economia nazionale, non venga affibbiato nient’altro che…il cuneo!