Durante la II guerra mondiale gli Alleati iniziarono a mappare statisticamente le parti più colpite degli aerei dall’artiglieria contraerea nazista. Lo scopo era nobile: proteggere il loro investimento e la vita dei piloti (i piloti bravi erano pochi e addestrarli bene costava). In questo modo rafforzavano le parti più esposte e, quello che loro credevano, più colpite, facendo aumentare le probabilità di far ritornare gli equipaggi a casa.Poi un matematico, Abraham Wald ( matematico e statistico ungherese naturalizzato statunitense, contribuì alla teoria delle decisioni, all’ analisi sequenziale, alla geometria e all’ econometria), fece notare che i punti rossi rappresentavano solo il danno degli aerei che comunque riuscivano a rientrare alla base!
Secondo Abraham Wald le aree che si dovevano davvero rafforzare invece, erano proprio i punti dove non c’erano pallini rossi, perché quelli sono i luoghi in cui l’aereo non è sopravvissuto all’impatto ed è precipitato!
Questo fenomeno (ora le tecnologie militari sono più attente ), anche nella psicologia quotidiana, è noto come “pregiudizio di sopravvivenza”, cioè spesso siamo portati a guardare le cose che sono “sopravvissute”, mentre dovremmo concentrarci su quelle che non lo sono e chiederci il perchè.
Il ragionamento in “negativo” che fece è il seguente. Le osservazioni riportate sullo schema riguardavano soltanto gli aerei che erano rientrati alla base. Questi aerei erano potuti rientrare anche se erano stati colpiti: ne consegue che i colpi loro inferti, presumibilmente, non erano stati fatali.
L’assenza di segni in certe zone su questi aerei significava quindi che non essere stati colpiti in quelle zone aveva comportato la loro salvezza. Altrettanto presumibilmente, gli aerei non rientrati alla base erano stati colpiti nelle parti intatte negli altri aerei, solo che non lo si era potuto osservare, proprio perché erano stati abbattuti.
Le conclusioni di Wald vennero messe in pratica, e fu una mossa efficace. Wald dimostrò come, quando alcune osservazioni sono impossibili o irrealizzabili, come era nel caso degli aerei abbattuti, il ragionamento deve farsi sottile e trovare strade inusuali, anche quando possono rivelarsi contro-intuitive. Nella gestione dei rischi connessa, ad esempio, all’operatività di un’azienda risulta a volte troppo complesso, anti-economico o del tutto impossibile analizzare eventi o fatti dagli esiti nascosti e/o visibili esclusivamente nei risultati nefasti che ne conseguono (l’abbattimento degli aerei).
In questi casi spesso l’imprenditore, o lo stesso intermediario assicurativo che cura il trasferimento di quei rischi, si fanno “portar fuori” nel ragionamento da valutazioni di tipo deduttivo spesso ingannevoli e a volte pericolose!
Questo perché diamo per scontato che l’osservabile, ciò che arriva alla nostra conoscenza in modo misurabile, rappresenti il territorio d’azione dei rischi quando invece è solamente una mappa (spesso incompleta) che NOI ci siamo rappresentati attraverso l’esperienza, sommata a ragionamenti induttivi su “ciò che potrebbe ragionevolmente accadere”.
Un classico esempio è rappresentato nel mondo della Sicurezza sul Lavoro dal c.d. “near missing”, definito come “ qualsiasi evento che avrebbe potuto causare un infortunio o un danno alla salute ma, solo per puro caso, non lo ha fatto.” Ed infatti diversi studi dimostrano come un evento significativo sia associato a diversi altre anomalie che però producono eventi lievi o nulli. Su 1.000 incidenti si stima che 3 siano con conseguenze rilevanti, 88 con esiti lievi e il restante (sommerso) siano “near missing”, i quasi infortuni ; il “negativo” che non vediamo.
E’ molto importante quindi per ogni imprenditore, restando in ambito di gestione del rischio aziendale, provare a ragionare col metodo di “Wald” quando le circostanze o le dinamiche dei rischi non permettono una valutazione su dati oggettivi o, peggio, quando le cause degli eventi dannosi cui vorremmo trovar soluzione sono di impossibile o difficile identificazione, e non ci resta che basarci sul “visibile”.