Il ciclico appuntamento con gli auguri natalizi nasconde sempre delle inevitabili insidie.
Da un lato c’è il rischio di indulgere nella palude della nostalgia del tempo passato, come se il passato fosse sempre migliore del presente. Dall’altro il rischio è di affidare ad una data di passaggio una mera e vana speranza per il futuro.
Il mondo occidentale, nato dalle ceneri dell’antico impero romano, ha affidato alla cristianità, e quindi alla venuta di Gesù Cristo sulla terra, il proprio tratto distintivo e caratteristico.
Come questa caratteristica sia stata utilizzata nel corso dei secoli dall’Occidente appartiene ormai al giudizio inesorabile della storia e non sempre c’è da esserne fieri.
Ma cosa sarebbe stata questa terra e soprattutto l’Occidente senza la venuta di Cristo, anche solo come personaggio storico?
Questa è la domanda da porsi.
Cristo ha portato la speranza e, soprattutto, ha portato la certezza che la morte non può vincere.
Ma Cristo non ci ripropone il clichè, tanto caro all’umanità, di una vita ultraterrena che replichi, sic et simpliciter, quella che trascorre su questa terra.
Cristo affida l’essere umano alla misericordia del Dio di tutti che accoglie chiunque lo meriti nella nuova ed impalpabile dimensione.
Il messaggio cristiano è pregno di libertà, responsabilità e misericordia ma si rivolge, però, ad una umanità pronta ad accoglierlo in tutti i suoi aspetti.
La società e i modelli che, nel tempo, l’uomo ha costruito per organizzare la propria vita su questa terra non sempre hanno creato le giuste condizioni per accogliere nel modo più consono il messaggio di Cristo.
La semplicità, l’ingenuità e il disincanto sembrano essere concetti banditi dalla società odierna, caratterizzata invece della esasperazione del consumismo e della finanza, privilegiando, in questo modo, non l’uomo come essere centrale del Creato ma semplici ammennicoli, addendi, strumenti ed orpelli, il più delle volte creati ad arte per assecondare specifici e abbietti interessi di parte e di bottega.
In un tempo in cui si consumano ripetuti crimini contro l’essere umano come le nuove forme di schiavitù, le guerre continue, le religioni e le ideologie create solo per esaltare i popoli e le masse per assecondare interessi di bassa cucina, è imperativo rinnovare il patto tra l’essere umano e la divinità.
Il Creatore ha posto l’uomo come essere centrale e fondamentale nel mondo, confermandolo tale con la venuta del Cristo per ricondurlo sulla strada che il Dio di tutti ha già creato.
La riscoperta di un umanesimo solidale, intelligente, rispettoso del proprio ambiente, lavorativo e familiare, è la chiave per un nuovo modello di convivenza capace di creare le condizioni per predisporre l’umanità a prepararsi al suo cammino verso il proprio vero obiettivo, condito da amore e speranza.
Dalla redazione di Conapi Magazine, autentica e positiva sorpresa editoriale di questo 2019, dal sottoscritto e dall’intera struttura di Co.N.A.P.I. nazionale, a cominciare dal suo presidente Basilio Minichiello, giungano gli auguri di un Buon Natale insieme ad un interminabile e forte abbraccio ai tanti che hanno positivamente incrociato l’attività della Confederazione, volta alla valorizzazione del lavoro rispettoso di tutte le esigenze sia dei datori di lavoro che dei lavoratori, e anche a chi ha deciso di non proseguire un percorso di comunione.
Auguri a Tutti!