Stasera mi butto…

Un sedicenne morto e tre giovani feriti in maniera grave: è il bilancio di un incidente stradale avvenuto nel Catanese intorno alle 4.30 della scorsa notte, 15 dicembre 2019. I quattro erano su una Fiat Punto, guidata da un 18enne (l'unico maggiorenne del gruppo), che, per cause in corso di accertamento, si è schiantata contro un muretto della strada provinciale 24, che collega Palagonia e Scordia, in contrada Fico. ANSA/PER GENTILE CONCESSIONE DI LASICILIA.IT +++EDITORIAL USE ONLY - NO SALES+++

Istat, aumentano i morti negli incidenti stradali: più 25% nel primo semestre del 2019. A farne le spese sono soprattutto i più giovani.

Il fenomeno delle cosiddette “stragi del sabato sera” è purtroppo tristemente noto a tutti. Esso infatti non ha mai smesso di suscitare l’attenzione dell’opinione pubblica che cerca di individuarne le cause per poi tentare di offrire delle soluzioni.

Fra le cause, si annovera spesso l’uso di alcool e droghe da parte dei giovani ma forse sarebbe opportuno provare a comprendere di più e meglio cosa li spinga a tali abusi: disagi, insofferenze, voglia di trasgressione.

A partire dagli anni ’90 una serie di iniziative a livello nazionale e comunitario hanno seriamente tentato di arginare il fenomeno degli incidenti: la patente a punti, la creazione di un osservatorio sul fenomeno nel 2015 e l’introduzione dell’omicidio stradale l’anno seguente.

Si è quindi tentato di arginare il fenomeno attraverso l’inasprimento delle sanzioni e l’uso di strumenti di controllo, anche se poi è mancata la diffusione capillare dei controlli stessi a causa della carenza di personale fra le Forze dell’Ordine.

Nell’ultimo triennio il problema, se non arginato, sembrava quantomeno molto ridimensionato rispetto al passato. Mentre oggi, soprattutto nelle cosiddette “ore maledette”, quelle che vanno dalle 22 alle 6 del mattino, durante i fine settimane, i dati dicono che il numero degli incidenti stradali è tornato a salire. Secondo i dati di Polizia e Carabinieri dall’inizio dell’anno sono stati 566 gli incidenti mortali avvenuti nei week end (da venerdì a domenica) con 620 morti, 194 dei quali giovani con meno di 30 anni. Un dato in aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando i decessi furono 588. In particolare, gli incidenti mortali sulle due ruote sono stati 206, pari al 36,4% del totale. Quelli avvenuti nella fascia oraria 22-06 sono stati 175 con 203 vittime. Addirittura, secondo i dati degli ultimi tre mesi del 2019, le vittime sono state 72 ed i feriti 232.

Le ragioni sono ricorrenti in quasi tutti i casi del genere. Hanno a che fare, principalmente, con il venir meno dei freni inibitori agevolato dal consumo di alcolici e di droghe, e risultano essere amplificate da tutta una serie di booster tipici delle dinamiche “del branco”, come l’entusiasmo, la voglia di strafare e l’ebbrezza che si prova anche con la guida ad alta velocità, lo spirito di emulazione.

Vale la pena di citare, qui, un ottimo e ben documentato studio americano di qualche tempo fa, consistito nel nascondere telecamere in un centinaio di vetture utilizzate da giovani di buona famiglia, frequentanti ottime scuole, residenti in quartieri tutt’altro che disagiati, con sani valori, allo scopo di registrare il loro comportamento alla guida.

Non senza sorpresa da parte degli osservatori è venuta fuori una vera trasformazione della maggioranza di essi: durante la settimana, in presenza dei genitori, si comportavano con normale prudenza, mentre il venerdì e il sabato sera, quando si ritrovavano con due o più amici, si trasformavano in guidatori spericolati, con tendenze a strafare ossia ad assumere comportamenti molto al di sopra delle loro reali capacità di guida, ma soprattutto incapaci di comprendere le reali conseguenze delle proprie azioni.

Non si tratta quindi di semplice imprudenza o di imperizia alla guida, ma di vera alterazione dei limiti percettivi, fenomeno che non è affrontabile dalle forze di polizia e dai loro controlli. Sarebbe infatti impensabile una copertura a tappeto davvero efficace su tutte le strade anche se sarebbe auspicabile che nei luoghi e nelle ore più a rischio tali controlli vengano intensificati.

Quanto all’uso dell’etilometro, i controlli con tale dispositivo presentano non poche criticità. Dal punto di vista logistico, le operazioni costringono gli agenti a turni notturni che comportano, fra le altre cose, l’obbligo di accompagnare al pronto soccorso coloro che risultino positivi all’esame.

Dal punto di vista economico, gli introiti delle contravvenzioni non finiscono nelle casse delle amministrazioni bensì in quelle dello Stato. Dal punto di vista tecnico, gli strumenti in uso, gli etilometri appunto, spesso non sono utilizzabili perché non sottoposti alle elaborate operazioni di manutenzione, taratura e controllo annuali. Va aggiunto infine che, la Polizia Stradale si è ormai sottratta a questo genere di controlli sulle statali, delegandoli alle forze di polizia locali e ai Carabinieri, categorie entrambe con endemiche carenze di organico.

Occorre intervenire e iniziare a educare alla sicurezza stradale sin dalla più tenera età perché il problema, è innanzitutto culturale, di educazione, anche scolastica. ​

Una sfida per l’intera comunità è di sviluppare strategie efficaci per modificare il comportamento alla guida delle persone, ritenuto causa dell’80% circa di tutti gli incidenti stradali, affinché siano scoraggiate quelle attività ritenute inappropriate per una guida sicura e corretta.

Dopo i gravi episodi delle ultime settimane, il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, e il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, hanno condiviso la necessità di coinvolgere le associazioni dei gestori dei locali di intrattenimento per rafforzare la prevenzione soprattutto nei riguardi dei più giovani attraverso la realizzazione di iniziative a forte impatto per la sensibilizzazione su ciò che può accadere mettendosi alla guida sotto gli effetti dell’alcool e della droga.

Inoltre l’accordo prevede il coinvolgimento delle polizie municipali nei servizi di polizia stradale sulla viabilità urbana e, per i prefetti, una specifica direttiva per rafforzare i controlli e la sicurezza stradale. Quello che è opportuno, quindi è che le istituzioni dirottino i loro sforzi proprio sulla formazione e sull’informazione, per dare ai giovani gli strumenti necessari a capire – preventivamente – che cosa può succedere con la caduta dei freni inibitori e quali sono le gravissime conseguenze che ciò può provocare.