Decreto Ristori Quinties, proroga di 26 settimane per la Cig Covid e licenziamenti bloccati ai settori in crisi

Annunciata la cassa in deroga fino al 30 giugno. Si supera la logica dei ristori tramite individuazione di Codici Ateco: il V Decreto Ristori offre aiuti alle imprese che certificano una perdita del fatturato del 33 per cento. Ecco tutte le novità attese

Decreto Ristori Quinties, proroga di 26 settimane per la Cig Covid e licenziamenti bloccati ai settori in crisi

Le dimissioni lampo presentate dal Primo Ministro Giuseppe Conte e la crisi politica aperta in Parlamento ha congelato l’agenda di Governo. Particolarmente attesa è infatti l’emanazione del Ristori Quinties, che dovrebbe supportare nei prossimi mesi il tessuto economico e produttivo più colpito dalla pandemia. In attesa della formazione del nuovo Governo, il premier dimissionario garantisce “gli affari correnti” e si presume che il Decreto possa ottenere l’approvazione entro i prossimi giorni.

Cosa si prevede. Il nuovo decreto ristori proroga di ulteriori 26 settimane la cassa integrazione Covid e inserisce il blocco dei licenziamenti dopo il 31 marzo per le imprese dei settori in crisi. Una misura varata per supportare il tessuto economico imprenditoriale gravemente colpito dalla pandemia. Il nuovo decreto, il quinto licenziato dal Governo per fronteggiare l’emergenza sanitaria, affianca il tessuto imprenditoriale. La proroga della Cig Covid frena la battuta d’arresto di diverse aziende, che diversamente potrebbero andare incontro a chiusura.

La proroga di 26 settimane della cassa integrazione, che vanno ad aggiungersi alle 12 già garantite dalla Finanziaria consentono la copertura economica soprattutto delle aziende dei settori in crisi. Il nuovo Decreto Ristori infatti prevede una dilatazione dei tempi della cassa in deroga fino al 30 giugno; e della cassa ordinaria fino al 31 marzo. A questo si aggiunge anche l’esonero contributivo alternativo all’utilizzo della cassa Covid, riservato alle imprese che consentono il rientro al lavoro ai dipendenti.

Decreto Ristori Quinties, proroga di 26 settimane per la Cig Covid e licenziamenti bloccati ai settori in crisi

Bloccati i licenziamenti per i settori in crisi

Per impedire la massiccia ondata di licenziamenti preannunciata già dal 31 marzo, il V decreto Ristori stabilisce di continuare a supportare lo stato di emergenza aperto con la pandemia. Pertanto è stato varato un ulteriore blocco dei licenziamenti, ma soltanto per i settori in crisi. Saranno infatti i fatturati dichiarati dalle aziende il prossimo giugno a decretare il calo o la stagnazione, per accedere alla nuova misura licenziata dal Governo. Il range di riferimento individuato per i livelli di produttività è il 2019. Le imprese che avranno recuperato la produttività di quell’anno non saranno inserite nel programma di aiuti.

La valutazione della perdita di fatturato sarà il parametro ufficiale per la gestione dei prossimi ristori che saranno spalmati sul tessuto produttivo e imprenditoriale. In sostanza si vuole superare il meccanismo legato alla concentrazione sui Codici Ateco che stabiliscono le categorie interessate, per introdurre invece la soglia minima di fatturato. Per accedere ai ristori infatti, si dovrà dimostrare una perdita del fatturato annuo del 33 per cento. Potrebbe infine arrivare a breve anche uno sgravio sui contributi per gli autonomi, introducendo il cosiddetto “anno bianco”. Su questo punto il numero due del Dicastero dell’Economia e delle Finanze Antonio Misiani ha annunciato un appostamento di 1 miliardo e mezzo in più per la copertura dei contributi dei lavoratori autonomi.

Indennizzi con nuovi criteri di calcolo

L’introduzione di un meccanismo differente di individuazione della platea dei beneficiari comporterebbe un rallentamento degli accrediti. Si rinuncia intanto all’automatismo, come è avvenuto invece per il sostegno a più riprese concesso alle categorie colpite dalla crisi. In base a quanto stabilito dal V Decreto Ristori gli indennizzi avvengono con nuovi criteri di calcolo e quindi si prevede l’apertura di una nuova piattaforma su cui caricare le domande. I richiedenti dovranno inserire i dati relativi alle imprese e agli autonomi che presentano richiesta di indennizzo. I dati presentati attraverso il modello dell’autodichiarazione, dovranno essere invece asseverati dai professionisti che assistono le imprese.

E’ stata introdotta la copertura dei costi fissi sostenuti durante i periodi di maggiori restrizioni. Il Decreto Ristori dovrebbe rimborsare e attività- oltre alla Cig e all’Imu- una quota di costi finora lasciata a carico dell’imprenditore. I tempi per l’accreditamento si allungano vertiginosamente, in quanto gli indennizzi saranno erogati solo previo deposito dei bilanci a giugno.

Più crediti di imposta per il computo delle tasse

La misura che dovrà approvare il prossimo Governo e attesa in tempi brevi prevede anche un massiccio utilizzo dei crediti d’imposta, che potranno essere utilizzati per il computo delle tasse da pagare.

Ulteriori novità arrivano anche per cartelle esattoriali: per i 34 milioni di cartelle e i 16 milioni di avvisi congelati si ipotizza una nuova moratoria che potrebbe protrarsi fino al 30 aprile, in linea con i tempi previsti dalla dichiarazione dello stato di emergenza. Infine si attende la conferma in merito alla introduzione della cosiddetta “pace fiscale selettiva” prevista per i morosi incolpevoli, ovvero per autonomi e partite Iva, che a causa della pandemia hanno registrato un crollo del fatturato.