Il Covid e la sicurezza sui luoghi di lavoro, cresce la cultura della prevenzione. Antonella Esposito si occupa di prevenzione e sicurezza sui luoghi di lavoro per la sede Co.N.A.P.I. di Mantova, anche se il suo raggio d’azione si estende fino alle province emiliane e venete. Ogni giorno, ormai da un anno a questa parte, è chiamata a promuovere la sicurezza sui luoghi di lavoro, illustrando l’impalcatura normativa del decreto legislativo numero 81 del 2008 e la cultura della prevenzione in tal senso. Proprio alla luce di ciò che ha comportato il Covid e la pandemia che ha scatenato, che gli operatori sottolineano una maggiore attenzione per questa tematica, evidenziando una certa consapevolezza maturata fra gli imprenditori, di dover investire nella sicurezza per garantire il singolo e l’intera comunità produttiva. Fare prevenzione – anche dal rischio biologico – significa garantire crescita economica e sociale dell’azienda e dei lavoratori.
Dal suo privilegiato osservatorio di Mantova, dove Antonella è a diretto contatto con aziende e imprenditori, rileva un innalzamento della consapevolezza dei rischi sui luoghi di lavoro, e auspica in un rafforzamento della cultura della prevenzione come una valorizzazione del rispetto e del benessere collettivo. “Abbiamo sempre ritenuto prioritaria la valorizzazione del capitale umano, e proprio qui, in quella che viene definita l’area più produttiva del Paese, possiamo rilevare un accrescimento della cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro” spiega. “Le aziende sono state gravemente colpite e oggi dopo un anno di chiusure e restrizioni appaiono fortemente indebolite. Tutti vorrebbero maggiori tutele e garanzie, non ristori spot: ognuno vorrebbe tornare a produrre come prima. Intanto il Covid ha acceso i riflettori su questioni che prima non avevano tanto peso. Il tema della sicurezza è senza dubbio uno di questi” continua.

“Oggi registriamo un approccio diverso alla sicurezza sul lavoro. A partire da aprile con la prima fase del Covid, gli imprenditori hanno dimostrato grande attenzione alle certificazioni, al corretto utilizzo di specifici prodotti. Abbiamo una percezione differente della sicurezza, determinata sicuramente dalla grande incertezza aperta dal virus in circolazione e dalla tempestività con cui si è diffuso. Io stessa ho partecipato a numerose riunioni e incontri con imprenditori per spiegare al meglio l’utilizzo dei dispositivi individuali di sicurezza, di cui tutti oggi conosciamo le finalità” puntualizza la responsabile di Mantova.
“C’è stato grande interesse su come vestirsi, svestirsi, su come disporre e sistemare i prodotti all’interno delle aziende. Oggi l’attenzione è massima e tutti richiedono le schede tecniche: rispetto al passato la sicurezza sui luoghi di lavoro è entrata a pieno titolo fra le priorità dell’impresa”. Esposito argomenta che prima della pandemia molte aziende tendevano sostanzialmente a trascurare questo aspetto, relegandolo a mera burocrazia a cui adempiere per evitare di incorrere nel rischio sanzioni. “Mi auguro che questa propensione che è stata innescata possa essere rafforzata su tutto il tessuto imprenditoriale italiano e a tutti i livelli” aggiunge. “Credo che molto dipenderà anche dai controlli e dalla presenza degli enti istituzionali preposti, che dovranno supportare l’attività di sensibilizzazione in tal senso, ma anche garantire un deterrente. Sarebbe opportuna una maggiore presenza delle Asl e degli Ats”.
Esposito critica fortemente la superficialità e la debolezza che ancora viene registrata in diversi contesti produttivi. “Si prendono sottogamba gli infortuni, gli incidenti, ma in questo campo molte figure giocano un ruolo fondamentale, che dovrebbero fare massa critica e rafforzare l’autorevolezza di questa impalcatura normativa. C’è da lavorare sulla cultura della prevenzione, ma anche verificare la frequenza dei corsi senza limitarsi ad acquisire certificazioni. I tecnici che si recano nelle aziende devono pretendere che ci sia una piena e corretta applicazione dei protocolli”.

Ad un anno dall’emergenza sanitaria dettata dal Coronavirus la prevenzione è diventata ordinarietà. L’utilizzo delle mascherine, di appositi dispositivi, igienizzazione delle mani ed altri accorgimenti sono entrati nella vita delle aziende, oltre che della società nel suo complesso. “La sicurezza sul lavoro ha tanti punti deboli che vanno rafforzati: l’impalcatura normativa del Testo Unico non ha falle nel sistema, ma deve cambiare invece il peso che ognuno deve percepire sulla tematica. La applicazione delle disposizioni non deve limitarsi al controllo e alle ispezioni ma deve andare oltre. Nei cantieri edili non basta richiedere la l’esibizione della documentazione, ma bisogna verificare se i dipendenti, spesso stranieri e con poca dimestichezza con l’italiano, abbiamo ben compreso come si aggancia una imbracatura. Se un’azienda comprende il valore della sicurezza sul luogo di lavoro potrà accrescere il suo valore e quindi la sua forza economica sul mercato. Investire in sicurezza non significa disperdere le risorse, ma in qualità della vita” conclude.