Rinvio di 2 mesi delle rate di pagamento per rottamazione, saldo e stralcio

GOVERNO DRAGHI A LAVORO UL NUOVO DECRETO RSITORI. Previsti aiuti agli esercizi commerciali, alla sanità, enti locali, scuola e pacchetto lavoro. Dal 1° marzo lo sblocco del congelamento delle notifiche per 50 milioni di cartelle esattoriali

Cartelle esattoriali e pagamenti sospesi fino al 31 gennaio, la nota del Governo

Draghi al lavoro sul nuovo Decreto Ristori: rinvio delle rate di pagamento per rottamazione e, saldo e stralcio; e ristori per gli esercizi commerciali, fondi alla sanità, enti locali, scuola e pacchetto lavoro. Alla vigilia della scadenza del fermo previsto dalle precedenti misure che hanno congelato le notifiche di 50milioni di cartelle esattoriali, si attende il pronunciamento del consiglio dei Ministri sulle nuove misure da adottare per mitigare la grave recessione economica e consentire alle casse dello Stato di rientrare di ben 950 milioni dovuti dai contribuenti.

Circa 1,2 milioni di cittadini sono in attesa dei nuovi provvedimenti del Governo, che alla imminente scadenza delle misure anticrisi dettate dalla pandemia, hanno congelato gli obblighi di versamento. Si prevede uno slittamento della scadenza del 1° marzo per rottamazione, e saldo e stralcio. La nuova scadenza potrebbe essere spostata a fine aprile, in coincidenza con lo stato di emergenza prorogato fino ad allora. le notifiche dei 50 milioni di cartelle invece non sarà ulteriormente prorogato, ma in questo caso il Governo sta immaginando una “terapia graduale” da mettere in campo per evitare di colpire chi è in grave difficoltà. Si parla di diluizione in due anni delle nuove notifiche, anche per consentire all’amministrazione finanziaria di poter evadere milioni di atti al mese. Ci sarà un ampliamento dei termini di prescrizione, ma anche una ripartenza soft.

Al Ministero dell’Economia e delle Finanze si lavora anche ad un nuovo meccanismo di calcolo degli aiuti, riservato agli operatori economici che nel 2020 abbiano subito una perdita di fatturato superiore al 33 per cento. Superare la logica degli aiuti legata ai numeri e ai codici Ateco, significherà dover produrre nuovi meccanismi di richiesta di sostegno. Cresce l’attesa infine, sulle misure che saranno licenziate sul lavoro: non si esclude il rifinanziamento di 500 milioni del fondo occupazione, e di questi una buona parte potrebbero essere destinati all’ex Ilva di Taranto per finanziare la Cig, in scadenza.