Quaranta miliardi di soldi pubblici appostati dal Ministero dell’Economia presso Cassa Depositi e Prestiti per sottoscrivere prestiti subordinati a tassi vantaggiosi. Lo Stato entra nel capitale delle aziende disposte ad aprirsi agli investitori. Se fino ad ora le aziende hanno gestito le difficoltà con nuovi debiti, grazie all’entrata in vigore il 25 marzo scorso del decreto attuativo del Decreto Rilancio dello scorso maggio si punta alla solvibilità. L’obiettivo è rafforzare la struttura patrimoniale delle imprese italiane di medie dimensioni, che prima dello scoppio della pandemia registravano un fatturato di almeno 50 milioni di euro e 250 dipendenti.
La manovra del Patrimonio Destinato, così come è stata definita dal Decreto, consente alle imprese solide di rafforzarsi e superare l’emergenza economica del momento, ma anche a chi vorrà, di essere affiancate nella società dallo Stato per 12 anni. Infatti la manovra prevede l’accesso agli aiuti di Stato previsti dal quadro temporaneo, a condizioni di mercato con il coinvolgimento di investitori privati per almeno il 30% dell’intervento. Le imprese che potranno beneficiare di questa misura sono le società per azioni, anche quotate, comprese quelle costituite in forma cooperativa con sede legale in Italia e con fatturato annuo superiore a 50 milioni di euro. Per richiedere gli interventi le imprese non devono trovarsi in situazione di grave irregolarità contributiva o fiscale.
Lo strumento istituito per supportare la ricapitalizzazione delle imprese italiane prevede che l’ammontare massimo di ogni singolo intervento non possa superare i 2 miliardi di euro. Per la determinazione del fatturato si dovrà considerare la voce di conto economico ricavi, o la voce equivalente per le società che utilizzano i principi contabili internazionali, risultante dall’ultimo bilancio di esercizio regolarmente approvato e sottoposto a revisione legale, avente una data di riferimento non anteriore a 18 mesi rispetto alla data di richiesta dell’intervento.
I requisiti delle aziende
Le società non dovranno trovarsi in situazione di grave irregolarità contributiva o fiscale. Non devono rientrare tra quelle che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato gli aiuti ritenuti illegali o incompatibili dalla Commissione UE. Ai fini dell’ammissibilità, nei confronti della società non dovrà sussistere le cause di divieto, di decadenza o di sospensione o tentativi di infiltrazione mafiosa e non dovrà essere stata pronunciata sentenza di condanna né di applicazione della sanzione su richiesta anche non passata in giudicato, e l’impresa non dovrà essere a conoscenza della pendenza di procedimenti a suo carico in relazione agli illeciti amministrativi commessi nell’interesse o a vantaggio dell’ente.
Nei confronti degli amministratori, dei soci che detengono una partecipazione di controllo e del titolare effettivo non dovrà essere intervenuta condanna definitiva, negli ultimi 5 anni, per reati commessi in violazione delle norme per la repressione dell’evasione in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto. Gli amministratori o i direttori generali dell’impresa, inoltre, non dovranno essere stati sottoposti a misure di prevenzione, non dovranno aver riportato condanne, né sono stati destinatari di sentenze di applicazione della pena ai sensi dell’articolo 444 c.p.p., passate in giudicato per delitti dolosi, commessi nell’interesse o a vantaggio dell’ente.
Operatività a condizioni di mercato
Nell’ambito dell’operatività a condizioni di mercato, Patrimonio Destinato potrà intervenire a sostegno delle imprese partecipando ad aumenti di capitale o sottoscrivendo prestiti obbligazionari convertibili, solo però in presenza di un contemporaneo co-investimento di almeno un altro investitore privato per almeno il 30% dell’intervento. Ai fini dell’ammissibilità agli interventi a regime di mercato, le società dovranno presentare due degli ultimi 3 bilanci di esercizio, approvati e assoggettati a revisione legale, in utile, non dovranno trovarsi in situazione di difficoltà, non dovranno presentare in Centrale Rischi della Banca d’Italia segnalazioni di “sofferenze a sistema” né un rapporto tra “totale sconfinamenti per cassa” e “totale accordato operativo per cassa” superiore al 20%.
Escluse le società a partecipazione pubblica, ad eccezione di quelle con una partecipazione inferiore al 10% del capitale sociale e delle società quotate. Il Patrimonio Destinato potrà inoltre effettuare interventi: riservati ad imprese strategiche, tra cui rientrano le imprese che operano nel settore delle infrastrutture e tecnologie critiche, degli approvvigionamenti di fattori produttivi critici, dell’accesso a informazioni sensibili e della libertà e pluralismo dei media. Oltre alle società di rilevante interesse nazionale, relative a operazioni di ristrutturazione di società che, nonostante temporanei squilibri patrimoniali o finanziari, siano caratterizzate da adeguate prospettive di redditività.