L’assegno unico slitta al 2022, Draghi: combattere la denatalità

E' stata rinviata l'attuazione della legge delega approvata il 30 marzo scorso. Saranno in vigore per tutto il 2021 le detrazioni per i figli a carico.

La partenza dell’assegno universale parte dal 2022. Dal prossimo luglio però sarà disponibile un aiuto ponte di sei mesi che andrà a potenziare gli assegni esistenti per i lavoratori. La misura provvisoria sarà rivolta a tutte le famiglie con figli, anche a quei 2,2 milioni di nuclei di lavoratori autonomi o disoccupati che oggi sono esclusi dalle prestazioni in vigore. La strategia è stata annunciata dal Premier Draghi in occasione degli Stati Generali della Natalità, in cui sono state annunciate tutte le misure messe in campo a supporto delle famiglie e per mitigare il crollo demografico registrato dall’Istat.

Family Act: asili nido, tempo pieno e sostegno al lavoro femminile

Per il riordino complessivo delle misure a sostegno delle famiglie sarà necessario più tempo. Fino a dicembre saranno in vigore le detrazioni per i figli a carico, confermate per tutto l’anno di imposta senza creare confusione nelle buste paga degli italiani. Saranno dunque confermate le misure per la genitorialità, bonus bebè e premio alla nascita per le neo mamme. Alla presenza di Papa Francesco, il Premier Draghi ha annunciato il rinvio dell’attuazione della legge delega, pur rassicurando i presenti sulla volontà del Governo di renderla una riforma davvero efficace.

I decreti attuativi saranno approvati entro la fine di marzo 2022, in coordinamento con la riforma fiscale. Intanto dal 1 luglio le famiglie saranno supportate da un prototipo di assegno universale, modulato in base alle condizioni reddituali delle famiglie, maggiorato dal terzo figlio e nel caso di figli disabili. Si tratta di una misura che sostituirà l’assegno unico familiare, evitando a luglio la presentazione della domanda all’Inps. Infatti la nuova misura temporanea sarà finanziata con 4,7 miliardi del vecchio assegno unico familiare, oltre ai 3 miliardi stanziati dall’ultima legge di bilancio per consentire l’avvio della riforma dal 2021. In tutto sono previsti 8 miliardi di euro da spendere in sei mesi.

Invertire il crollo demografico in Italia

Come è stato ribadito anche nel corso della convention degli Stati Generali dalla Ministra Bonetti, il Family Act inserito nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza guarda a ribaltare la denatalità che ha colpito l’Italia. Un fenomeno che deriva da criticità economiche, culturali e sociali. Il percorso di resilienza rimette al centro della storia e delle scelte pubbliche i bambini e le bambine, e per questo il Piano Nazionale prevede una serie di misure trasversali alle 6 missioni individuate: 4,6 miliardi stanziati per asili nido e scuola d’infanzia, con 228mila posti di lavoro; estensione del tempo pieno scolastico, potenziamento delle infrastrutture sportive nelle scuole; potenziamento dei congedi parentali. Tutto per combattere il freno imposto alle donne della “famiglia o lavoro”. Per questa ragione sono previsti incentivi all’occupazione femminile, ovvero una politica di sicurezza economica che rappresenti un sostegno concreto alla natalità.