Riforma fiscale, verso il superamento dell’Irap per investimenti e lavoro

L'INDAGINE DELLA COMMISSIONE FINANZE DI CAMERA E SENATO CONSEGNA UNA ROSA DI IPOTESI CHE IMPORRA' PRECISE SCELTE ALLA POLITICA. Il gettito dell'Irap può essere assorbito in tutto in parte dall'Ires, l'imposta sul reddito delle società, per consentire una semplificazione alle imprese

L’indagine condotta dalla Commissione Finanze di Camera e Senato sul Fisco ha prodotto ipotesi interessanti per il varo della riforma del sistema di tassazione. Il gruppo di lavoro guidato dai presidenti delle due commissioni parlamentari- Luigi Marattin di Italia Viva alla Camera e Luciano D’Alfonso del Pd al Senato- ha presentato una rosa di proposte che nelle prossime settimane imporranno un pronunciamento dei partiti per compiere precise scelte politiche.

Senza dubbio le proposte vanno nella direzione della riduzione della pressione fiscale per famiglie e imprese, ma anche verso un aumento del gettito con la eliminazione di alcuni sgravi; e infine, si guarda ad una possibile modifica dell’Iva. All’interno delle Commissioni i partiti politici sembrano avere trovato la convergenza su due questioni: la prima riguarda l’ipotesi di un abbassamento dell’aliquota media effettiva sulle persone fisiche, ovvero l’Irpef, in particolare per chi ha un reddito annuo tra 28mila e 55mila euro, tale da rientrare in uno scaglione di prelievo che sale al 38%- contro il 27% di aliquota marginale fino ai 28mila euro.

La seconda ipotesi prevede il superamento dell’Irap, ovvero l’imposta regionale sulle attività produttive, perchè grava sugli investimenti e sui posti di lavoro. Lo stesso canovaccio del Recovery Plan prevede che il Governo tenga conto degli esiti prodotti dalle Commissioni sulla legge delega per la riforma fiscale attesa prima della pausa estiva. la riduzione dell’Irpef sui ceti medi e il superamento dell’Irap saranno alla base della nuova riforma fiscale.

Il primo rapporto del gruppo di lavoro però non ha illustrato cifre e ad oggi non siamo in grado di stabilire i costi di questa riforma fiscale. La commissione non ha reso misurabili le opzioni avanzate e questo costituisce al momento un limite politico con cui sarà invece necessario misurarsi.

L’area di potenziale aumento del gettito coincide con la riduzione delle spese fiscali, e coinvolge circa mezzo migliaio di deduzioni e detrazioni in vigore. La Commissione osserva che il gettito dell’Irap può essere assorbito in tutto in parte, dall’Ires, l’imposta sul reddito delle società, per consentire una semplificazione alle imprese. Il testo prodotto cita anche una “ridefinizione” dell’Iva- imposta sui consumi- anche se appare difficile alzare l’aliquota ridotta al 4% per i beni alimentari che colpirebbe i più poveri; o quella al 10% che colpirebbe i settori indeboliti dalla pandemia, come la ristorazione.

Si attende invece un pronunciamento su quella che viene definita la vera “iniquità del sistema”, ovvero la cedolare secca sugli affitti al 10% o al 21% a favore di un ceto di proprietari di numerosi immobili che vive di rendita con aliquote marginali, più basse di quelle a carico di un operaio. Complessivamente l’impianto della riforma fiscale presentato dalla Commissione dovrebbe arrivare a costare intorno ai 15miliardi di euro. Una cifra che dovrà essere vagliata a seguito di una attenta valutazione sulle altre pressioni che insistono sulla Legge di Bilancio che il Ministro Franco dovrà licenziare il prossimo autunno.

Già attualmente la Legge di Bilancio 2022 deve garantire il dimezzamento del deficit pubblico, dall’11,8% di quest’anno, al 5,9% del prossimo anno. In questi margini si dovrà varare la riforma fiscale, degli ammortizzatori sociali e la presa in carico di milioni di disoccupati; e l’assegno unico per le famiglie. In questo modo il Governo rischia di partire con un fardello eccessivo di voci da sistemare nella Legge di Bilancio, tale da inchiodare i partiti a compiere precise scelte politiche. Ma i tempi non sono maturi e il dibattito è appena accennato.