Defibrillatori obbligatori nei luoghi aperti al pubblico e sui trasporti

LA LEGGE NAZIONALE SULL'ARRESTO CARDIACO. La normativa prevede uno scudo penale per chi, pur non essendo infermiere o medico né avendo un’abilitazione, usa il defibrillatore per tentare di salvare la vita a una persona colpita da arresto cardiaco in ambito extraospedaliero

Defibrillatore obbligatorio nei luoghi aperti al pubblico sui mezzi di trasporto

La legge n.116 del 4 agosto 2021 sancisce l’obbligo di istallazione da parte della PA e degli uffici aperti al pubblico dei defibrillatori semiautomatici e automatici. Il Ddl pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 13 agosto scorso ne stabilisce l’utilizzo negli aeroporti, stazioni ferroviarie e porti, oltre che a bordo di mezzi di trasporto con percorrenza di almeno due ore, senza fermate intermedie. Altra novità introdotta concerne la possibilità di utilizzo del dispositivo anche al personale sanitario non medico, che abbia però maturato una formazione specifica nell’attività di rianimazione cardiopolmonare. In assenza di personale sanitario o non sanitario formato, nei casi di sospetto arresto cardiaco è comunque consentito l’uso del defibrillatore anche a chi non è in possesso degli specifici requisiti richiesti.

La commissione Affari Sociali della Camera ha approvato definitivamente in sede legislativa la norma che promuove l’utilizzo e la diffusione dei defibrillatori. La legge prevede lo stanziamento di due milioni di euro e il posizionamento dei dispositivi salvavita nelle sedi delle pubbliche amministrazioni con almeno 15 dipendenti e con servizi aperti al pubblico, nei mezzi di trasporto, nelle scuole e nelle università. Si tratta della nuova legge nazionale sull’arresto cardiaco, promossa dall’onorevole Luca Rizzo Nervo in quota Pd. La normativa prevede uno scudo penale per chi, pur non essendo infermiere o medico né avendo un’abilitazione, usa il defibrillatore per tentare di salvare la vita a una persona colpita da arresto cardiaco in ambito extraospedaliero.

Scudo penale ai soccorritori

La normativa dunque consente a tutti di poter utilizzare un defibrillatore per salvare la vita a una persona colpita da arresto cardiaco. E ancora, la legge prevede l’utilizzo di tecnologie di geolocalizzazione mediante app telefoniche per inviare soccorritori a iniziare la rianimazione cardiopolmonare, procedere alla defibrillazione precoce e infine l’insegnamento obbligatorio nelle scuole dei principi di rianimazione cardiopolmonare.

La legge nazionale sull’arresto cardiaco votata all’unanimità in Parlamento è stata presentata dall’Ausl di Bologna, ed è il risultato di una stretta collaborazione tra il Sistema di emergenza regionale e l’intera comunità cittadina. Il proponente Luca Rizzo Nervo ha sottolineato infatti che attualmente solo il 28 per cento di chi assiste a un arresto cardiaco interviene col defibrillatore. Scopo di questa legge è aumentare questa percentuale e salvare un numero sempre maggiore di vite.

I defibrillatori semiautomatici previsti dalla normativa si coordinano tramite una app e mirano a ridurre il più possibile i tempi di intervento sui casi di arresto cardiorespiratorio che si verificano sul territorio. Ora tocca sensibilizzare “i laici” sull’adesione alla formazione. Si tratta di un importante passo in avanti che compie il sistema integrato di assistenza extraospedaliera, che guarda ad un soccorso mirato dove il fattore tempo è determinante. In questa direzione guarda l’impianto normativo del Ddl sull’utilizzo extraospedaliero del defibrillatore, e l’importanza di agevolare il soccorso tempestivo con leggi a tutela del soccorritore (scudo penale), diffondere l’installazione di defibrillatori esterni e, promuovere una campagna di formazione all’uso.

Defibrillatori in azienda

In molte aziende la strumentazione di sicurezza sul luogo di lavoro si limita alla presenza di una cassetta di primo soccorso con guanti, garze, acqua ossigenata, cerotti, forbici e poco altro. Strumenti che non avranno alcuna efficacia in caso di arresto cardiaco, a cui è possibile offrire una risposta e in maniera celere, solo con un defibrillatore. Le statistiche rivelano che in Italia il 5% degli arresti cardiaci si verifica sul posto di lavoro, ovvero che oltre 70 lavoratori a settimana sono colpiti da arresto cardiaco mentre si trovano in azienda.

Questo vale in generale per tutti i posti di lavoro (compagnie, ditte, enti pubblici e privati), ma possiamo elencare una rosa di luoghi di lavoro ritenuti più a rischio, in cui la presenza del defibrillatore è particolarmente consigliata. Parliamo dunque di luoghi di lavoro dove sono presenti apparecchi elettrici; all’aperto dove possono verificarsi fulmini o dove si lavora su linee elettriche; in zone isolate dove è più difficile far arrivare i soccorsi come impianti di perforazione, cantieri di costruzione, piattaforme marine ecc.; oppure in luoghi di transito o permanenza di molte persone.

Inoltre, concorrono alla scelta di dotarsi del defibrillatore in azienda anche altri fattori lavorativi, che contribuiscono ad aggravare le malattie cardiovascolari. Ad esempio come il contatto con alcune sostanze (come il monossido di carbonio e il piombo), l’asfissia da inalazione di gas tossici, le condizioni lavorative stressanti, l’esposizione al caldo o al freddo estremi, lo sforzo fisico eccessivo, l’elettrocuzione, che porta alla fibrillazione ventricolare e quindi all’arresto cardiaco. 

Gli imprenditori e i responsabili della sicurezza in azienda dovranno considerare dunque il defibrillatore al pari di un estintore, ossia uno strumento di estrema importanza in presenza di una situazione critica all’interno dell’azienda.