Rebus aziende, certificato verde sul posto di lavoro?

NODO DEL GOVERNO SULL'OBBLIGATORIETA' DEL VACCINO NELLE FABBRICHE E NEGLI UFFICI. Frena la Lega, ma anche i sindacati. Impossibile incrociare i dati dei lavoratori attivi che hanno aderito alla campagna di vaccinazione: si teme un vuoto di 2milioni di persone

Nelle misure anti Covid licenziate da Palazzo Chigi manca un pronunciamento sull’esibizione della certificazione verde nelle aziende, sul posto di lavoro. Un nodo che dovrà essere sciolto in vista della ripresa produttiva di settembre, dopo la pausa ferragostana. Totalmente contrarie all’introduzione dell’obbligatorietà del green pass nelle aziende le organizzazioni sindacali, che la scorsa settimana hanno già incontrato i rappresentanti dell’esecutivo. Le resistenze annunciate anche da alcune parti politiche congelano la questione. Infatti al momento si esclude l’ipotesi di una legge che renda obbligatorio il green pass per l’accesso negli uffici o nelle fabbriche.

Il nodo sul lavoro è animato da diverse questioni. Le argomentazioni del congelamento sono la conseguenza di un braccio di ferro fra sindacati e datori di lavoro, tutela della privacy dei dipendenti, e la responsabilità delle aziende nel garantire le condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro. Il Governo ha verificato che i lavoratori attivi potenzialmente interessati dal provvedimento includono la fascia anagrafica che va dai 40 ai 49 anni, di cui risulta vaccinata soltanto il 57,61% (il 64% ha almeno una dose). Secondo gli esperti questa fascia d’età si oppone con maggiore resistenza alla vaccinazione. Migliora la situazione per la fascia 50-59 anni, di cui il 69,85% ha concluso il ciclo vaccinale; mentre si attesta al 77,94 la percentuale di persone fra i 60 e 69 anni che sono stati vaccinati con doppia dose.

Se si intrecciano i dati dei vaccini con quelli degli occupati, risalire a quanti lavoratori risultano vaccinati è davvero complicato. Intanto perchè è impossibile verificare tramite le aziende per non violare la privacy, e inoltre perchè le stime prevedono che potrebbero mancare oltre due milioni di lavoratori alla campagna di adesione vaccinale. Abbiamo 628mila occupati sopra i 64 anni e nella fascia dei 60enni il 22% non risulta ancora vaccinato. Sulla questione si è inserita anche Confindustria, che ha frenato sull’obbligatorietà, puntando invece a rafforzare i protocolli di sicurezza licenziati durante il primo lockdown. Ma anche fra l’Unione degli Industriali e le sigle sindacali maggiormente rappresentate c’è un certo disaccordo.

I sindacati temono infatti che Confindustria voglia aumentare il ritmo della produzione e allentare le misure di distanziamento. A questo si aggiunge la disparità di trattamento delle categorie dei lavoratori. Ad oggi sono stati sottoposti alla vaccinazione obbligatoria forze dell’ordine e sanitari, ma a breve si aggiungeranno anche gli insegnanti e gli addetti alle attività aperte al pubblico. L’uso del green pass in azienda potrebbe liberare gli imprenditori da diversi vincoli, ma l’obbligatorietà resta una strada non percorribile. salvo clamorose novità che potrebbero essere introdotte nelle prossime settimane.