Da una verifica di dati prodotti da Unioncamere, Anpal e Aiso è emersa l’apertura di nuovi ingressi sul mercato del lavoro, che a partire da agosto e che si trascinerà fino ad ottobre, riguarda 1, 2 milioni di persone che hanno perso il lavoro nell’ultimo anno e mezzo. Ma come riporta un articolo de “Il Sole 24 ore” il tasso di scolarizzazione oggi intercettato è basso, e appena il 10% dei nuovi ingressi possiede una laurea. Addirittura il 36% non ha un titolo di studio, il 21 avrà una qualifica professionale, e solo il 31% possiede il diploma.
La notizia positiva è che dopo mesi di stallo, i numeri registrati rivelano un aumento dell’occupazione rispetto all’anno precedente, e che l’incremento riguarda i giovani fino a 29 anni. Quanto ai settori, gli ingressi riguarderanno: area produzione di beni ed erogazione del servizio, con 604mila lavoratori; area commerciale e della vendita con 222mila ingressi; aree tecniche e della progettazione con 172mila ingressi; 128mila per la logistica; Area direzione e servizi generali con 46mila ingressi; Area amministrativa con 46mila ingressi.
L’aspetto negativo invece è che a fronte di questa copiosa richiesta, è emersa una forte difficoltà a reperire le figure professionali. L’industria metallurgica lamenta la mancanza di candidati e preparazione adeguata. Lo stesso vale per il digital, la meccanica e le costruzioni. Ad oggi le opportunità sono i profili a più bassa scolarizzazione, e la criticità evidenziata sui profili professionali richiesti testimonia un disequilibrio fra domanda e offerta del mercato del lavoro.
La stima dei lavoratori che hanno perso l’impiego nell’ultimo anno e mezzo sono riconducibili a chi ha avuto un esodo incentivato o un contratto a termine che non è stato rinnovato. Ci si attende una mobilità trasversale in tutti i settori e in tutte le figure, “dagli operai ai manager”. L’aspettativa per le prossime settimane è una ristrutturazione dei percorsi professionali individuali, oltre ad una ristrutturazione delle aziende.
Il blocco dei licenziamenti ha di fatto ritardato un processo “naturale”, impedendo i licenziamenti ma anche nuove assunzioni. In questa fase il mercato del lavoro conta sui servizi messi in campo dal Governo, che ha stanziato 10milioni di euro per l’outplacement. Si attende dunque la digitalizzazione di Anpal così da consentire la profilazione dei lavoratori e indirizzare al meglio le risorse per la formazione, che oggi, alla luce di quanto verificato, si rivela poco utile ad aziende e lavoratori.
