Irpef e cuneo fiscale, il Piano di rilancio del Ministro Franco

Il carico fiscale dovrà essere favorevole ai fattori di produzione e in particolare al lavoro. A Cernobbio i titolari dell'Economia e del Mise illustrano la strategia da mettere in campo nelle prossime settimane, con lo sblocco dei licenziamenti ad ottobre e una nuova centralità assegnata alle imprese

A Cernobbio ospite del Forum Ambrosetti il Ministro per l’Economia Daniele Franco conferma le stime di crescita del Pil al 6% dell’economia italiana, e non esclude ulteriori margini di crescita entro la fine dell’anno. La riforma del Fisco attende una legge delega entro la fine del mese, mentre entro il 20 ottobre tocca alla Legge di Bilancio assorbire la riforma degli ammortizzatori, il prolungamento del superbonus, una prima versione del reddito di cittadinanza e un anticipo del taglio del cuneo fiscale che sarà attivo dal 2022. L’intervento sul cuneo fiscale e sull’Irpef saranno centrali nella riforma. Il carico fiscale dovrà essere favorevole ai fattori di produzione e in particolare al lavoro.

Si conferma in questa fase la centralità delle imprese, così come sottolineato anche dal titolare del Mise Giancarlo Giorgetti impegnato sul fronte della premialità da riconoscere a coloro che rinunciano alla delocalizzazione. Sempre a Cernobbio è emersa la volontà di supportare una nuova cultura d’impresa che coinvolge direttamente gli imprenditori. Se questi ultimi devono abbandonare gli abiti dei “prenditori” è stato altrettanto evidenziato che la politica deve uscire da una logica di redistribuzione per aprirsi ad una di investimento.

Il decreto anti-delocalizzazioni infatti è stato messo in campo non in una logica punitiva ma di premialità. Le aziende che vorranno risolvere i tavoli di crisi non potranno avere lo stesso trattamento di chi sceglie di chiudere e investire altrove. Il riferimento è stato ai colossi che hanno annunciato chiusura: entro la fine del mese dovranno partire le lettere di licenziamento di Whirlpool e Gkn, e alla fine di ottobre scatta lo sblocco dei licenziamenti per tutti i settori. Nel caso delle due multinazionali si sottolinea il licenziamento e la delocalizzazione nonostante le industrie abbiano ottenuto aiuti di Stato e non siano in crisi. Due esempi che oggi consentono l’applicazione di regole rigide e che richiedono una rivisitazione dei requisiti degli aiuti di Stato.