Entro il 2025 si attende la riforma delle politiche attive del lavoro da 5 miliardi di euro. Governo e Anpal sono a lavoro per la stesura delle linee guida che coinvolgerà tutte le regioni e dovrà portare alla condivisione della banca dati. Nel documento emerge la necessità di azzerare le disparità e garantire livelli di prestazione essenziali uguali per tutti. Si attende la programmazione, investimenti nei territori e monitoraggio, passando attraverso l’innovazione.
Gli strumenti che saranno utilizzati sono due: il programma Gol- Garanzia occupabilità lavoratori e il Pnc – Piano Nuove Competenze. Per farli funzionare è previsto un rafforzamento dei Centri per l’Impiego- che attendono un investimento di 600milioni di euro- sia dal punto di vista del personale che delle attrezzature. Attraverso unità mobili, sportelli temporanei e punti informativi, da realizzare con Comuni e soggetti terzi.
Ad oggi in Italia esistono 550 Centri per l’Impiego, con una media di 1 ufficio per 100mila utenti, e il nuovo piano si prefigge di portare il rapporto 1 a 40mila. Ad oggi è necessario rilevare che il piano di assunzione di 11.600 nuovi operatori e le innovazioni infrastrutturali procedono con forte ritardo, e per questa ragione si punta a potenziare la collaborazione con le agenzie private di collocamento. Tutto senza contrapposizioni.
La costruzione di un vero mercato del lavoro che consenta di incrociare domanda e offerta è un obiettivo ambito da tempo. Una banca dati però resta un miraggio se consideriamo le difficoltà che insistono all’interno di una singola regione. Resta cruciale lo sviluppo dei sistemi informativi in forma integrata e la costruzione di una piattaforma nazionale si delinea come operazione assai complessa.
Non si esclude che la riforma delle politiche attive del lavoro prevedano una rivisitazione dell’assegno di ricollocazione. Il documento elaborato da Governo e Anpal è già stato oggetto di critiche, sia da parte dei soggetti privati accreditati e beneficiari del Reddito di Cittadinanza, che dai lavoratori, la cui adesione è su base volontaria. Il programma Gol infatti prevede cinque percorsi differenziati per ore di formazione e assistenza: giovani Neet e Lavoratori in Cigs, beneficiari di Naspi e Dis- Coll, redito di cittadinanza e lavoratori autonomi che cessano l’attività.
