La stangata sulle bollette preannunciata per il prossimo autunno costringe il Governo a ragionare sulle misure per arginare un indebolimento complessivo della capacità reddituale dei cittadini. Gli annunci sull’aumento delle tariffe energetiche ha agitato le forze politiche. Il vertice di due giorni fa tra Mef, Authority per l’energia e Ragioneria dello Stato ha prodotto una ipotesi sulla “sterilizzazione” dell’Iva, che oggi pesa tra il 12 e il 13% sul costo totale della bolletta. In alternativa è previsto il taglio degli oneri sulle rinnovabili, così come è stato fatto a luglio.
In tutta Europa intanto, i prezzi salgono alle stelle. I rincari previsti riguardano il gas con una aumento del 30% e il 40% per l’elettricità. Il Governo studia un intervento sulla componente fiscale pagata dai consumatori del mercato tutelato con le tariffe dell’energia. L’opzione considerata dal Mef sarebbe quella di sterilizzare l’Iva in relazione all’incremento tariffario. Tra le alternative c’è anche un intervento una tantum per ridurre gli oneri in bolletta. I rincari scatteranno dal 1° ottobre e si punta ad inserire la strategia nell’intervento fiscale ormai atteso da settimane.
E’ stata la Spagna a proporre per prima una sterilizzazione dell’Iva sulle bollette, che potrebbe applicarsi neutralizzando l’Iva sulla differenza del costo dell’energia tra l’ultima quotazione e quella del 1° ottobre. La presenza del Mef al vertice testimonia la volontà di mettere in campo una contromisura utile a mitigare l’impatto dei rincari. Due miliardi è la cifra stimata in euro da immettere nel circuito per ridurre l’impatto degli aumenti. E non si esclude che gli addetti ai lavori possano intercettare la somma sugli oneri relativi al sostegno delle rinnovabili.
Arera e Antitrust premono per una riforma strutturale degli oneri di sistema. le due autorità premono per lo spostamento in fiscalità generale degli oneri non direttamente connessi agli obiettivi di sviluppo ambientalmente sostenibile, e quelli finalizzati al contrasto della povertà energetica. Parliamo delle voci di spesa che finanziano lo smantellamento delle centrai nucleari e i regimi tariffari speciali che valgono poco meno di 1 miliardo.
