Con l’assegno unico in arrivo fino a 170 euro al mese in busta paga per ogni figlio

La misura in vigore da gennaio 2022. Circa 9milioni di famiglie potranno ottenere l'intero importo in base all'Isee, mentre quattro quinti otterrà almeno 100 euro a figlio. Uffici, Caf e patronati si organizzano per compilare i modelli Isee

A gennaio 2022 parte l’assegno unico e universale che dovrà ridisegnare le buste paga dei lavoratori con figli a carico. Addio alle detrazioni fiscali e assegni per il nucleo familiare, con l’introduzione di una misura unica varata con la legge delega 46/2021. Nelle more del trasferimento però, molti nuclei familiari rischiano di rimanere scoperti, e proprio per evitare questo disagio il Consiglio dei Ministri lavora al decreto legislativo che attua la legge delega per il riordino delle misure a sostegno delle famiglie. Con il via libera delle commissioni competenti, entro 30 giorni si apre quella che è stata definita una “riforma epocale”. Si attende una risposta da parte di 9 milioni di nuclei familiari con figli minori di 21 anni a carico, ovvero una mole di utenti che si riverserà nei Caf, patronati, Inps, uffici e consulenti. Sono proprio questi ultimi a doversi organizzare al meglio per garantire risposte certe e immediate.

Si aumenta del 50 per cento la spesa pubblica per la famiglia. Come ha ribadito la Ministra Bonetti, si introduce uno strumento semplice che tiene conto dei carichi familiari e incentiva il lavoro femminile. L’assegno unico arriverà a seguito di apposita domanda da presentare all’Inps. Gli importi saranno modulati in base all’Isee: 175/180 euro a figlio sotto i 15mila euro di Isee (250 dal terzo figlio in poi); e che scendono a 40/50 euro a figlio con un Isee oltre i 40mila euro. Si prevede dunque un aggiornamento delle buste paga per i dipendenti.

E’ possibile che i beneficiari trovino il nuovo sussidio in ritardo in busta paga, in quanto oggi detrazioni e assegni al nucleo familiare vengono erogati in busta paga dal datore di lavoro, che grazie ad un meccanismo li recupera successivamente, ma che consente al lavoratore di beneficiarne subito. Mentre in futuro l’ente erogatore sarà l’Inps che rischia di non riuscire a corrispondere le somme in tempi rapidi, perchè dovrà valutare prima l’Isee. L’Indicatore Economico inoltre rischia di penalizzare i redditi familiari rispetto a quelli individuali a cui sono ancorate le detrazioni.

Il Ministero delle Finanze valuta che a rimetterci potrebbero essere circa 200mila famiglie, che però avrebbero poi diritto ad una compensazione parziale, che per un periodo limitato sarà aggiunta all’assegno per rimborsare la differenza. Metà delle famiglie censite riceverà l’importo massimo, mentre quattro quinti della platea otterrà 100 euro a figlio. Sulla necessità di un incontro urgente con l’Inps si è pronunciato il coordinatore della Consulta Nazionale dei Caf Giovanni Angileri, che chiede una organizzazione puntuale per rispondere a 9 milioni di famiglie che si riverseranno presso i Centri di Assistenza Fiscale per compilare l’Isee. Ma i tempi stringono e si rischia di non poter rispondere adeguatamente.