Fattura elettronica obbligatoria in arrivo per 1,5 Mln di partite Iva

LA COMMISSIONE EUROPEA ACCOGLIE LA PROPOSTA DELL'ITALIA E LA FA SUA COME STRUMENTO ANTIEVASIONE ESTESO ANCHE AI REGIMI FORFETTARI FINO AL 2024. In Italia se approvata la "norma della Commissione" non comporterà costi sostanziali per le piccole partite Iva. Per ridurre questi oneri il fisco italiano ha messo gratuitamente a disposizione per preparare e trasferire le fatture elettroniche, come un pacchetto di programmi destinati a essere installati su Pc e un applicazione per i dispositivi mobili

Nel dibattito su manovra e delega fiscale irrompe l’estensione dell’obbligo della fatturazione elettronica a 1,5 milioni di partite Iva in regime di flat tax. La Commissione Europea ha recepito la richiesta dell’Italia e ha proposto di utilizzare la fatturazione elettronica come strumento anti evasione fino al 2024, anche nei confronti di imprese e professionisti che hanno scelto il regime forfettario. In caso di ok del Consiglio dell’Unione, la decisione in Italia spetta a Governo e Parlamento. L’Italia infatti potrebbe utilizzare la fattura elettronica per altri tre anni nelle operazioni tra privati (B2B e B2C) e dovrà decidere se cancellare dalle norme nazionali l’attuale esonero per i forfettari.

Professionisti e imprese fino a 65mila euro di ricavi o compensi, fino ad oggi sono esonerati dall’obbligo di fatturare prestazioni e servizi. Come si evince dalla richiesta del Governo italiano inviata a Bruxelles, le partite Iva in regime forfettario che inviano la fattura elettronica al Sistema di Interscambio (Sdi) sono oltre il 10%. Tradotto in termini operativi, potrebbe accadere che su 1,7 milioni di contribuenti che applicano la tassa piatta al 15%, circa 1,5 milioni potrebbero essere chiamati a cimentarsi con la fatturazione elettronica.

In Italia l’estensione richiesta dell’ambito di applicazione della misura speciale non comporterà costi sostanziali per le piccole partite Iva. Per ridurre questi oneri il fisco italiano ha messo gratuitamente a disposizione per preparare e trasferire le fatture elettroniche, come un pacchetto di programmi destinati a essere installati su Pc e un applicazione per i dispositivi mobili.

La fatturazione elettronica prevede inoltre la contestuale soppressione di altri requisiti, come la comunicazione dei dati di fatturazione sulle operazioni nazionali, la compilazione delle dichiarazioni Intrasat sugli acquisti, o l’obbligo di fornire dei dettagli dei contratti sottoscritti dalle società di leasing, noleggio e affitto. Con la fattura digitale il fisco italiano è già riuscito a erogare servizi supplementari ai contribuenti Iva, come i registri precompilati di acquisto e vendita, il prospetto della liquidazione periodica dell’Iva, le dichiarazioni annuali dell’Iva precompilate, e i moduli di pagamento precompilati, comprese le imposte da compensare, da versare, o da chiedere in rimborso “con priorità agli utilizzatori di fatturazione elettronica”.

Intanto la fatturazione elettronica obbligatoria ha già consentito all’Agenzia delle Entrate e alla Guardia di Finanza di intercettare frodi e evasione fiscale. Nella relazione presentata a Bruxelles, l’Italia ha stimato in 2 miliardi di euro la somma riconducibile al miglioramento della conformità tramite la fatturazione elettronica. A questo si aggiunge che circa 580 milioni di euro di entrate supplementari nella riscossione di imposte dirette potrebbero essere attribuite alla misura.

Nel 2019 la fatturazione elettronica ha consentito di potenziare il contrasto ai falsi crediti Iva, con un recupero per le casse dello Stato di 945 milioni di euro. L’uso dei dati per la fattura digitale nel 2019 ha messo in luce i falsi esportatori abituali con 1,3 miliardi di massimali falsi dichiarati. Di grande rilevanza è inoltre l’attività di incrocio dei dati della fatturazione elettronica con le fonti di informazione antifrode transfrontaliere, compresa la rete europea Eurofisc. In questo modo sono state intercettate imprese coinvolte in meccanismi di fronte antiunionale messi in atto tra gli ultimi mesi del 2019 e del 2020, sulla base di flussi di fatturazione per operazioni inesistenti per un importo di circa 1 miliardo di euro.