Smart Working, c’è il protocollo per il settore privato. Il sindacato confederale rappresentato da Cgil, Cisl e Uil sigla il protocollo sulle linee guida inerenti il lavoro agile nel settore privato. Insieme alle altre parti firmatarie tra cui Confindustria, Confcommercio e Confartigianato per le imprese e, l’Abi per il settore bancario. Ad oggi la Legge 81 del 2017 che regola lo smart working non si cambia. Nonostante le pressioni in Parlamento che lo consideravano una misura emergenziale e dettata dalla pandemia. Il perdurare dell’emergenza sanitaria impone la conferma anche del lavoro agile per i lavoratori. Quando terminerà lo stato di emergenza sarà nuovamente necessario rinnovare l’accordo individuale tra lavoratore e impresa. Così come prevede la Legge 81.
Smart working e le intese aziendali
Il protocollo sullo smart working siglato dalle parti sociali si fa riferimento alla richiesta di semplificare le comunicazioni circa gli accordi individuali. Ovviamente nel pubblico impiego le dinamiche seguono percorsi differenti. Lo stesso Ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta ha già prolungato la procedura. Dal 15 ottobre nelle pubbliche amministrazioni gli accordi individuali per il lavoro agile sono una realtà. Inoltre le parti sociali per incentivare la contrattazione aziendale auspicano l’introduzione di incentivi per le aziende che spingono per lo smart working. Soprattutto in ottica di pari opportunità e di sostenibilità ambientale e sociale.
La misura del lavoro si lega ai risultati
Il protocollo siglato sullo smart working prevede che il lavoratore non debba avere un orario di lavoro fisso. Ovvero può organizzare liberamente la giornata in funzione degli obiettivi. Questo però non altera l’orario di lavoro di riferimento stabilito dal contratto. Diversamente, per quanto riguarda il luogo di lavoro il lavoratore ha la facoltà di sceglierlo liberamente. Purchè garantisca «la regolare esecuzione della prestazione, in condizioni di sicurezza e riservatezza».
Nell’accordo individuale la legge lascia la possibilità di stabilire che lo smart working venga svolto con Pc e attrezzatura del lavoratore. Lo stesso testo indica che il datore di lavoro fornisce gli strumenti di lavoro. Ma non si esclude che il lavoratore possa utilizzare anche i propri. Diversamente, nel caso della PA si prevede che il lavoratore possa utilizzare esclusivamente gli strumenti delle amministrazioni pubbliche. Inoltre salvo esplicita previsione dei contratti collettivi nazionali, territoriali e/o aziendali, non è autorizzato lo straordinario. Su questo tema il sindacato aveva chiesto che venisse previsto il pagamento dello straordinario quando richiesto e autorizzato da un responsabile aziendale.
Altro aspetto specificato nel protocollo è la disconnessione. Il diritto alla disconnessione trae spunto dalle 11 ore di riposo tra un turno e l’altro previste dalla legge. Ma resta i capo all’accordo individuale disciplinarne le modalità di esercizio. L’accordo non interviene invece su altri punti, come la garanzia dei buoni pasto o la divisione dei costi dell’allestimento della postazione di lavoro.
Lo smart working legato all’accordo individuale
In merito alla conferma dello smart working anche dopo la pandemia, il protocollo del 7 dicembre scorso convalida la legge 81 del 2017. Anche dopo la fase emergenziale, il lavoro agile resta ma sarà sottoposto ad accordo individuale tra azienda e lavoratore. Il confronto fra singolo lavoratore e azienda stabilirà i dettagli sulle attrezzature e gli orari di lavoro. A differenza della Pubblica Amministrazione che necessita una complessità di ragionamento differente. La vera novità stabilita per il lavoro agile nel settore privato è l’assenza di obblighi sulla scelta e l’orario del lavoro. Ognuno può organizzare la giornata in funzione degli obiettivi da raggiungere, sebbene l’orario stabilito dai contratti resta in piedi.
L’affermazione dello smart working tra i nuovi modelli organizzativi di lavoro è un punto di svolta. La sigla dell’accordo che sancisce l’intesa fra Ministero del Lavoro e Parti Sociali è un passo in avanti importante per il progresso e l’adozione di misure che guardano alle pari opportunità. Ancora una volta la pandemia e l’organizzazione emergenziale che ha prodotto ha trasformato una crisi in opportunità.