IN TOSCANA CHIUDONO 182 AZIENDE. SETTORE A RISCHIO
Avevamo già parlato in precedenza della crisi della manodopera nel mondo della moda con conseguenze di fatturati in continuo calo. Nello specifico avevamo anticipato quanto il settore della pelletteria fosse a rischio con ricavi sempre più irrisolti. Negli ultimi giorni la situazione è stata confermata da un’indagine effettuata da il ‘Sole24 Ore’ che ha riportato dei dati secondo i quali le aziende nel 2023 avevano prodotto un fatturato di 13,5 miliardi, aumentando dello 0,2% rispetto al 2022. Il 2024 non ha registrato, sin dall’inizio dell’anno, nessun segno di ripartenza, al contrario metà delle aziende di pelletteria nei mesi di gennaio-marzo 2024 ha avuto un abbassamento del 20% rispetto al trimestre del 2023.
In soli 6 mesi nella regione della Toscana più di 300 aziende del settore moda hanno interrotto la loro attività, di cui 182 riguardano il settore della pelletteria la quale a fine 2023 erano 3749 e già durante i primi mesi dell’anno successivo sono diminuite a 3567.
Attualmente
non si può pensare alla cassa integrazione come risoluzione, adesso è necessario attuare nuove misure e soluzioni rapide prima che la situazione peggiori sempre di più.
Le prime industrie di pelletterie nascono nel 1200 e nonostante nel tempo le mode sono cambiate e si sono evolute questo materia è sempre strato presente dall’abbigliamento alle borse . La crisi che oggi sta vivendo questo settore è un grande rischio, sia per quello che riguarda l’economia sia per l’estinzione del materiale che da sempre ha visto milioni di persone lavorarlo.
La Toscana e Firenze in particolare ancora oggi è dedita alla tradizione artigianale della pelletteria.
Oggi è importante , per evitare ulteriori chiusure di aziende rafforzare la collaborazione tra varie imprese e pensare le filiere di moda con un’ottica di lungo periodo , coinvolgendo tutti gli attori interessati.