L’EREDITÀ DI PAPA FRANCESCO E IL RICHIAMO UNIVERSALE ALLA PACE


Papa Francesco ha lasciato un’eredità di pace e solidarietà. Il mondo lo celebra con commozione. La sua memoria potrebbe ispirare un vero cambiamento.

L’elenco dei partecipanti ai funerali di Papa Francesco si allunga giorno dopo giorno, in un silenzioso ma eloquente pellegrinaggio di leader, autorità religiose, intellettuali e persone comuni provenienti da ogni angolo del mondo. Una scena che richiama inevitabilmente alla memoria i solenni funerali di Papa Giovanni Paolo II, Carlo Wojtyła, ma che oggi assume una valenza ancora più intensa e universale.

Non è solo il tributo a un pontefice amato e riconosciuto per la sua umanità, la sua vicinanza ai più deboli, e la sua capacità di parlare al cuore delle persone al di là delle appartenenze religiose. A commuovere e a spingere tanti a riunirsi in Vaticano è anche – e forse soprattutto – il momento storico che stiamo attraversando: un tempo segnato da conflitti, divisioni, emergenze globali e un crescente smarrimento etico.

Papa Francesco, per tutta la durata del suo pontificato, ha invocato la pace, ha costruito ponti, ha scelto parole disarmanti nella loro semplicità per abbattere muri di indifferenza e di odio. Eppure, molte delle sue preghiere sono rimaste inascoltate, molti dei suoi appelli sono rimasti sospesi nell’aria, come semi in attesa di un terreno fertile.

Ed è forse proprio ora, di fronte alla sua bara, che quei semi iniziano a trovare spazio nei cuori. Perché una bara, nella sua essenzialità, diventa simbolo e metafora dell’ineluttabilità della vita: tutti, grandi e piccoli, potenti e umili, siamo destinati allo stesso destino. Ed è lì, in quel momento di sospensione e riflessione, che si apre uno spiraglio di consapevolezza collettiva.

I grandi del mondo si fermano, per una volta non per stringere accordi o segnare confini, ma per condividere un silenzio. Ed è proprio in quel silenzio che potrebbe nascere il dialogo, quello vero, quello che parte dall’umiltà e dalla memoria. Perché la memoria è l’unico vero patrimonio comune, l’unico investimento che può dare frutti duraturi.

Se in vita non è riuscito a far cessare le guerre, forse la morte di Papa Francesco, carica del simbolismo e della forza emotiva che solo un momento così può contenere, riuscirà a innescare una scintilla. Una scintilla che non sarà miracolo, ma scelta: la scelta di iniziare davvero a costruire un mondo più giusto, più umano, più in pace.

Speriamo che ciò che non si è potuto ottenere con le parole, si possa ora conquistare con il silenzio e la memoria. Perché, alla fine, è solo ciò che di buono abbiamo fatto per gli altri che sopravvive al tempo. E Papa Francesco, questo, lo ha sempre saputo.

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