PRESTAZIONE UNIVERSALE PER IL SOSTEGNO DELLE PERSONE ANZIANE NON AUTOSUFFICIENTI


Prestazione universale per anziani non autosufficienti (2025-2026). Accesso basato su età, necessità e ISEE, gestito dall’INPS.

L’introduzione di questa prestazione universale in Italia rappresenta un’evoluzione significativa nel panorama delle politiche sociali dedicate alla terza età e, in particolare, a coloro che si trovano in condizioni di non autosufficienza. Fino ad ora, il sostegno a questa fascia di popolazione è stato spesso frammentato e dipendente da diverse misure, come l’indennità di accompagnamento, i servizi sociali territoriali e le prestazioni sanitarie. L’istituzione di un “ombrello” universale mira a semplificare l’accesso al supporto e a garantire una maggiore equità nel riconoscimento dei diritti.
La scelta di avviare questa misura in via sperimentale per un biennio (2025-2026) è una prassi comune per valutare l’efficacia e l’impatto di nuove politiche, permettendo di apportare eventuali correzioni o miglioramenti prima di una sua possibile adozione definitiva. Questo periodo di prova sarà cruciale per analizzare come la prestazione universale si integrerà con i servizi già esistenti e come risponderà effettivamente ai bisogni delle persone anziane non autosufficienti e delle loro famiglie. I requisiti di accesso delineati nel decreto sono piuttosto specifici e mirano a concentrare il beneficio su coloro che ne hanno maggiore necessità. L’età anagrafica di almeno 80 anni è un criterio che identifica una fascia di popolazione in cui la fragilità e la non autosufficienza sono più frequenti. Il “livello di bisogno assistenziale gravissimo” è un elemento centrale, che richiederà una valutazione multidimensionale accurata per essere definito e accertato.

Questa valutazione dovrà tenere conto non solo delle condizioni fisiche e cognitive dell’anziano, ma anche del suo contesto sociale e familiare.
Il limite ISEE di 6.000 euro è un indicatore della situazione economica del nucleo familiare e mira a indirizzare la prestazione verso le persone con risorse finanziarie più limitate. Questo aspetto è fondamentale per garantire che il sostegno pubblico raggiunga chi ne ha realmente bisogno, in linea con i principi di equità e giustizia sociale.
Infine, il requisito della titolarità dell’indennità di accompagnamento, o il possesso dei requisiti per ottenerla, stabilisce un legame con un beneficio già esistente e consolidato, che riconosce la necessità di un’assistenza continua per lo svolgimento degli atti quotidiani della vita. La possibilità di accedere alla prestazione universale anche solo possedendo i requisiti per l’indennità di accompagnamento, sulla base di una nuova valutazione, apre potenzialmente la platea dei beneficiari.
L’erogazione da parte dell’INPS centralizza la gestione economica della prestazione, semplificando i processi amministrativi per i cittadini.

Tuttavia, la fase di richiesta e di valutazione dei requisiti richiederà un’organizzazione efficiente e capillare per evitare lungaggini e disagi per le persone anziane e le loro famiglie, spesso già gravate da situazioni complesse.
Le “connesse attività preparatorie e organizzative, anche a carattere informativo” menzionate nel decreto sono di fondamentale importanza. Sarà cruciale che il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, l’INPS e gli altri enti coinvolti, come le regioni e i comuni, collaborino per informare adeguatamente i potenziali beneficiari e le loro famiglie sulle modalità di accesso alla prestazione, sui requisiti necessari e sui processi di valutazione. Una comunicazione chiara e accessibile è essenziale per il successo di questa misura.
In conclusione, l’istituzione di questa prestazione universale rappresenta un potenziale passo avanti nel sostegno alle persone anziane non autosufficienti in Italia. La sua natura sperimentale permetterà di monitorarne attentamente l’impatto e di apportare eventuali miglioramenti. La sua efficacia dipenderà dalla chiarezza delle procedure, dalla rapidità delle valutazioni e dall’effettiva integrazione con gli altri servizi socio-sanitari presenti sul territorio. Sarà importante osservare attentamente l’attuazione di questa misura nei prossimi due anni per comprenderne appieno i benefici e le eventuali criticità.

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