Dal 2026, il Terzo Settore in Italia godrà di un nuovo regime fiscale che ridurrà le tasse e semplificherà la burocrazia per le associazioni e le organizzazioni di volontariato. L’Unione Europea ha approvato le nuove norme, favorendo la crescita e la sostenibilità di enti non profit impegnati in attività sociali. Tra le misure previste, ci sono agevolazioni fiscali, esenzioni dalle imposte indirette e strumenti di finanziamento con condizioni vantaggiose, migliorando così l’efficienza e l’impatto delle organizzazioni a favore del bene comune.
Continua a leggereANNUNCIATE TUTTE LE NOVITA’ NORMATIVE PER L’OBBLIGO DI PEC RIVOLTO AD AMMINISTRATORI DI SOCIETA’ ED ESTESO A TUTTE LE IMPRESE. SCADENZE, SANZIONI E COME ADEGUARSI ATTRAVERSO UNA GUIDA
Dal 12 marzo 2025, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha esteso l’obbligo di comunicazione dell’indirizzo PEC a tutti gli amministratori di società, comprese quelle già costituite prima del 1 gennaio 2025. Gli amministratori devono comunicare il proprio indirizzo PEC entro il 30 giugno 2025, pena sanzioni amministrative. La PEC, essendo un mezzo sicuro di comunicazione ufficiale, mira a migliorare la trasparenza e la digitalizzazione, ma solleva anche dubbi sulla complessità burocratica che questa misura potrebbe comportare.
Continua a leggereLA ROTTAMAZIONE QUINQUIES: PIU’ TEMPO PER PAGARE I DEBITI . VANTAGGI E SVANTAGGI DELLA NUOVA PROPOSTA
La “rottamazione quinquies” è una proposta che permette a chi ha debiti con lo Stato di pagarli con più tempo e minori costi, includendo il pagamento rateale fino a 10 anni e l’eliminazione di sanzioni e interessi. Sebbene offra vantaggi come maggiore flessibilità e il recupero di crediti difficilmente esigibili, presenta anche rischi, come l’incoraggiamento all’evasione fiscale e la mancanza di equità tra contribuenti. Inoltre, potrebbe ridurre il gettito a breve termine e creare confusione normativa. In sintesi, la proposta solleva dubbi sulla sostenibilità e sull’equità del sistema fiscale.
Continua a leggereLA BCE TAGLIA ANCORA I TASSI: LA Co.N.A.P.I.. NAZIONALE BENE SE ANCHE LE BANCHE FANNO IL PROPRIO LAVORO
La Banca Centrale Europea ha ridotto il tasso ufficiale di sconto al 2,50%, una mossa accolta positivamente dalla Conapi Nazionale, che la considera utile per stimolare la crescita e proteggere il potere d’acquisto delle famiglie. Tuttavia, la Conapi esprime preoccupazione per il comportamento delle banche, temendo che possano rallentare la riduzione dei tassi e privilegiare gli investimenti in titoli di Stato invece di sostenere famiglie e imprese. La Confederazione sollecita un maggiore impegno delle banche nell’economia reale. È necessaria una vigilanza più attenta per garantire che le banche tornino a canalizzare i risparmi verso prestiti produttivi.
Continua a leggereIL MEF HA PUBBLICATO L’ATTO DI INDIRIZZO CHE CHIARISCE I DIRITTI DEL CONTRIBUENTE IN AMBITO FISCALE
Il 27 febbraio 2025, il MEF ha pubblicato un atto di indirizzo che chiarisce l’applicazione dell’art. 10-bis della Legge 212/2000, riguardante l’abuso del diritto e il risparmio fiscale. Il provvedimento conferma che il contribuente ha diritto a scegliere soluzioni fiscali più vantaggiose, purché legittime e non finalizzate esclusivamente a eludere il pagamento delle imposte. L’onere della prova per dimostrare l’abuso del diritto passa all’Agenzia delle Entrate, riducendo il rischio di contestazioni ingiustificate. Tuttavia, l’atto presenta alcune criticità, come la mancanza di criteri oggettivi per definire l’abuso e l’assenza di sanzioni per contestazioni infondate da parte dell’amministrazione fiscale.
Continua a leggereINTRODOTTE DUE IMPORTANTI MODIFICHE PER I CONTRATTI A TERMINE
LA LEGGE N. 203/2024, CONOSCIUTA COME “COLLEGATO LAVORO”, INTRODUCE DUE SIGNIFICATIVE MODIFICHE SUI CONTRATTI A TERMINE: LA RIDEFINIZIONE DELLE ATTIVITÀ STAGIONALI E LA NUOVA REGOLAMENTAZIONE DEL CALCOLO DEL PERIODO DI PROVA NEI CONTRATTI A TEMPO DETERMINATO. QUESTI CAMBIAMENTI OFFRONO MAGGIORE CHIAREZZA E SEMPLIFICAZIONE PER I DATORI DI LAVORO E I LAVORATORI.
La Legge n. 203/2024, denominata “Collegato Lavoro”, introduce due modifiche fondamentali in materia di contratti a termine: la ridefinizione delle attività stagionali e la regolamentazione del calcolo del periodo di prova nei contratti a tempo determinato.
- Interpretazione Autentica delle Attività Stagionali
L’interpretazione autentica riguarda l’articolo 21 del D.Lgs. n. 81/2015, chiarendo la definizione delle attività stagionali. L’importanza di tale definizione deriva dal fatto che i contratti a termine stipulati per attività stagionali beneficiano di diverse esenzioni rispetto alla disciplina ordinaria:
Esclusione dalla durata massima complessiva (art. 19, comma 2, D.Lgs. n. 81/2015);
Esclusione dal limite percentuale di lavoratori a termine (art. 23, comma 2, D.Lgs. n. 81/2015);
Esenzione dall’obbligo della causale (art. 21, comma 1, D.Lgs. n. 81/2015).
L’articolo 11 del Collegato Lavoro stabilisce che rientrano nelle attività stagionali:
Quelle individuate dal D.P.R. n. 1525/1963;
Quelle connesse all’intensificazione dell’attività lavorativa in determinati periodi dell’anno;
Quelle legate a esigenze tecnico-produttive o ai cicli stagionali dei mercati serviti dall’impresa, purché previste dai contratti collettivi sottoscritti ai sensi dell’articolo 51 del D.Lgs. n. 81/2015.
L’INPS, con il messaggio n. 483 del 7 febbraio 2025, ha chiarito che i lavoratori assunti per attività stagionali definite dall’interpretazione autentica sono esentati dal contributo addizionale NASpI del 1,40% e dall’incremento dello 0,50% per ciascun rinnovo, ai sensi dell’articolo 2, comma 28, della Legge n. 92/2012.
Tuttavia, è importante sottolineare che tale normativa non si applica ai contratti a termine o stagionali di ex dipendenti, escludendo quindi il personale già precedentemente impiegato nella stessa azienda.

- Modalità di Calcolo del Periodo di Prova nei Contratti a Termine
L’altra modifica riguarda il calcolo del periodo di prova nei contratti a tempo determinato, modificando l’articolo 7 del D.Lgs. n. 104/2022 (decreto Trasparenza). Il nuovo criterio stabilisce che il periodo di prova sia calcolato con un giorno di effettiva prestazione ogni 15 giorni di calendario.
Durata del periodo di prova:
Per contratti fino a sei mesi: da un minimo di due giorni a un massimo di quindici giorni;
Per contratti tra sei e dodici mesi: massimo trenta giorni.
Il legislatore non ha previsto alcuna differenziazione per le mansioni, aspetto che potrebbe causare contenziosi. La giurisprudenza ha sottolineato che un periodo di prova troppo breve potrebbe impedire al lavoratore di dimostrare adeguatamente le proprie competenze, specialmente in ruoli complessi.
Le modifiche introdotte dal Collegato Lavoro mirano a chiarire e semplificare alcuni aspetti della disciplina dei contratti a termine. Tuttavia, la mancata differenziazione del periodo di prova in base alle mansioni potrebbe generare conflitti giuridici. Inoltre, l’interpretazione autentica delle attività stagionali conferisce maggiore certezza giuridica ai datori di lavoro, garantendo al contempo alcune agevolazioni contributive
PUBBLICATE NELLA GAZZETTA UFFICIALE IMPORTANTI MODIFICHE PER L’ISEE IN MANIERA EQUA PER LE FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ
IL DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI DEL 14 GENNAIO 2025, N. 13, PUBBLICATO IN GAZZETTA UFFICIALE IL 18 FEBBRAIO 2025, INTRODUCE NUOVE MISURE PER RENDERE L’ISEE PIÙ EQUO E ADERENTE ALLA REALTÀ ECONOMICA DELLE FAMIGLIE ITALIANE, CON MODIFICHE CHE INCLUDONO L’ESCLUSIONE DI TITOLI DI STATO DAL PATRIMONIO MOBILIARE E LA SEMPLIFICAZIONE DEL PROCESSO ATTRAVERSO LA DSU PRECOMPILATA.
Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (D.P.C.M.) 14 gennaio 2025, n. 13, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 18 febbraio 2025, introduce rilevanti modifiche al calcolo e agli utilizzi dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE). Tali modifiche riguardano diversi aspetti del regolamento originario (D.P.C.M. 5 dicembre 2013, n. 159), con l’obiettivo di rendere il sistema più equo e aderente alla realtà economica delle famiglie italiane. Di seguito un’analisi dettagliata delle principali novità.

- Principali novità introdotte
1.1. Esclusione di titoli di Stato e prodotti finanziari garantiti
• I titoli di Stato e prodotti finanziari garantiti dallo Stato fino a un valore di 50.000 euro sono esclusi dal calcolo del patrimonio mobiliare dell’ISEE.
• Questa modifica ha l’effetto di incentivare l’investimento in strumenti finanziari sicuri senza penalizzare le famiglie nel calcolo dell’indicatore economico.
1.2. DSU precompilata
• Introduzione del concetto di Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) precompilata, accessibile dal cittadino tramite portali telematici.
• Lo scopo è semplificare la dichiarazione dell’ISEE, riducendo il margine di errore e i tempi di elaborazione.
1.3. Modifiche alla composizione del nucleo familiare
• Le condizioni per considerare coniugi con diversa residenza come nuclei distinti sono state aggiornate per recepire le modifiche normative del Codice di Procedura Civile.
• Ora si fa riferimento agli articoli 473-bis.51 e 473-bis.22 del codice di procedura civile, aggiornando la normativa in base alla riforma della giustizia civile.
1.4. Nuove regole per il calcolo del reddito
• Esclusione dei trattamenti assistenziali percepiti per la disabilità, se non rientranti nel reddito complessivo ai fini IRPEF.
• Aggiornamento delle detrazioni per il canone di locazione, mantenendo il tetto massimo di 7.000 euro, con un incremento di 500 euro per ogni figlio convivente successivo al secondo.
1.5. Prestazioni agevolate di natura socio-sanitaria
• Modifica della regola che integra l’ISEE con la componente reddituale dei figli non inclusi nel nucleo familiare solo per prestazioni residenziali a ciclo continuativo.
• Confermata la valorizzazione delle donazioni di beni immobili fatte nei tre anni precedenti alla richiesta della prestazione.

- Modifiche all’ISEE Corrente
2.1. Ampliamento delle condizioni per la richiesta
• Oltre alle variazioni lavorative già previste, l’ISEE corrente può essere richiesto anche nei casi di interruzione di trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari.
2.2. Validità estesa e aggiornamenti
• Validità portata a sei mesi (in precedenza due mesi), salvo variazioni della situazione occupazionale.
• Aggiornamento automatico dell’ISEE corrente in caso di variazioni successive che impattino sulla componente reddituale o patrimoniale.
2.3. Possibilità di aggiornare la componente patrimoniale
• A partire dal 1° aprile di ogni anno, l’ISEE corrente può essere richiesto anche in caso di variazione del patrimonio superiore al 20% rispetto alla dichiarazione ordinaria.

- Nuova Validità della DSU
• La Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU) avrà validità fino al 31 dicembre dell’anno di presentazione, anziché fino al 15 gennaio dell’anno successivo.
• La presentazione della DSU avverrà prioritariamente in modalità precompilata, pur rimanendo disponibile la possibilità di compilazione ordinaria. - Impatti e Considerazioni Finali
Le modifiche introdotte con il D.P.C.M. 14 gennaio 2025, n. 13, puntano a:
• Migliorare l’accessibilità e la trasparenza del calcolo dell’ISEE, con l’introduzione della DSU precompilata.
• Rendere più equo il calcolo dell’indicatore, escludendo i trattamenti per la disabilità e i titoli di Stato dal patrimonio mobiliare.
• Ampliare la flessibilità dell’ISEE corrente, permettendo aggiornamenti più frequenti e in linea con le variazioni economiche delle famiglie.
In sintesi, il nuovo quadro normativo appare più inclusivo e adatto a fotografare meglio la reale condizione economica delle famiglie italiane, fornendo strumenti più efficaci per garantire l’accesso equo alle prestazioni agevolate.
RIAPERTURA DELLA ROTTAMAZIONE/QUATER: NUOVA OPPORTUNITÀ PER I CONTRIBUENTI DECADUTI
IL GOVERNO HA PREVISTO UNA NUOVA OPPORTUNITÀ PER I CONTRIBUENTI DECADUTI DALLA ROTTAMAZIONE-QUATER, CONSENTENDO LORO DI RIENTRARE NELLA PROCEDURA E SALVAGUARDARE I VANTAGGI DELLA SANATORIA. LE RICHIESTE DI RIAMMISSIONE DEVONO ESSERE PRESENTATE ENTRO IL 30 APRILE 2025.
Il Governo ha concesso una nuova possibilità ai contribuenti che, pur avendo aderito alla rottamazione-quater delle cartelle esattoriali, sono decaduti dal beneficio per mancato pagamento delle rate. Grazie alla recente conversione in legge del Decreto Milleproroghe (DL 202/2024), questi soggetti potranno essere riammessi alla procedura, evitando di perdere i vantaggi della sanatoria.

Chi Può Beneficiare della Riammissione?
Questa opportunità è riservata a coloro che:
Hanno presentato domanda di adesione alla rottamazione-quater entro il 30 giugno 2023;
Non hanno rispettato il piano di pagamento originario, non versando integralmente o tempestivamente una delle prime sei rate;
Si trovano in una condizione di decadenza dalla procedura alla data del 31 dicembre 2024.
Come Presentare la Domanda di Riammissione
I contribuenti interessati devono inviare una richiesta di riammissione entro il 30 aprile 2025. La domanda dovrà essere trasmessa in via telematica attraverso il portale dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, che pubblicherà le istruzioni operative entro 20 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione.

Modalità di Pagamento
Una volta ottenuta la riammissione, il contribuente dovrà procedere al versamento delle somme dovute, sulle quali verranno calcolati interessi del 2% annuo a partire dal 1° novembre 2023. Sono previste due opzioni di pagamento:
Soluzione unica: l’intero importo dovrà essere versato entro il 31 luglio 2025;
Rateizzazione fino a dieci rate, con il seguente calendario:
Prima e seconda rata: 31 luglio 2025 e 30 novembre 2025;
Rate successive: 28 febbraio, 31 maggio, 31 luglio e 30 novembre per gli anni 2026 e 2027.
L’Agenzia delle Entrate-Riscossione fornirà al contribuente il dettaglio degli importi e delle scadenze entro il 30 giugno 2025.

Quali Sono i Vantaggi della Riammissione?
Accedendo a questa misura, il contribuente potrà beneficiare di diversi vantaggi:
Saldare solo il capitale dovuto, senza dover pagare sanzioni e interessi di mora;
Sospensione delle procedure esecutive, evitando pignoramenti e altre azioni di recupero da parte dell’Agente della Riscossione;
Non essere considerato inadempiente ai fini del rilascio del DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva), utile per imprese e professionisti che operano con la Pubblica Amministrazione.
Cosa Succede in Caso di Mancato Pagamento?
Se il contribuente non effettua i pagamenti nei termini stabiliti, la riammissione diventerà inefficace e si perderanno tutti i benefici della rottamazione. In tal caso, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione potrà riprendere le attività di recupero coattivo, compresi pignoramenti e fermi amministrativi.
Questa riapertura rappresenta un’importante possibilità per coloro che hanno incontrato difficoltà nel rispettare il piano di pagamento della rottamazione-quater. Tuttavia, è fondamentale agire tempestivamente, presentando la richiesta entro la scadenza del 30 aprile 2025 e rispettando i termini di pagamento previsti per non perdere i benefici della misura.
MINISTERO DEL LAVORO: INDENNITA’ PER I LAVORATORI DEL SETTORE DEI CALL CENTER.
IL FINANZIAMENTO AMMONTA A 20 MILIONI DI EURO A VALERE SUL FONDO SOCIALE PER OCCUPAZIONE E FORMAZIONE
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha emanato il Decreto n. 45 del 16 gennaio 2025 che prevede l’attuazione delle misure di sostegno al reddito per i lavoratori dipendenti dalle imprese del settore call center. L’articolo 1, comma 195, della Legge 30 dicembre 2024 la n.207 , la cosiddetta Legge di Bilancio per l’anno 2025, ha previsto il rifinanziamento dell’indennità di sostegno al reddito in favore dei lavoratori dipendenti dalle imprese di call center, per un importo pari a 20 milioni di euro a valere sul Fondo sociale per occupazione e formazione. Il 16 gennaio 2025, il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, in concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, ha emanato il Decreto n. 45/2025, che prevede appunto, misure di sostegno al reddito per i lavoratori dipendenti delle imprese del settore dei call center. Questo decreto attua quanto stabilito dall’articolo 1, comma 195, della Legge 30 dicembre 2024, n. 207 , che ha stanziato 20 milioni di euro a valere sul Fondo sociale per occupazione e formazione per rifinanziare l’indennità di sostegno al reddito in favore di questi lavoratori. L’indennità, pari al trattamento massimo di integrazione salariale straordinaria, può essere concessa per un periodo massimo di 12 mesi.

È destinata ai lavoratori delle aziende del settore dei call center, anche in caso di cessazione dell’attività, nei periodi di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa, qualora non sia possibile accedere alle prestazioni del Fondo di solidarietà bilaterale per la filiera delle telecomunicazioni. Possono accedere al trattamento anche le imprese ammesse a una procedura concorsuale con continuazione dell’attività. Per ottenere l’indennità, le aziende devono stipulare un accordo presso la Direzione Generale dei Rapporti di Lavoro e delle Relazioni Industriali del Ministero del Lavoro. Successivamente, devono presentare un’istanza alla Direzione Generale degli Ammortizzatori Sociali, inviandola tramite PEC all’indirizzo DGammortizzatorisociali.div3@pec.lavoro.gov.it, seguendo le procedure e utilizzando la modulistica disponibile sul sito del Ministero. Queste misure mirano a sostenere i lavoratori del settore dei call center, offrendo un supporto economico nei periodi di difficoltà e garantendo una maggiore tutela occupazionale. L’indennità può essere richiesta per periodi di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa, qualora non sia possibile ricorrere alle prestazioni del Fondo di solidarietà bilaterale per la Filiera delle Telecomunicazioni, comprendendo anche la fattispecie di aziende in cessazione di attività. Possono fare ricorso al trattamento anche le imprese che siano state ammesse ad una procedura concorsuale in cui sia stata disposta la continuazione dell’attività.

La concessione del trattamento è disposta dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, sulla base di specifici accordi siglati in sede ministeriale. Chi lavora nei call center in Italia può avere diverse tipologie di contratto, che determinano i diritti, le tutele e le condizioni lavorative. Le principali categorie contrattuali sono: Contratto a Tempo Indeterminato o Determinato con il CCNL Telecomunicazioni che appunto viene applicato ai lavoratori assunti direttamente dalle aziende di telecomunicazioni o da grandi call center strutturati. Poi ancora CCNL Commercio/Terziario: usato da alcune aziende per inquadramenti diversi. Per quanto riguarda le tutele, si hanno: ferie, malattia, tredicesima, contributi pensionistici, diritto alla disconnessione (nel caso di lavoro da remoto). Molto usato in tale settore è il contratto di collaborazione (Co.Co.Co.), prevalentemente usato per operatori che effettuano vendita telefonica e ci sono meno tutele rispetto al contratto subordinato: niente ferie, malattia retribuita o TFR. Deve comunque rispettare le normative sulle collaborazioni continuative. Per il lavoro in somministrazione, si ha il contratto a tempo determinato tramite agenzie interinali, con le stesse tutele di un contratto subordinato, ma con limiti di durata. In ultimo si ha il contratto a progetto (meno usato), ormai superato per via delle restrizioni legislative.
IN VIGORE DAL PRIMO GENNAIO NORMATIVE INERENTI AL RIMBORSO DI ALCUNE SPESE
LA NORMATIVA IMPIONE L’OBBLIGO DI UTILIZZARE STRUMENTI DI PAGAMENTO TRACCIABILI PER LA DEDUCIBILITÀ FISCALE. LE AZIENDE E I DIPENDENTI DOVRANNO ADEGUARSI A NUOVE PROCEDURE E DOCUMENTAZIONI PER EVITARE SANZIONI.
A partire dal 1° gennaio 2025, sono entrate in vigore importanti modifiche normative riguardanti le modalità di rimborso spese e la relativa documentazione, introdotte dalla Legge di Bilancio 2025 (Legge 30 dicembre 2024, n. 207). Queste novità mirano a garantire una maggiore trasparenza fiscale e a contrastare l’evasione, imponendo l’uso di strumenti di pagamento tracciabili per la deducibilità delle spese e l’esenzione fiscale dei rimborsi.
Obbligo di Tracciabilità dei Pagamenti
La nuova normativa stabilisce che, per poter beneficiare della deducibilità fiscale e dell’esenzione dai contributi previdenziali, le spese sostenute dai dipendenti in trasferta devono essere pagate tramite strumenti tracciabili. Questo include l’uso di carte di credito, debito, bonifici bancari o altri metodi elettronici. L’obbligo di tracciabilità si applica a diverse tipologie di spese, tra cui:
• Vitto e alloggio: spese per pasti e pernottamenti durante la trasferta.
• Viaggi e trasporti: biglietti aerei, ferroviari, noleggio auto e servizi di taxi o NCC.
È importante notare che le spese per trasporti pubblici di linea, come autobus o metropolitane, sono esentate da questo obbligo e possono essere dedotte anche se pagate in contanti.

Modalità di Rimborso e Documentazione Richiesta
Le aziende dovranno adeguare le proprie procedure interne per garantire che tutte le spese rimborsate siano supportate da documentazione adeguata e che i pagamenti siano effettuati con metodi tracciabili. La documentazione accettata include:
• Fatture: documenti fiscali emessi dal fornitore del servizio.
• Ricevute fiscali: prove di pagamento per servizi o beni acquistati.
• Bollettini postali e MAV: per spese pagate tramite questi canali.
• Ricevute di bonifici: attestazioni di pagamenti effettuati tramite bonifico bancario.
• Scontrini parlanti: scontrini che riportano dettagli specifici sul bene o servizio acquistato e l’identità del fornitore.
Per le spese sostenute a favore di familiari, la documentazione dovrà essere intestata al familiare, e il dipendente dovrà attestare di aver sostenuto personalmente la spesa.
Implicazioni per Aziende e Dipendenti
L’introduzione dell’obbligo di tracciabilità comporta diverse implicazioni pratiche:
• Per le aziende: Sarà necessario implementare sistemi di controllo più rigorosi per verificare la conformità delle spese rimborsate, assicurandosi che siano state effettuate con metodi di pagamento tracciabili. Questo potrebbe richiedere l’aggiornamento delle politiche interne e la formazione del personale amministrativo.
• Per i dipendenti: Le spese sostenute in contanti non saranno più esenti da tassazione e contributi previdenziali. Pertanto, i dipendenti dovranno prestare attenzione a utilizzare strumenti di pagamento tracciabili per le spese di trasferta, conservando tutta la documentazione necessaria per il rimborso.
In caso di mancato rispetto delle nuove disposizioni, le spese rimborsate potrebbero essere considerate imponibili, aumentando così il carico fiscale sia per il dipendente che per l’azienda.

Riferimenti Normativi
Le modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio 2025 riguardano principalmente i seguenti articoli del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR):
• Art. 51, comma 5: Disciplina le indennità e i rimborsi per le trasferte dei dipendenti, specificando le condizioni per l’esenzione fiscale.
• Art. 54: Riguarda la determinazione del reddito di lavoro autonomo, includendo disposizioni sulle spese deducibili.
• Art. 95: Tratta delle spese per prestazioni di lavoro nell’ambito del reddito d’impresa, con particolare attenzione alle condizioni di deducibilità.
• Art. 108, comma 2: Si riferisce alle spese di rappresentanza, ora deducibili solo se effettuate con pagamenti tracciabili.
Queste modifiche normative sono state introdotte con l’obiettivo di aumentare la trasparenza nelle transazioni finanziarie e di facilitare i controlli fiscali, promuovendo l’uso di strumenti di pagamento elettronici e riducendo l’uso del contante nelle operazioni aziendali.
Le nuove disposizioni in materia di rimborsi spese e documentazione, operative dal 2025, rappresentano un cambiamento significativo per aziende e dipendenti. È fondamentale che entrambe le parti si adeguino prontamente alle nuove regole, adottando strumenti di pagamento tracciabili e assicurando una corretta gestione della documentazione, al fine di beneficiare delle agevolazioni fiscali previste e di evitare sanzioni.