FESTIVAL DI SANREMO 2025: VITTORIA, ASCOLTI, CRITICHE ED EMOZIONI


LA 75ª EDIZIONE DEL FESTIVAL DI SANREMO HA REGISTRATO UN IMPATTO ECONOMICO DI 245 MILIONI DI EURO, CON UN FORTE COINVOLGIMENTO DEL PUBBLICO E 13,4 MILIONI DI SPETTATORI ALLA FINALE. NONOSTANTE LE CRITICHE SULLA CONDUZIONE DI CARLO CONTI, LA MANIFESTAZIONE HA OFFRITO EMOZIONI FORTI, COME LA RESILIENZA DI BIANCA BALTI E LA VITTORIA DI OLLY CON “BALORDA NOSTALGIA”, CHE HA SUSCITATO SIA ENTUSIASMO CHE POLEMICHE.

La 75ª edizione del Festival di Sanremo, recentemente conclusa, ha avuto un notevole impatto economico. Secondo le stime, l’edizione del 2025 ha prodotto un valore complessivo di circa 245 milioni di euro, segnando un incremento di 40 milioni rispetto all’edizione precedente.
Dal punto di vista televisivo, la serata finale ha registrato 13,4 milioni di spettatori, con uno share del 73,1%. Questo risultato segna una lieve flessione rispetto al 2024, quando la finale aveva totalizzato più di 14 milioni di spettatori e uno share del 74%. Più nello specifico nella prima parte della serata, dalle 21:22 alle 23:30, sono stati 16 milioni gli spettatori, con uno share del 69%. La seconda parte, dalle 23:36 all’1:59, ha visto la partecipazione di 11,1 milioni di spettatori e un impressionante 79,2% di share. Il picco di ascolto in share, pari all’87,3%, si è verificato intorno all’1:56, in concomitanza con la proclamazione del vincitore, Olly.
Questi numeri testimoniano l’enorme coinvolgimento del pubblico italiano nel Festival, confermando ancora una volta il suo status di evento di punta della televisione nazionale. Il Festival di Sanremo, creato nel 1951 e punto di riferimento per la musica italiana, ha una grande importanza storica e culturale , non solo come evento musicale, ma anche come un fenomeno di grande impatto su vari aspetti della società, della cultura e dell’economia, diventando un vero e proprio specchio della società e delle sue trasformazioni.

Oltre al suo valore culturale, Sanremo è anche un importante motore economico per l’industria musicale, la pubblicità e il turismo. La città di Sanremo, infatti, vive un forte indotto durante il periodo del festival, con un incremento delle presenze turistiche e degli eventi collegati. Le aziende investono ingenti somme nella pubblicità durante le trasmissioni, e il Festival è anche un’occasione per lanciare nuovi talenti e prodotti musicali. L’edizione di quest’anno ha raggiunto un nuovo record registrando una crescita dell’8,5% rispetto all’anno passato.
Ma bisogna ammettere che l’edizione di quest’anno ha suscitato diverse discussioni a causa dell’assenza di Amadeus, che aveva condotto le edizioni precedenti. Molti telespettatori hanno mostrato insoddisfazione per la conduzione di Carlo Conti, giudicata meno energica e coinvolgente rispetto a quella di Amadeus. Alcuni utenti sui social hanno evidenziato una certa “staticità” nel suo approccio, lamentando la mancanza di momenti di intrattenimento che erano diventati una costante nelle passate edizioni.Anche il DopoFestival, solitamente animato da Fiorello, è stato criticato per essere meno vivace e dinamico rispetto al passato, portando ulteriori lamentele tra il pubblico. Nonostante queste osservazioni, i dati Auditel mostrano un aumento degli ascolti rispetto agli anni precedenti, con una media di 11,8 milioni di spettatori nelle prime due serate, superando così i numeri del 2023 e 2024.

Critiche a parte , molto anche le emozioni e i momenti di grande impatto che questa edizione ci sta regalando, che stanno mantenendo alta l’attenzione del pubblico. Una delle sorprese più apprezzate è stata sicuramente la partecipazione di Bianca Balti, che ha portato sul palco una classe e una bellezza che hanno colpito tutti. La sua presenza ha contribuito a rendere l’edizione ancora più affascinante, non solo per il suo ruolo di co-conduttrice, ma anche per la sua naturale capacità di attrarre i riflettori. Nonostante le difficoltà legate alla sua lotta contro il cancro ovarico, Bianca Balti ha deciso di non farsi fermare dalla malattia e di tornare sul palco del Festival di Sanremo nel 2025. La sua presenza non è solo un gesto di resilienza, ma anche un messaggio potente di speranza per chi sta affrontando situazioni simili. Con il suo ritorno all’Ariston, Balti ha voluto dimostrare che la forza interiore può vincere anche le sfide più difficili, e ha portato con sé una carica di energia che ha conquistato il pubblico.

Il successo di Olly, vincitore del 75° edizione, con ‘Balorda Nostalgia’, se da un lato ha scatenato i suoi fan, dall’altra è stato motivo di critiche e delusione. Giorgia, con il brano “La cura per me”, e Achille Lauro, con “Incoscienti giovani”, non sono riusciti a entrare nella top 5 del Festival di Sanremo 2025, suscitando forti reazioni da parte del pubblico. Molti fan hanno espresso il loro disappunto per l’assenza di questi artisti, apprezzati per le loro carriere consolidate e le performance durante la competizione. La giornalista Selvaggia Lucarelli ha commentato la classifica con una nota di ironia, definendo i due come “i due piagnini nella cinquina” e criticando la presenza di Fedez e Simone Cristicchi tra i primi cinque. Inoltre, ha sottolineato la posizione di Giorgia, suggerendo che la cantante “resiste, ma solo al governo” e ha ironizzato sulla “maledizione del favorito” riferendosi ad Achille Lauro.
Durante la lettura della classifica finale, si sono verificati alcuni fischi e manifestazioni di insoddisfazione da parte del pubblico presente al Teatro Ariston, segnali di delusione per la posizione di alcuni artisti che molti ritenevano meritassero una posizione più alta.

Ecco la classifica finale del Festival di Sanremo 2025:

  1. Olly – “Balorda nostalgia”
  2. Lucio Corsi – “Volevo essere un duro”
  3. Brunori Sas – “L’albero delle noci”
  4. Fedez – “Battito”
  5. Simone Cristicchi – “Quando sarai piccola”
  6. Giorgia – “La cura per me”
  7. Achille Lauro – “Incoscienti giovani”
  8. Francesco Gabbani – “Viva la vita”
  9. Irama – “Lentamente”
  10. Coma_Cose – “Cuoricini”
    Queste reazioni evidenziano non solo la passione del pubblico per il Festival, ma anche quanto questo evento rimanga una pietra miliare della cultura musicale italiana, con il potere di suscitare forti emozioni e dibattiti.

FEDEZ E SANREMO 2025. POSSIBILE STRATEGIA PER AUMENTARE GLI ASCOLTI


FEDEZ PROTAGONISTA A SANREMO 2025: TRA STRATEGIE MEDIATICHE, POLEMICHE E NUOVI BRANI. IL RAPPER PUNTA A CONQUISTARE IL PUBBLICO GIOVANE CON LA SUA PRESENZA, TRA GOSSIP, CANZONI NUOVE E ANTICIPAZIONI CHE POTREBBERO ALZARE GLI ASCOLTI DEL FESTIVAL.

Il 75° Festival di Sanremo 2025 che andrà in onda oggi 11 febbraio alle 20.40 su Rai1 e dove per cinque serate di seguito vedremo il Teatro Ariston trasformarsi nel palcoscenico più osservato d’Italia, ha creato molta attesa , discussioni e hype tra gli adulti ma soprattutto tra i giovani. Tra i 29 partecipanti in gara ( non più 30 a causa del ritiro di Emis Killa) , il nome che più genera mormorio è sicuramente quello di Fedez. Conosciamo benissimo la storia di Fedez e Chiara Ferragni, ma ciò di cui alcuni non sono ancora a conoscenza riguarda la famosa puntata del podcast “ #Falsissimo “ di Fabrizio Corona secondo il quale qualche settimana fa, andando contro il suo amico Fedez, ha raccontato tutta la verità sulla loro storia e su una figura femminile sempre presente nella vita di Fedez anche durante il giorno del loro matrimonio. Le voci sul rapper non sono belle e limpide che al contrario si ritrova criticato da una stragrande maggioranza di pubblico per il comportamento avuto non solo come uomo di famiglia ma anche come cantante poco professionale (ricordiamo la sua entrata durante il Festival di Sanremo 2024). Dunque non escludiamo ad oggi che Fedez sia stato scelto per Sanremo anche con l’obiettivo di attrarre una grande audience.

La sua popolarità e la sua capacità di generare attenzione sui social media sono fattori che fanno di lui una figura strategica per un evento come il Festival di Sanremo, che ha una forte componente di visibilità. La sua partecipazione è un modo per raggiungere un pubblico vasto, in particolare tra i giovani, che potrebbe essere più incline a seguire l’evento grazie alla sua presenza. Il mondo dello spettacolo, e in particolare Sanremo, ha una lunga tradizione di sfruttare eventi, gossip e scandali per attrarre l’attenzione e mantenere l’interesse del pubblico.
In effetti, i media e le voci che circolano intorno a situazioni come quella di Fedez e Corona potrebbero far parte di un gioco di anticipazione che aumenta il coinvolgimento del pubblico. Tuttavia, senza prove concrete, è difficile dire se tutto questo sia stato organizzato appositamente con l’intento di creare un “colpo mediatico” in vista di Sanremo, ma l’ipotesi non è del tutto irragionevole.
La sua nuova canzone dal titolo “Battito”, come molte delle sue, promette di portare con sé un mix di emozioni, riflessioni e anche di impegno sociale, caratterizzando ulteriormente il suo stile.

Sarà interessante vedere come il pubblico reagirà al brano e se il cantante continua ad avere dalla sua parte, nonostante tutto, anche solo una parte dei fan che possedeva prima.
Non indifferenti i vari gossip tra Achille Lauro, concorrente in gara e la Ferragni. Inoltre voci di corridoio dicono che è probabile che Chiara Ferragni seguirà da vicino il Festival di Sanremo, sia in qualità di ospite che come spettatrice. Nel 2024, Chiara è stata co-conduttrice al fianco di Amadeus per la serata finale, quindi potrebbe esserci una sua partecipazione anche nel 2025, magari in un ruolo simile. La sua presenza al festival, anche se non ufficiale, attirerebbe sicuramente molta attenzione mediatica.
Altro tema principale di questo Festival che vede come protagonista Fedez riguarda la cover della canzone “Bella Stronza” che canterà con Marco Masini durante la quarta puntata. Il motivo delle polemiche riguardano il fatto che il testo originale del brano del 1995 non sarebbe adeguato a questi tempi e che quindi sarebbe stato modificato.

Lo stesso Masini è intervenuto con una nota su Instagram spiegando che ciò che avverrà sul palco non sarà niente di tutto ciò , se non l’unione tra parti del testo originale con le nuove strofe scritte da Federico per l’occasione generando alla fine un nuovo racconto. Ciò ha lasciato pensare che si tratti di una dedica per Chiara, ma in realtà pare sia stato scritto pensando alla depressione dal quale l’artista è uscito qualche anno fa.
Il Festival di Sanremo è uno degli eventi televisivi più seguiti in Italia e, ogni anno, raggiunge ascolti molto elevati. Di solito, l’evento attira più di 10 milioni di spettatori complessivi durante la settimana, con punte di oltre 12 milioni per la serata finale. Gli ascolti possono variare a seconda degli ospiti, degli artisti in gara e dei temi trattati nelle varie serate.
Nel 2024 ha avuto una media di circa 9-10 milioni di spettatori per le serate principali. Ma varie statistiche prevedono che gli ascolti quest’anno possano essere molto più alti rispetto alle edizioni precedenti.
Non dimenticare di accendere la televisione sederti comodo: lo spettacolo inizierà a breve!

DA DIOR A CHANEL, DA PRADA A VALENTINO: FILM E DOCUMENTARI DA NON PERDERE.


UN VIAGGIO NEL MONDO DELLA MODA ATTRAVERSO FILM E DOCUMENTARI CHE RACCONTANO LE VITE E LE CREAZIONI DEI PIÙ GRANDI STILISTI, TRA SUCCESSI, SFIDE E INNOVAZIONI CHE HANNO CAMBIATO PER SEMPRE L’ESTETICA E L’INDUSTRIA DEL FASHION.

La connessione tra cinema e moda è profonda e complessa, e ha evoluto nel corso dei decenni in molte direzioni. La moda, come forma di espressione culturale e sociale, ha avuto un impatto significativo nel plasmare l’estetica cinematografica, mentre il cinema, a sua volta, ha contribuito a definire le tendenze della moda stessa.
Il cinema ha esplorato il mondo della moda in vari modi, da film biografici su stilisti famosi a storie che raccontano l’universo dell’alta moda, delle sfilate e della cultura del fashion. A seguire alcuni dei film che si concentrano sulla moda e le sue implicazioni.
The Devil Wears Prada, 2006. Un film simbolo del mondo della moda, che segue la giovane Andrea Sachs (interpretata da Anne Hathaway), assunta come assistente per la potente direttrice della rivista Runway, Miranda Priestly (interpretata da Meryl Streep). Il film offre una visione satirica della moda, dei suoi eccessi e delle dinamiche di potere all’interno del settore.
-Coco Before Chanel, 2009. Film biografico che racconta la vita di Gabrielle “Coco” Chanel (interpretata da Audrey Tautou) prima che diventasse la stilista iconica che rivoluzionò la moda femminile. Esplora le sue origini umili, la sua visione innovativa e come ha sfidato le convenzioni della moda del suo tempo.
-Yves Saint Laurent, 2014. Altro film biografico che racconta la vita del celebre stilista francese Yves Saint Laurent (interpretato da Pierre Niney), dalla sua ascesa nel mondo della moda all’incontro con il suo amante e partner commerciale Pierre Bergé. Il film esplora la sua carriera, i suoi tormenti e la sua influenza sulla moda del XX secolo.

Diana Vreeland. The Eye Has to Travel, 2011. Un documentario che esplora la carriera di Diana Vreeland, leggendaria direttrice di Vogue e icona nel mondo della moda. Il film racconta la sua vita e il suo impatto sulla moda, la fotografia e la cultura visiva.
Dior and I, 2014. Documentario che offre uno sguardo intimo e coinvolgente nel dietro le quinte della creazione di una collezione haute couture per Christian Dior. Diretto da Frédéric Tcheng, il film segue il debutto di Raf Simons come direttore creativo per la maison Dior, nel 2012, e il processo che ha portato alla sua prima sfilata di alta moda.
Elio Fiorucci: Free Spirit, 2020. Documentario che offre una visione unica di uno dei più importanti innovatori della moda del XX secolo. La sua capacità di abbracciare il cambiamento e di fondere moda, arte e cultura popolare ha lasciato un’impronta indelebile sulla moda contemporanea. Il film è una celebrazione non solo di un designer, ma anche di una visione della moda che ha sfidato le convenzioni e ha dato spazio alla libertà espressiva. Fiorucci ha dato forma a una moda che non è mai stata solo estetica, ma un modo di vivere e pensare.

Valentino: The last Emperor, 2008. non è solo un documentario sulla moda, ma anche un ritratto di un uomo che ha dedicato la sua vita a creare bellezza. La sua capacità di rimanere fedele alla sua visione estetica, pur affrontando le sfide del cambiamento e delle pressioni commerciali, è il cuore del film. La sua storia è anche una riflessione sul concetto di arte nella moda e sul modo in cui l’industria può evolversi senza perdere la sua essenza. Il film è una testimonianza di un’era che sta finendo, quella della couture tradizionale e dell’artigianato impeccabile, e segna anche la fine di una grande epoca nella moda. Valentino, con la sua eleganza senza tempo, resta un simbolo di un mondo che, pur essendo cambiato, ha lasciato una traccia indelebile nel panorama della moda mondiale.
Becoming Karl Lagerfeld, 2023. Diretto da Ruth Fuchs, il film offre uno sguardo intimo sulla figura di Lagerfeld, non solo come stilista di fama mondiale, ma anche come persona complessa, affascinante e misteriosa. Lagerfeld è stato un personaggio che ha saputo navigare tra il mondo dell’arte, della moda e del business con una visione unica, e questo film cerca di raccontare l’uomo dietro il mito.
Il documentario non si limita a celebrare la sua carriera e il suo successo, ma offre anche uno spunto su come Lagerfeld sia stato una figura centrale nel modellare il panorama della moda moderna, influenzando le generazioni future di designer e appassionati.

Cristóbal Balenciaga: The Art of Fashion, 2019. Tributo all’unico e inimitabile Cristóbal Balenciaga, una delle figure più affascinanti e significative della storia della moda. Il documentario non solo celebra la sua arte, ma esplora anche il contesto sociale, culturale e artistico in cui ha creato le sue opere. Balenciaga non era solo uno stilista, ma un vero e proprio artista che ha saputo combinare l’innovazione con la tradizione, rivoluzionando il concetto di eleganza e creando abiti che sono considerati ancora oggi esempi di perfezione sartoriale.
High and Low: John Galliano, 2017. Documentario che non solo celebra il talento e l’arte di uno dei designer più innovativi e controversi della moda contemporanea, ma esplora anche il lato umano di Galliano. La sua carriera, fatta di alti e bassi, è un esempio di come il genio possa essere accompagnato da fragilità personali e lotte interne. Il film invita a riflettere sul confine sottile tra la genialità e l’autodistruzione, e su come la moda, in quanto industria, possa essere tanto spietata quanto ispiratrice. Galliano è mostrato come un artista che ha affrontato il suo lato oscuro e che, attraverso il suo processo di recupero, ha trovato una nuova prospettiva sulla sua arte e sulla sua vita. “High and Low: John Galliano” è una testimonianza potente e umana di un uomo che ha saputo rialzarsi dopo una delle cadute più spettacolari della moda.

CINEMA. ALTE ASPETTATIVE PER IL NUOVO FILM ‘THE ELECTRIC STATE’ DEI FRATELLI RUSSO


THE ELECTRIC STATE’ DEI FRATELLI RUSSO, IL FILM PIÙ COSTOSO DI NETFLIX, ARRIVA IL 14 MARZO 2025 CON UN CAST STELLARE E UNA TECNOLOGIA ALL’AVANGUARDIA.

The Electric State si preannuncia come uno dei film più atteso ma anche costoso dell’anno, con un budget di circa 320 milioni di dollari che arriverà sulla piattaforma Netflix il 14 marzo 2025. Una cifra enorme, ma giustificata dalla portata della produzione, dagli effetti speciali e dalle ambizioni del film.
Diretti dai fratelli Russo, Anthony e Joe Russo, registi e produttori statunitensi noti soprattutto per il loro lavoro all’interno dell’Universo Cinematografico Marvel, esplorano un futuro distopico, dove una giovane ragazza di nome Michelle, interpretata da Millie Bobby Brown, intraprende un viaggio attraverso un paesaggio devastato dalla tecnologia. La storia segue Michelle e il suo compagno robot, un’entità misteriosa, mentre cercano di scoprire cosa è successo al mondo e affrontano un futuro in cui l’intelligenza artificiale e le macchine sembrano aver preso il sopravvento.

The Electric State si basa su una graphic novel di Simon Stålenhag, noto per il suo stile visivo distintivo che combina paesaggi rurali e tecnologici in modo inquietante. La sua capacità di creare mondi distopici, con macchine e ambienti futuristici immersi in un contesto naturale, ha un fascino particolare che si presta molto bene al cinema.
I due registi, con la loro esperienza nei film Marvel (dove gli effetti speciali giocano un ruolo fondamentale), sicuramente investiranno una cifra considerevole in questo comparto per rendere il mondo futuristico di The Electric State il più immersivo e visivamente spettacolare possibile. Film con un tema simile, come Avatar o Ready Player One, hanno avuto costi di produzione elevati proprio per gli effetti visivi e l’uso di CGI avanzata, quindi è possibile che anche in questo caso gli effetti speciali rappresentino una parte cruciale del budget. In generale tutti i film Marvel sono noti per avere un budget elevato, in gran parte a causa degli effetti speciali, che sono fondamentali per portare in vita i supereroi, i loro poteri e le epiche battaglie. Per citarne uno, Avengers: Endgame , stima un budget di 365 milioni di dollari.

In generale, possiamo ipotizzare che una buona fetta del budget, probabilmente tra i 50 e i 100 milioni di dollari, sia stata destinata agli effetti speciali, dato l’ambizioso approccio visivo del film. Tuttavia, senza dati ufficiali, si tratta comunque di una stima.
Millie Bobby Brown , nota attrice di Stranger Things; Chris Pratt, attore noto per ruoli in film come Guardiani della Galassia e Jurassic World; Ke Huy Quan, attore di Everywhere All at Once; Giancarlo Esposito, noto per i ruoli in serie come Breaking Bad e The Mandalorian..sono solo alcuni nomi dell’incredibile cast.
Dunque la combinazione di un cast stellare, un budget così alto e la direzione dei fratelli Russo lascia pensare che The Electric State sarà un film spettacolare, con un impatto visivo notevole e una trama che esplorerà temi molto attuali riguardo alla tecnologia e alla società.
Poiché Netflix ha investito così tanto in questo progetto, le aspettative sono naturalmente elevate. La piattaforma di streaming ha accumulato un sacco di attenzione per le sue produzioni originali, e The Electric State è uno dei suoi titoli più ambiziosi. Il fatto che si tratti di uno dei film più costosi di Netflix crea una sorta di hype, con il pubblico che si aspetta una realizzazione di alto livello.

LA COLLEZIONE HAUTE COUTURE DI DIOR 2025 ISPIRATA AD ‘ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE’


L’ALTA MODA SI FA PORTATRICE DI MESSAGGI PROFONDI, CELEBRANDO LA FEMMINILITA’ E LA BELLEZZA ATTRAVERSO UN LINGUAGGIO FATTO DI TESSUTI LEGGERI, COLORI DELICATI E DETTAGLI FIABESCHI

La collezione Haute Couture di Dior ha sempre avuto la capacità di raccontare storie profonde. Questa volta la collezione Haute Couture Primavera/Estate 2025 di Dior, presentata a Parigi al Musée Rodin, è stata un’espressione di creatività che fonde il mondo dell’immaginazione con il savoir-faire artigianale della maison. Sotto la direzione di Maria Grazia Chiuri, la collezione ha esplorato temi legati all’infanzia e all’immaginazione, prendendo ispirazione dalle opere di Lewis Carroll, in particolare da Alice nel Paese delle Meraviglie. L’infanzia è il punto di partenza della crescita personale, un momento di esplorazione e scoperta. Chiuri potrebbe aver voluto simboleggiare un ritorno alle radici, non solo personali ma anche artistiche, come un modo per rinnovarsi e guardare al futuro attraverso il prisma del passato. Maria Grazia Chiuri, in molte delle sue collezioni, intreccia i suoi ricordi personali con i temi che esplora. L’infanzia, essendo un periodo universale e al tempo stesso intimo, rappresenta un tema che può essere compreso e apprezzato da tutti.

Potrebbe aver voluto condividere frammenti dei suoi ricordi o del suo viaggio creativo attraverso la moda. Inoltre l’infanzia è spesso vista come simbolo di speranza, di futuro e di cambiamento. In un mondo complesso come quello odierno, Chiuri potrebbe aver voluto sottolineare l’importanza di preservare quella purezza e spontaneità infantile per costruire un futuro più autentico e creativo.
La collezione ha introdotto corsetti dal taglio architettonico che esaltano la femminilità, mescolando elementi tradizionali e moderni. Questi pezzi, decorati con fiori e farfalle in organza, richiamavano le visioni surreali di un giardino incantato. Alcuni look comprendevano mantelle leggere, impreziosite da dettagli in piuma, per un effetto etereo e sognante. Tulle, pizzo e organza sono stati i protagonisti della collezioni, utilizzati per creare texture leggere e voluminose. Fiori, farfalle e foglie sono stati riprodotti con una meticolosa attenzione ai dettagli, simbolizzando la rinascita e la crescita.

Colori delicati come l’avorio, il beige, il grigio perla e il rosa tenue dominavano, bilanciati da toni più decisi come nero, rosso e oro : questa scelta cromatica evocava una dimensione onirica e fiabesca, tipica delle atmosfere legate all’infanzia.
L’opera “The flowers We Grew” di Rithika Merchant (installazione creata appositamente per la collezione ma visibile al Musée Rodin di Parigi) , composta da grandi arazzi e opere tessili, ha fatto da sfondo alla sfilata, celebrando la femminilità e il legame con il mondo naturale.
Questa collezione ha consolidato il messaggio di Maria Grazia Chiuri: creare una moda che sia non solo visivamente straordinaria, ma anche carica di significati e simbolismi.
Infatti scegliendo l’infanzia come tema, Maria Grazia Chiuri ha creato una collezione che non solo celebra il passato, ma invita anche a sognare il futuro. Attraverso abiti che combinano leggerezza e complessità, ha catturato il cuore del pubblico, ricordando l’importanza di non perdere mai il legame con quella parte di noi stessi che è ancora in grado di meravigliarsi.

‘DIAMANTI’ DI ÖZPETEK: OLTRE L’ESTETICA.


OMAGGIO AL CINEMA E ALLE DONNE

Sono 13 milioni gli euro incassati da “Diamanti”, film di Özpetek uscito nel 2024 e proiettato con successo nel 2025 che si è rivelato un grande trionfo sia dal punto di vista della critica che del pubblico. Con un cast corale composto da alcune delle attrici italiane più apprezzate, tra cui Stefano Accorsi, Elena Sofia Ricci, e la partecipazione speciale della cantante Giorgia per la colonna sonora, il film ha colpito per la sua profondità narrativa e l’eleganza visiva. Özpetek , noto per il suo tocco poetico e intimo, ha saputo valorizzare il talento di un cast prestigioso e restituire atmosfere magiche che hanno conquistato il pubblico.
Il film intreccia due linee temporali per raccontare una storia ricca di emozioni e riflessioni, ambientata principalmente a Roma. Nel presente, Özpetek stesso diventa protagonista della narrazione, convocando attori e attrici con cui ha lavorato in passato per discutere del copione del suo nuovo film, intitolato “Diamanti”. Durante una di queste riunioni, Elena Sofia Ricci annuncia di dover rinunciare al progetto per prendersi cura di un’amica malata. Questo evento costringe il regista a eliminare il suo personaggio dalla sceneggiatura, portando a una riflessione collettiva sul valore delle relazioni umane. Nel passato e in particolare nel ’74, la storia vede come protagoniste Alberta e Gabriella Canova, due sorelle proprietarie di una prestigiosa sartoria di costumi teatrali e cinematografici. All’interno della sartoria lavorano donne con vite e personalità molto diverse, ognuna alle prese con i propri sogni, dolori e sfide. Ad accompagnare la richiesta di abiti cinematografici a cui ruota tutto il film, temi come l’amore, la violenza domestica, il lutto e il desiderio di emancipazione fanno da sfondo.

Questi due livelli temporali si fondono in una riflessione sull’importanza della memoria, sulla forza delle donne e sul valore dei legami, il tutto arricchito da un cast corale che porta in scena intensità e autenticità.
All’interno del film il ruolo del costumista non è solo un elemento narrativo ma anche un simbolo potente, che rappresenta la creatività, l’artigianalità e l’identità culturale del cinema e del teatro. La sartoria delle sorelle Canova, ambientazione chiave nella trama, diventa il cuore pulsante del film. Gli abiti indossati sono un elemento centrale della narrazione e riflettono sia l’epoca degli anni ’70 che il contesto artistico della sartoria, specializzata in costumi teatrali e cinematografici. Gli abiti infatti riprendono le tendenze dell’epoca, con silhouette eleganti ma funzionali. Sono stati scelti tessuti come seta, velluto e lana per creare ampie gonne e corsetti ricamati.
‘Sensuali ma determinati’, questa è la richiesta che Bianca ( interpretata da Vanessa Scalera), nel film costumista cinematografica, rivolge alla sartoria delle sorelle Canova per commissionare gli abiti di un’importante produzione cinematografica imminente.
In una scena del film Bianca riporta l’attenzione al “fontage”, un’ acconciatura femminile tipica del XVII secolo, caratterizzata da un’elaborata struttura di pizzi e nastri che si ergeva sopra la testa, conferendo un aspetto maestoso e sofisticato. ‘La fontage è un simbolo. Perché ovunque sia lo sguardo, la donna punta sempre verso il cielo, verso quello che non si può vedere.

E noi donne siamo collegate con le stelle, per questo vediamo tutto’, dice Bianca in una scena del film. Dettaglio che sottolinea non solo l’abilità e la creatività delle protagoniste nel realizzare costumi che uniscono tradizione e innovazione, ma anche la forza di donne con la ‘D’ maiuscola in un’epoca in cui il loro ruolo era ancora relegato a compiti secondari.
Le paillettes come elementi di decorazione nei costumi, simboleggiano la trasformazione e l’elevazione della realtà quotidiana, che è un tema centrale nel film. Esse riflettono l’arte del costume, capace di trasfigurare una persona o una situazione ordinaria in qualcosa di straordinario, proprio come il cinema fa con la vita. Ma rappresentano anche il sogno e l’ambizione di donne impegnate in un viaggio di scoperta e affermazione personale. Le pailettes, con la loro luce riflessa, evocano l’idea di un futuro brillante, carico di possibilità.
Lo stesso colore rosso assume un importante significato. Storicamente associato alla passione, all’amore e al desiderio, nei costumi negli arredi e negli accessori del film, il rosso emerge come un colore che rappresenta le emozioni forti, sia quelle positive che quelle dolorose. Il rosso può riflettere l’intensità delle relazioni, ma anche il conflitto interiore che molti dei personaggi attraversano. Ma è anche simbolo di forza, coraggio e determinazione.

Molti dei personaggi femminili, in particolare quelli delle sarte, sono caratterizzati dalla loro resilienza e dalla loro voglia di emergere in un ambiente che non sempre riconosce il loro valore. Il rosso, quindi, diventa una metafora visiva della loro determinazione a non arrendersi.
Ecco che se da una parte Özpetek attraverso ‘Diamanti’ ha voluto celebrare il cinema e la sua eternità non solo come arte immortale, ma anche come un mezzo per preservare la memoria, raccontare storie e dare significato all’esistenza umana; dall’altra ha reso omaggio alle donne che, nonostante le difficoltà, trovano sempre un modo per rialzarsi, costruire e creare.
Un film che ha molto da raccontare e che probabilmente necessita di essere guardato più volte per essere capito fino in fondo. Film da un budget di circa 9.935.522,29 euro che ha attirato più di 1 milione di spettatori italiani.
“Il cuore mescola quello che è successo con quello che abbiamo immaginato. Quello che siamo va oltre la memoria e la vita. Ciò che resta quando tutto svanisce. Questa è l’eternità. Questo è il cinema”

LE MOSTRE DI MODA DA NON PERDERE NEL 2025 | FARI ACCESI IN TUTTA ITALIA

L’Italia ha un legame indissolubile con la moda, una connessione che affonda le radici nella storia e si sviluppa fino a diventare un pilastro della cultura, dell’economia e del prestigio del paese nel mondo. Già durante il periodo rinascimentale ,l’Italia era il centro culturale e artistico d’Europa. Oggi , soprattutto in città come Firenze, Venezia e Milano la moda è considerata una forma d’arte e una parte essenziale dell’identità nazionale, celebrata e riconosciuta in tutto il mondo. La moda italiana rappresenta il perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione, artigianalità e tecnologia, locale e globale. Questo mix unico ha reso l’Italia un leader indiscusso nell’industria della moda mondiale tanto da ospitare ogni anno le mostre dei più grandi marchi .
Quest’anno la nostra Italia ospiterà una serie di mostre dedicate alla moda, offrendo agli appassionati e non, l’opportunità di esplorare diverse sfaccettature di questo affascinante mondo.
Vediamone alcuni:

Gianfranco Ferrè dentro l’obiettivo
Gianfranco Ferrè, uno degli stilisti italiani più iconici e influenti, noto per la sua capacità di unire l’eleganza classica con un approccio architettonico al design, ha scelto la Valle d’Aosta (forte di Bard con precisione) per la sua mostra dal titolo ‘Gianfranco Ferrè dentro l’obiettivo’ accessibile fino al 9 marzo 2025. La mostra esplora il rapporto di Gianfranco Ferré con la fotografia, un mezzo fondamentale per raccontare la sua visione stilistica e creativa. Presenta una selezione di immagini iconiche, incluse campagne pubblicitarie e scatti editoriali, firmati da alcuni dei più grandi fotografi del mondo della moda, come Gian Paolo Barbieri, Guy Bourdin e Peter Lindbergh. Oltre alle fotografie, la mostra include una selezione di abiti originali, accessori e disegni, che mettono in evidenza l’approccio architettonico di Ferré al design. Un’intera sezione è dedicata alla camicia bianca, simbolo distintivo di Ferré, reinterpretata in infinite varianti. Questa icona rappresenta il suo equilibrio tra semplicità ed eleganza strutturale.

En Scène: Yves Saint Laurent. Costumi e Scene per Balletto, Teatro e Music-hall
La Fondazione Nicola Del Roscio a Roma fino al 7 marzo 2025 ospiterà la mostra dal titolo ‘En scène : Yves Saint Laurent’, esposizione che celebra il rapporto tra moda e arti performative attraverso il lavoro di uno dei più grandi stilisti del XX secolo. La mostra è dedicata ai costumi e agli schizzi realizzati da Yves Saint Laurent per il balletto, il teatro e il music-hall, esprimendo il suo legame con il mondo delle arti sceniche. Parliamo di 60 creazioni originali che includono costumi di scena, bozzetti e materiali d’archivio provenienti dalla Fondation Pierre Bergé – Yves Saint Laurent. Particolare attenzione all’esplorazione del processo creativo dove schizzi e bozzetti illustrano come Saint Laurent traduce la sua visione di abiti che valorizzano il movimento e l’emozione delle arti performative. Tra le opere esposte ci sono costumi per produzioni famose, come i balletti di Roland Petit, grande pioniere della danza classica, e spettacoli per Zizi Jeanmaire.

The creation of a Diva|Guess
La mostra “The Creation of a Diva”, ospitata presso il MUDEC – Museo delle Culture di Milano dal 17 gennaio al 3 marzo 2025, celebra l’universo creativo di Guess attraverso le sue campagne pubblicitarie iconiche e il ruolo delle modelle nel costruire l’immagine di una “diva” moderna. La mostra esplora l’evoluzione del marchio Guess, focalizzandosi sulle sue campagne pubblicitarie iconiche, realizzate dal direttore creativo Paul Marciano. Il focus è sulle modelle, diventate ormai il volto del marchio (Claudia Schiffer e Anna Nicole Smith per citarne alcune). Sono presenti una selezione di fotografie iconiche scattate da celebri fotografi di moda, che raccontano il processo creativo dietro le campagne pubblicitarie. La mostra include disegni preparatori e documenti che illustrano il dietro le quinte della creazione delle campagne. La mostra non è solo una celebrazione del marchio Guess, ma anche un’analisi culturale e artistica di come la moda e la fotografia possano costruire icone e raccontare storie.

Elio Fiorucci
La Triennale di Milano fino al 16 marzo 2025 ospiterà la mostra dedicata a Elio Fiorucci, omaggio alla figura emblematica del designer e imprenditore milanese, che ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo della moda e della cultura pop. La mostra include un’ampia selezione di materiali d’archivio, tra cui abiti, accessori, campagne pubblicitarie e documenti che raccontano la storia del marchio Fiorucci. La voce di Elio Fiorucci, tratta da registrazioni personali, accompagna i visitatori in un percorso narrativo intimo e immersivo. Il focus è sull’innovazione e sulla cultura pop, ed in particolare come Fiorucci rivoluzionato la moda introducendo elementi di cultura pop, streetwear e spirito libero. L’allestimento invita i visitatori a immergersi nell’universo Fiorucci, con un mix di visivo, audio e design evocativo.

Balenciaga | Shoes from Spain Tribute
In programma a Palazzo Morando a Milano dal 21 febbraio al 2 marzo 2025 la mostra dal titolo “Balenciaga | Shoes from Spain Tribute” , che celebra i 130 anni dalla nascita di Cristóbal Balenciaga, il leggendario stilista spagnolo, noto come “l’architetto della moda”. L’obiettivo della mostra sarà quello di evidenziare come le sue creazioni abbiano influenzato non solo l’alta moda, ma anche il design funzionale e artistico delle scarpe. Tra le creazioni originali saranno esposti 25 pezzi iconici del guardaroba di Balenciaga, selezionati per rappresentare la sua estetica inconfondibile. In omaggio allo stilista, 25 paia di scarpe realizzate da celebri brand spagnoli saranno presentate accanto ai suoi abiti, per mostrare un dialogo tra passato e presente. La mostra inserisce Balenciaga in un quadro storico e culturale, sottolineando come il suo lavoro abbia incarnato l’eleganza e il rigore tipici del Rinascimento spagnolo, pur rivoluzionando le convenzioni della moda del XX secolo. Durante l’esposizione sono previsti incontri con esperti di moda e design per approfondire la figura di Balenciaga.

CAPRI HOLDINGS VENDE VERSACE? PRADA ALL’ATTACCO!

Nel 2018 Capri Holdings, società multinazionale americana che opera nel settore della moda e del lusso, ha acquistato Versace per un valore di circa 2,12 miliardi di dollari. Prima dell’acquisizione, Versace era controllata principalmente dalla famiglia Versace, con Donatella Versace nel ruolo di direttore creativo e azionista, mentre il fondo americano Blackstone deteneva una partecipazione del 20%. Dopo l’acquisizione, Capri Holdings ha incorporato Versace nel suo portafoglio di marchi di lusso, che include anche Michael Kors e Jimmy Choo.
L’acquisizione aveva l’obiettivo di far crescere Versace, ampliandone la rete di negozi, migliorandone la visibilità globale e puntando a un fatturato di 2 miliardi di dollari all’anno, obiettivo che però non è stato completamente raggiunto.
Capri Holdings si posiziona come un concorrente dei grandi conglomerati del lusso, come LVMH, Kering e Richemont, ma con una struttura più focalizzata su un numero ristretto di brand. L’obiettivo è quello di bilanciare lusso accessibile (Michael Kors) e lusso di fascia alta (Jimmy Choo e Versace) per ottenere una maggiore diversificazione e crescita nei mercati globali.

Negli ultimi anni la società multinazionale americana ha affrontato diverse difficoltà, tra cui :
-un calo delle vendite di Micheal Kors, il suo brand principale
-prestazioni di Versace inferiori alle aspettative, nonostante la sua forte identità di lusso
-La necessità di competere con conglomerati più grandi e diversificati.
Questi fattori hanno portato a speculazioni su possibili ristrutturazioni aziendali, incluse cessioni di asset come Versace. Pare che ci sia stato un calo delle vendite con successiva perdita di 3 milioni di dollari solo nel secondo trimestre del 2024. Tra i candidati all’acquisizione Prada sta mostrando parecchio interesse , tanto da collaborare con Citi , una delle principali istituzioni finanziarie a livello globale, per presentare un’offerta.

COSA SUCCEDEREBBE SE CAPRI HOLDINGS VENDESSE VERSACE E PRADA FOSSE L’ACQUIRENTE?
Questa è la domanda che molti si pongono. Dunque Se Capri Holdings decidesse di vendere Versace e Prada fosse l’acquirente, le conseguenze nel mondo della moda sarebbero significative, sia dal punto di vista strategico che economico. L’acquisizione rafforzerebbe il peso dell’Italia nell’industria del lusso globale, con Prada che consoliderebbe la sua posizione come uno dei maggiori gruppi italiani, accanto a LVMH e Kering. Sotto un punto di vista gestionale, Prada e Versace potrebbero collaborare per ottimizzare la produzione, condividere canali di distribuzione e sfruttare la presenza di Versace negli Stati Uniti, dove è già forte. Inoltre considerate le loro identità molto diverse, un’integrazione armoniosa dei due potrebbe essere una bella sfida. Una mossa di questo tipo attirerebbe l’attenzione degli investitori, rafforzando l’immagine di Prada come player aggressivo e innovativo. Per i consumatori, un’eventuale acquisizione potrebbe portare a collezioni più curate e una maggiore espansione di Versace in mercati emergenti.
D’altro canto se Capri Holdings vendesse Versace, potrebbe concentrarsi su Michael Kors e Jimmy Choo, ridefinendo la propria strategia e bilanciando i profitti con marchi più accessibili. Anche se bisogna essere onesti: la perdita di un brand iconico come Versace potrebbe indebolire il posizionamento di Capri nel mercato del lusso.

BIRKENSTOCK: “I NOSTRI SANDALI SONO VERE E PROPRIE OPERE D’ARTE”

Il 9 gennaio 2025, presso la Corte Federale di Giustizia a Karlsruhe, in Germania, si è tenuta un’udienza cruciale riguardante Birkenstock, l’azienda tedesca nota per i suoi sandali.
Ma facciamo un passo indietro.
Birkenstock è un’azienda tedesca fondata nel 1774 da Johann Adam Birkenstock , nota per la produzione di calzature comode e di alta qualità, in particolare sandali e scarpe. L’azienda si distingue per l’iconico plantare ergonomico, che offre supporto all’arco plantare, stabilità e comfort. Le Birkenstock hanno origine da una lunga tradizione artigianale che risale al XVIII secolo in Germania. Nel 1774 Johann Adam Birkenstock viene registrato come calzolaio nella cittadina di Langen-Bergheim, in Germania, data che segna l’inizio della storia dell’azienda. Nei primi anni del 1800, Konrad Birkenstock, un discendente di Johann Adam, sviluppa l’idea di un plantare sagomato per offrire un maggiore comfort al piede. Si tratta di un’innovazione rivoluzionaria in un’epoca in cui la maggior parte delle scarpe aveva suole piatte e rigide. Nel 1964 Karl Birkenstock, un altro membro della famiglia, introduce il sandalo “Madrid”, il primo con il famoso plantare sagomato in sughero e lattice, sandalo che segna la nascita dei sandali per come li conosciamo oggi.

Negli anni ’70, le Birkenstock diventano popolari negli Stati Uniti, grazie all’interesse per il comfort e la salute del piede durante il boom del movimento per uno stile di vita naturale. A lanciarli tra lo stile della moda è stata la modella Kate Moss, ma anche le collaborazioni con Dior, Manolo Blahnik e Marc Jacobs – hanno favorito la diffusione del modello in tutto il mondo.
L’azienda Birkenstock , nata dunque come soluzione per il benessere del piede e considerate un’icona globale di stile e funzionalità, si ritrova oggi a lottare contro tre aziende concorrenti accusandole dell’imitazione dei suoi modelli più iconoci: Arizona, Boston, Gizeh e Madrid. L’azienda, che protegge i propri prodotti riconoscendoli come “ vere e proprie opere d’arte” , aveva presentato una tesi al tribunale della Colonia sostenendo che l’ideazione e la produzione dei sandali debba ricadere sotto la normativa del diritto d’autore, in quanto prodotto di un’espressione artistica e culturale che merita di essere tutelata come tale. I giudici di secondo grado non hanno considerato i sandali un’attività artistica e di conseguenza non esiste nessun nesso con il diritto d’autore. La decisione finale spetta alla Corte Federale di Karlsruhe che potrebbe trovarsi in difficoltà sui concetti di arte e design industriale e , dall’altra parte, dare il via a una nuova era per il marchio Birckenstock.