NUOVE REGOLE SU TRASFERTE E RIMBORSI: LA SOLUZIONE NEI FRINGE BENEFITS


LE IMPRESE ITALIANE DEVONO ADATTARSI A REGOLE PIÙ RIGIDE. I FRINGE BENEFITS OFFRONO UNA SOLUZIONE CONVENIENTE PER OTTIMIZZARE LE TRASFERTE E I RIMBORSI, GARANTENDO VANTAGGI FISCALI E MINORI COMPLICAZIONI AMMINISTRATIVE.

A partire dal 1° gennaio 2025, con l’entrata in vigore delle nuove disposizioni della Legge di Bilancio, le aziende italiane sono chiamate a rivedere le proprie policy relative alle trasferte e ai rimborsi spese. L’obiettivo della norma è chiaro: contrastare l’evasione fiscale, evitando che alcuni strumenti di rimborso si trasformino in mezzi di elusione contributiva. Tuttavia, l’impatto per le imprese non è trascurabile, poiché la necessità di giustificazioni più stringenti comporta un costo improvviso che non sempre trova una collocazione agevole nel bilancio aziendale.
Se da un lato è giusto arginare le pratiche elusive, dall’altro la nuova regolamentazione introduce rigidità che rischiano di creare difficoltà operative e gestionali per le aziende, soprattutto quelle che operano con frequenti trasferte o che rimborsano spese ai propri dipendenti. Il vincolo di una rendicontazione più severa potrebbe tradursi in un aggravio burocratico e finanziario, rendendo necessaria una revisione delle strategie retributive.

Una soluzione efficace e strutturata per affrontare questa nuova sfida è il ricorso agli accordi di secondo livello, finalizzati all’introduzione dei fringe benefits. Questa modalità permette alle imprese di riconoscere ai dipendenti una forma di welfare aziendale, che non solo evita l’impatto delle nuove restrizioni fiscali, ma offre anche vantaggi economici sia per i lavoratori che per l’azienda.
I fringe benefits, infatti, rappresentano un meccanismo di compensazione flessibile e fiscalmente vantaggioso, in grado di sostituire in buona parte i rimborsi spese tradizionali. Tra gli strumenti più utilizzati rientrano:
Buoni pasto e buoni benzina;
Rimborso per spese di istruzione o sanitarie;
Assicurazioni sanitarie integrative;
Convenzioni per mobilità sostenibile;

Un ulteriore punto di forza di questa strategia è rappresentato dall’istituzione della commissione di certificazione in Elav, che consente alle aziende di ottenere una validazione ufficiale dei propri accordi di secondo livello. Questo passaggio garantisce sicurezza giuridica, evitando contestazioni da parte degli organi ispettivi e rendendo la procedura fiscalmente inattaccabile.

La nuova normativa impone alle imprese un ripensamento della gestione delle trasferte e dei rimborsi spese, con il rischio di maggiori oneri amministrativi e fiscali. In questo scenario, l’adozione di piani di welfare aziendale basati su fringe benefits si configura come la soluzione più efficace, conveniente e sostenibile. L’impresa e il consulente del lavoro devono abituarsi a questa nuova prassi, soprattutto perché, con la certificazione in Elav, i vantaggi sono garantiti e blindati.
L’evoluzione normativa rappresenta dunque una spinta ulteriore verso modelli di retribuzione alternativa e detassata, con un impatto positivo sia per i datori di lavoro che per i dipendenti. L’adeguamento non è solo una scelta obbligata, ma una strategia vincente per la sostenibilità aziendale nel lungo periodo.
Per saperne di piu: info@elavnazionale.it

IRPEF 2025: LE NOVITA’ DELLA LEGGE DI BILANCIO E GLI IMPATTI SULLE BUSTE PAGA. LA RIFLESSIONE DEL CONSULENTE

Come consulente del lavoro, ho analizzato le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2025 (Legge n. 207/2025), che rappresenta una svolta significativa in ambito fiscale e contributivo per i redditi di lavoro subordinato. Le modifiche apportate avranno un impatto diretto sulle retribuzioni nette e richiedono un’attenta valutazione da parte di datori di lavoro e professionisti del settore per garantire una corretta applicazione delle norme e una gestione ottimale delle buste paga.
Ecco le principali novità in evidenza:
Aliquote IRPEF 2025
Le aliquote restano confermate come segue:
• 23% per redditi fino a 28.000 euro;
• 35% per redditi da 28.000 a 50.000 euro;
• 43% per redditi superiori a 50.000 euro.

Detrazioni IRPEF 2025
Le formule per il calcolo delle detrazioni IRPEF rimangono invariate, con una modifica significativa:
• Per redditi fino a 15.000 euro, l’importo massimo della detrazione aumenta da 1.880 euro a 1.955 euro.

Esonero Contributivo 2025
L’esonero generalizzato sulla quota IVS non è più applicabile dal 2025. Invece, diventa strutturale l’esonero parziale per le lavoratrici madri:
• Valido per lavoratrici con due o più figli;
• Esteso fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo, e dal 2027, fino al diciottesimo anno per madri di tre o più figli.
• Limite reddituale: 40.000 euro annui imponibili.
Indennità Aggiuntiva
Viene riconosciuta un’indennità non imponibile ai redditi fino a 20.000 euro:
• 7,1% per redditi fino a 8.500 euro;
• 5,3% per redditi tra 8.500 e 15.000 euro;
• 4,8% per redditi tra 15.000 e 20.000 euro.
Detrazione Aggiuntiva
Per redditi tra 20.000 e 40.000 euro, è prevista una detrazione aggiuntiva:
• 1.000 euro per redditi fino a 32.000 euro;
• Formula proporzionale per redditi da 32.000 a 40.000 euro.

Le modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio 2025 evidenziano una tendenza a premiare le fasce di reddito medio-basso, favorendo in particolare i lavoratori con figli a carico e i redditi fino a 20.000 euro. In questo contesto, gli esoneri contributivi per le lavoratrici madri rappresentano una misura di sostegno strutturale significativa, ma con limiti di applicazione in base al reddito annuo imponibile.
Per i datori di lavoro, queste novità comportano la necessità di rivedere con attenzione la gestione delle buste paga e di valutare l’impatto delle nuove disposizioni su eventuali accordi contrattuali, evitando di basarsi esclusivamente sul netto in busta paga a causa delle specificità fiscali e contributive introdotte.
È inoltre importante sottolineare che i lavoratori con redditi complessivi fino a 20.000 euro beneficiano di un incremento diretto grazie all’introduzione dell’indennità aggiuntiva non imponibile. Per i redditi superiori, la detrazione aggiuntiva rappresenta un incentivo significativo, soprattutto per chi si colloca nella fascia tra 20.000 e 32.000 euro.
La Legge di Bilancio 2025 si presenta come un importante strumento di ridefinizione delle politiche fiscali, con l’obiettivo di semplificare il sistema e favorire determinate categorie di lavoratori. Tuttavia, l’applicazione delle nuove norme richiede un’attenta pianificazione da parte di datori di lavoro e consulenti per evitare incongruenze e massimizzare i benefici fiscali.

LEGGE DI BILANCIO: AGEVOLAZIONI PER I DATORI DI LAVORO PER INCENTIVARE NUOVE ASSUNZIONI

La recente Legge di Bilancio introduce significative innovazioni nell’ambito delle agevolazioni per i datori di lavoro, rivedendo gli strumenti già esistenti e aggiungendo nuove iniziative per incentivare l’occupazione, in particolare nel Sud Italia. Tra i provvedimenti principali, spiccano la revisione della Decontribuzione per il Mezzogiorno e il rifinanziamento di agevolazioni previste dal Decreto Coesione. Tuttavia, l’operatività di molte di queste misure dipende dal via libera della Commissione Europea, essendo classificate come aiuti di Stato.
Decontribuzione Sud: Un Nuovo Approccio agli Sgravi
Per il quinquennio 2025-2029, è stata introdotta una nuova formula per ridurre i contributi previdenziali a carico delle imprese che assumono personale a tempo indeterminato in regioni del Sud come Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna. Questo intervento sostituisce il precedente schema stabilito nel 2021 e prevede riduzioni graduali nel corso degli anni:
• 2025: Sconto del 25% sui contributi previdenziali INPS, fino a un massimo di 145 euro al mese per lavoratore assunto entro il 31 dicembre 2024.
• 2026-2027: Riduzione del 20%, con un massimo di 125 euro mensili.
• 2028: Taglio del 20%, con un tetto massimo di 100 euro mensili.
• 2029: Riduzione del 15%, con un limite di 75 euro mensili.

Questa iniziativa è accessibile esclusivamente per i lavoratori già in forza a tempo indeterminato e non si applica ai premi e contributi INAIL. Inoltre, le grandi aziende con oltre 250 dipendenti potranno usufruire del beneficio solo se dimostreranno un incremento dell’occupazione stabile rispetto all’anno precedente.
Rafforzamento degli Incentivi del Decreto Coesione
La Legge di Bilancio ha anche stanziato risorse aggiuntive per potenziare alcuni incentivi già esistenti:

Agevolazioni nelle Zone Economiche Speciali: Riduzioni contributive fino a 650 euro al mese per 24 mesi per le assunzioni di lavoratori over 35 disoccupati da almeno 24 mesi, effettuate da piccole imprese con sede in ZES.
Un elemento chiave che accomuna queste misure è la necessità di ottenere l’autorizzazione dell’Unione Europea. Essendo considerate aiuti economici da parte dello Stato, queste agevolazioni devono rispettare le normative europee in materia di concorrenza. Questo processo di approvazione può comportare ritardi nell’applicazione concreta dei benefici, con potenziali ripercussioni sulle imprese che pianificano le proprie assunzioni in base a tali incentivi.
La collaborazione tra il governo italiano e l’Unione Europea sarà determinante per garantire tempi certi e l’effettiva fruibilità delle agevolazioni.
Sebbene le intenzioni del legislatore siano lodevoli, il meccanismo delle autorizzazioni europee evidenzia una criticità strutturale.

La necessità di ottenere il nulla osta dalla Commissione Europea, oltre a generare incertezze sui tempi di applicazione, potrebbe creare un disallineamento tra gli obiettivi politici italiani e le normative comunitarie. Questo ritardo, unito alla complessità burocratica, rischia di disincentivare le imprese dal pianificare nuove assunzioni basate su sgravi fiscali di cui non conoscono l’effettiva disponibilità.
Un ulteriore punto critico è rappresentato dall’entità limitata degli sgravi rispetto al costo reale del lavoro, specialmente considerando le riduzioni graduali previste fino al 2029. Tali misure, se non accompagnate da una strategia più ampia di sviluppo infrastrutturale e industriale, potrebbero non avere un impatto significativo sul mercato del lavoro nel Mezzogiorno.
La Manovra 2025 conferma l’impegno del governo nel sostenere l’occupazione, con particolare attenzione al Sud Italia. Tuttavia, l’effettiva attuazione di queste misure dipenderà dall’ok dell’UE, evidenziando come la politica nazionale e quella comunitaria siano strettamente interconnesse nel definire gli strumenti di sviluppo economico.

Incentivi per i Giovani: Riduzione totale dei contributi per 24 mesi per le assunzioni di persone under 35 nelle regioni del Sud, con un limite massimo di 650 euro al mese.

Sgravi per l’Occupazione Femminile: Riduzione dei contributi fino a 650 euro al mese per le assunzioni di donne disoccupate da almeno 6 mesi in aree economicamente svantaggiate, o da 24 mesi in altre zone.