IL LAVORO SPORTIVO NUOVA OPPORTUNITA’ PER I GIOVANI DOPO LA RIFORMA NELL’AMBITO SPORTIVO REALIZZATO DAL MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI E IL MINISTERO PER LO SPORT


LA RIFORMA DEL LAVORO SPORTIVO, PROMOSSA DAI MINISTERI DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI E PER LO SPORT, INTRODUCE NUOVE TIPOLOGIE CONTRATTUALI E TUTELE PER ATLETI E PROFESSIONISTI DEL SETTORE, REGOLANDO CON MAGGIORE PRECISIONE ANCHE IL TRATTAMENTO FISCALE E PREVIDENZIALE. UN PASSO IMPORTANTE PER VALORIZZARE IL COMPARTO SPORTIVO E CREARE OPPORTUNITÀ PER GIOVANI E VOLONTARI.

Definizioni, ambiti di applicazione, tutele previste, adempimenti obbligatori questi i punti cardine della riforma del lavoro sportivo sono riassunti nel documento realizzato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e il Ministero per lo Sport e i giovani per accompagnare l’applicazione delle nove norme alla luce del correttivo al decreto legislativo n.36/2021 e nel quale si fornisce l’identikit del “lavoratore sportivo”, che è indipendente dalla natura professionistica o dilettantistica dell’attività svolta, e si chiariscono le tipologie contrattuali utilizzabili, con le relative disposizioni in materia di controlli sanitari e di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro. Il lavoro subordinato in ambito sportivo acquisisce una disciplina che tiene in conto le specificità del comparto, in deroga alla disciplina ordinaria. Inoltre le prestazioni sportive dei volontari hanno una disciplina specifica che aiuta a tenere separato l’àmbito del rapporto di lavoro da quello veramente personale, spontaneo e gratuito del volontariato.

I volontari non sono lavoratori sportivi. Si disciplina il trattamento pensionistico e sono inserite delle tutele ad hoc per l’assicurazione contro gli infortuni. Si interviene sul trattamento tributario dei contratti in ambito sportivo, con un trattamento agevolato soprattutto nel dilettantismo, per il quale sono previste agevolazioni anche per soggetti che non sono lavoratori sportivi e prestano, in forza di contratti di collaborazione coordinata e continuativa, attività di carattere amministrativo-gestionale a favore di Federazioni sportive nazionali, Discipline sportive associate, Enti di promozione sportiva, anche paralimpici, riconosciuti dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) o dal CIP. Dal primo luglio scorso la revisione della disciplina dei rapporti di lavoro in ambito sportivo è infatti entrata definitivamente in vigore, raggruppando in un quadro unitario le regole applicabili, in modo organico e sistematico. Valorizzata nel nostro Paese, anche per merito della bravura dei nostri atleti che si distinguono spesso nelle competizioni internazionali, la pratica sportiva viene considerata una disciplina educativa e sociale, fattore di arricchimento dell’individuo, di prevenzione della salute, di miglioramento della qualità di vita e di responsabilizzazione della società civile. Secondo gli ultimi dati presentati a luglio 2022 dal CONI, nella Federazione sportiva nazionale sono rappresentati oltre 13 milioni e 113 mila persone tesserate e 115.469 Associazioni/Società sportive dilettantistiche iscritte al Registro del CONI.

Sono numeri rilevanti nonostante il settore abbia certamente risentito dell’emergenza sanitaria da COVID-19. Tali dati vengono confermati dal Rapporto Istat che fotografa il comparto dichiarando che in Italia oltre 20 milioni di persone praticano uno o più sport con continuità (24,4 per cento) o almeno saltuariamente (9,8 per cento) con andamenti crescenti nel tempo, che dipendono dall’età, dal genere e dal livello d’istruzione.
Per questo motivo, il correttivo apportato alla riforma del lavoro sportivo, pubblicato in Gazzetta pochi giorni fa, ha destato molto interesse, poiché coinvolge le migliaia di associazioni sportive dilettantistiche, nonché le società sportive che sono diffuse capillarmente su tutto il territorio nazionale. Come abbiamo sottolineato e riassumendo brevemente la Riforma dopo che il lavoro sportivo in Italia ha subito importanti cambiamenti notevoli con appunto la riforma dello sport (D.Lgs. 36/2021), grazie all’introduzione delle nuove regole per l’assunzione di lavoratori nel settore, possiamo dire che esistono diverse tipologie di Lavoro Sportivo con Possibilità di Assunzione come: Lavoro Subordinato (Contratto di Dipendenza) che riguarda figure come allenatori, preparatori atletici, dirigenti sportivi e in alcuni casi anche atleti professionisti. Lavoratori con stipendio fisso, contributi previdenziali e tutele come ferie e malattia. Obbligatorio per compensi sopra i 18.000€ annui (per dilettanti) che spettano per collaborazione coordinata e continuativa (Co.co.co.).

Per la forma di lavoro flessibile, usata per istruttori, tecnici e atleti dilettanti, non c’è un vincolo di orario rigido, ma è previsto il versamento dei contributi, applicabile se il compenso annuo è inferiore ai 18.000€. Per il lavoro Autonomo o Partita IVA rientrano i personal trainer, consulenti sportivi, fisioterapisti e altri professionisti che operano senza vincolo di subordinazione. E’ necessaria la Partita IVA e gestione autonoma delle tasse e dei contributi. Inoltre il contratto di apprendistato sportivo è invece dedicato ai giovani atleti tra 15 e 23 anni, per permettere loro di allenarsi e studiare/lavorare contemporaneamente. Tra le categorie che possono essere assunte, ci sono gli atleti (professionisti e dilettanti con compenso stabile), gli allenatori e istruttori sportivi, i dirigenti e staff tecnico (medici, fisioterapisti, preparatori atletici) ed il personale amministrativo delle società sportive. Anche la formazione è fondamentale nel campo del lavoro sportivo, sia per gli atleti che per gli allenatori. Sviluppa competenze professionali, tecniche appropriate, capacità decisionali e gestione delle squadre, ma è essenziale per garantire allenamenti fisici sicuri, prevenire infortuni e rispettare gli aspetti legali del settore. In Italia, la formazione è cruciale per rispettare le normative e per avere accesso a opportunità lavorative valide. La professionalità e la formazione continue sono determinanti per un corretto sviluppo nell’ambito sportivo, perché una formazione adeguata è spesso necessaria per accedere a ruoli nel settore sportivo.

INTELLIGENZA ARTIFICIALE: IN ARRIVO RISORSE PER IL TERZO SETTORE PER PROGETTI RIGUARDANTI L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE. BANDI E OPPORTUNITA’


BANDI E OPPORTUNITA’

L’Intelligenza Artificiale (AI) sta rapidamente trasformando il panorama imprenditoriale e tecnologico, offrendo opportunità senza precedenti per l’innovazione e lo sviluppo economico. In questo contesto dinamico, la disponibilità di finanziamenti mirati diventa cruciale per sostenere la ricerca, lo sviluppo e l’implementazione di soluzioni AI all’avanguardia. Per promuovere un uso etico, consapevole e inclusivo dell’IA sono disponibili 2.500.000 euro per iniziative promosse da organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e fondazioni del Terzo settore tramite le risorse previste dal codice del Terzo settore, infatti è disponibile sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali l’Avviso 3/2024 per il finanziamento di progetti di rilevanza nazionale destinati a progetti di intelligenza artificiale. Le risorse sono destinate a iniziative di organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e fondazioni del Terzo Settore regolarmente iscritte al registro unico nazionale del Terzo settore, singolarmente o in partenariato, anche attraverso le reti associative. Il fondo previsto dal codice del Terzo settore destina dunque 2.500.000 di euro per promuovere, come già detto, un uso etico, sicuro e inclusivo dell’IA, individuando gli obiettivi generali, le aree prioritarie di intervento e le linee di attività finanziabili con particolare attenzione a: salute e benessere con un uso etico delle nuove tecnologie, all’educazione di qualità con iniziative educative per giovani e famiglie sull’uso consapevole dell’IA, tenendo conto dell’uguaglianza di genere con competenze in IA per giovani donne, un importante obiettivo riguarda la crescita economica per la quale si richiedono conoscenze in IA per l’occupazione giovanile.

I progetti devono coinvolgere almeno 10 regioni e durare tra 12 e 18 mesi. Nello specifico, il finanziamento ministeriale copre tra 250.000 euro e 600.000 euro per progetto, con una quota massima dell’80% del costo totale per le organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale , e del 50% per le fondazioni. Il cofinanziamento deve essere almeno del 20% per Organizzazioni di volontariato e Associazioni promozioni sociali e del 50% per le fondazioni. Le domande devono essere presentate tramite la piattaforma online del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. I progetti saranno valutati in base a criteri di esperienza, caratteristiche del progetto, innovatività e cofinanziamento. La graduatoria finale sarà pubblicata sul sito del Ministero. Le proposte finanziate saranno soggette a monitoraggio semestrale e finale, con obbligo di rendicontazione delle spese sostenute. Per ulteriori dettagli, è possibile consultare il sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali o inviare quesiti tramite PEC. È possibile prendere della modulistica per inoltrare istanza di partecipazione mediante apposita Piattaforma già disponibile dalle ore 12.00 sino alle 16.00 del 4 marzo 2025. Il Ministero evidenzia come l’obiettivo sia quello di stimolare la definizione e realizzazione sul territorio di progetti che si propongono di contribuire alla presa di consapevolezza sul tema da parte delle comunità coinvolte, attraverso incontri, eventi, iniziative formative-informative, contest e laboratori, che trattino i temi dell’intelligenza artificiale e dei social media in una chiave di opportunità positive per la crescita personale, professionale e culturale.