L’export agroalimentare italiano supera i 28 miliardi nel 2024, con Campania e Irpinia tra i protagonisti del Made in Italy.
Il settore agroalimentare italiano continua a crescere e raggiunge un nuovo record: l’export dei distretti agroalimentari ha superato i 28 miliardi di euro nel 2024, segnando un aumento rispetto all’anno precedente. Tra i comparti che hanno trainato questa crescita spicca la filiera dell’olio, con il distretto toscano in forte espansione, soprattutto verso gli Stati Uniti, che restano il principale mercato di riferimento. Anche il distretto dell’olio umbro e il comparto oleario barese hanno dato un contributo significativo a questo successo. La filiera della pasta e dei dolci ha mantenuto un trend positivo. I dolci di Alba e Cuneo hanno registrato un incremento significativo, seguiti dalle produzioni veronesi. Anche il settore vitivinicolo ha ottenuto ottimi risultati, superando i 6,7 miliardi di euro di export, con performance notevoli per i vini del Veronese, quelli dei colli fiorentini e senesi, e il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene. Anche la Campania ha registrato una crescita significativa nell’export agroalimentare nel 2024.

La regione ha visto un aumento delle esportazioni, con un forte impulso dato dai prodotti tipici come il vino, i prodotti caseari e la pasticceria tradizionale. In particolare, la provincia di Napoli ha contribuito in modo rilevante, con un incremento delle vendite verso la Svizzera, che si conferma un mercato chiave per i prodotti campani. L’Irpinia ha mostrato una forte propensione all’export, soprattutto nel settore vitivinicolo. Gli Stati Uniti rappresentano la principale destinazione per i vini irpini, con vendite che hanno superato i 7 milioni di euro nel 2024. Il territorio vanta eccellenze come il Fiano di Avellino, il Greco di Tufo e il Taurasi, che continuano a conquistare i mercati internazionali. L’export agroalimentare conferma quindi la sua centralità nell’economia italiana, dimostrando la competitività e l’eccellenza delle produzioni locali sui mercati internazionali. Un risultato che rafforza il prestigio del Made in Italy e sottolinea l’importanza della qualità e della tradizione nel settore.