Il nuovo Accordo Stato-Regioni riforma la formazione sulla sicurezza, ma genera incertezza e richiede chiarimenti.
Il 24 maggio 2025 è entrato ufficialmente in vigore il nuovo Accordo Stato-Regioni in materia di formazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Si tratta di una riforma profonda, che abroga tutti i precedenti accordi in materia, introducendo un sistema formativo rinnovato e potenzialmente più coerente, ma che, nella fase attuale, sta generando un significativo livello di incertezza tra gli operatori del settore.
Una delle principali criticità emerse riguarda l’urgenza con cui enti formatori, aziende e soggetti abilitati devono adeguarsi ai nuovi standard. Il nuovo accordo non solo modifica i contenuti dei corsi esistenti, ma impone anche una revisione dei modelli organizzativi e didattici precedentemente adottati. Il passaggio repentino al nuovo assetto ha colto impreparati molti operatori, provocando disorientamento e difficoltà interpretative.

Questa situazione ricorda da vicino quanto avvenuto nel 2008 con l’introduzione del Testo Unico sulla sicurezza (D.Lgs. 81/08), che richiese una serie di decreti correttivi per rendere il testo pienamente operativo. Anche oggi, il sistema normativo appare in fase di assestamento, e si profila la necessità di interventi chiarificatori per facilitare la transizione.
Un nodo particolarmente critico riguarda la certificazione da parte degli Organismi Paritetici Nazionali (OPN). Il nuovo accordo prevede che gli OPN debbano essere iscritti in un apposito elenco presso il Ministero del Lavoro per poter validamente certificare la formazione. Tuttavia, ad oggi, solo una trentina di questi organismi risultano formalmente iscritti, lasciando fuori molti enti che, pur avendo strutture e competenze adeguate, non sono ancora stati riconosciuti ufficialmente.
Questa lacuna burocratica rischia di rallentare l’attuazione dell’accordo e di mettere in difficoltà numerosi percorsi formativi già avviati o pianificati. In alcuni casi, a sopperire a questa carenza sono le organizzazioni maggiormente rappresentative a livello nazionale, promotrici degli stessi OPN, che continuano a garantire l’operatività in attesa dell’iscrizione formale.

In un contesto così fluido e ancora privo di riferimenti consolidati, una possibile via d’uscita potrebbe essere rappresentata dall’emanazione di una circolare interpretativa da parte del Ministero del Lavoro. Tale documento, oltre a fornire linee guida applicative puntuali, potrebbe anche introdurre una deroga temporale – ad esempio di un anno – per consentire a tutti i soggetti coinvolti di adeguarsi senza il timore di incorrere in sanzioni o irregolarità.
Il nuovo Accordo Stato-Regioni sulla sicurezza è una riforma ambiziosa, che mira a uniformare e modernizzare il sistema formativo in un ambito cruciale per la salute dei lavoratori. Tuttavia, la sua implementazione necessita di accompagnamento normativo, chiarimenti operativi e tempi ragionevoli di adeguamento. Solo così sarà possibile garantire che il cambiamento, pur complesso, possa realmente tradursi in un miglioramento della cultura della sicurezza e non in un ostacolo alla sua diffusione.