PATENTE A PUNTI STRUMENTO NECESSARIO PER LA PROMOZIONE DELLA SICUREZZA SUI POSTI DI LAVORO. LE ULTIME NOVITA’ E VANTAGGI DEL SISTEMA.


PER LA Co.N.A.P.I. NAZIONALE LA FORMAZIONE CONTINUA E’ FONDAMENTALE.

La sicurezza sul lavoro è una priorità fondamentale per garantire un ambiente lavorativo sicuro e produttivo e per la Co.N.A.P.I. Nazionale i percorsi di formazione per promuovere la sicurezza sul lavoro, restano elementi prioritari. Infatti la Confederazione Nazionale Artigiani e Piccoli Imprenditori, offre vari percorsi di Formazione professionale per promuovere la sicurezza sul lavoro erogando corsi attraverso piattaforme innovative, come UNABIT, assicurando la certificazione tramite l’Organismo Paritetico Nazionale (O.P.N. E.LAV.), rivolti ad imprenditori, dirigenti e lavoratori per migliorare le varie competenze. La Formazione è obbligatoria per i datori di lavoro ai sensi degli accordi Stato-Regioni coprendo vari aspetti della sicurezza sul lavoro , i corsi formativi sono obbligatori e si svolgono in varie modalità come in videoconferenza, in presenza oppure in e-learning. Va sottolineato che la Co.N.A.P.I. offre incentivi economici per le aziende che investono nella Formazione continua dei propri dipendenti in materia di sicurezza negli luoghi di lavoro e mirano ad incentivare e promuovere la cultura della prevenzione e ridurre il numero di infortuni verificando e assicurandosi in maniera obbligatoria che i lavoratori abbiano acquisito le competenze necessarie per svolgere i loro compiti in sicurezza in conformità alle normative vigenti.

Partendo da questi presupposti analizzando i numeri degli infortuni che, negli ultimi sei mesi del 2024 sono stati 3.600 casi di incidenti con un’alta percentuale di decessi, si avverte la necessità di un’attenzione particolare sulla prevenzione, ed ecco che la patente a punti sui posti di lavoro rappresenta un’innovativa misura di prevenzione degli infortuni, volta a promuovere comportamenti sicuri e responsabili tra i lavoratori e i datori di lavoro. Essa funziona con un punteggio iniziale dove ogni lavoratore e datore di lavoro parte con un punteggio di 100 punti, attribuiti in base alla conformità delle normative di sicurezza e alla formazione ricevuta, i punti vengono poi sottratti in seguito ad infrazioni delle norme di sicurezza o incidenti sul lavoro. Ad esempio, la mancata osservanza delle procedure di sicurezza può comportare la perdita di 10 punti, mentre un infortunio grave può portare alla decurtazione di 30 punti, in ogni caso può esserci il recupero di essi partecipando a corsi di aggiornamento e formazione sulla sicurezza, organizzati da enti certificati. Ogni corso consente di recuperare fino a 15 punti. Se un lavoratore o datore di lavoro perde tutti i 100 punti, sarà necessario frequentare un corso intensivo di formazione sulla sicurezza e superare un esame finale per poter riprendere l’attività lavorativa.

A partire dal 2024, ci sono stati importanti aggiornamenti riguardanti il sistema della patente a punti sui posti di lavoro come per l’edilizia che ora è diventato obbligatorio per le imprese edili e i lavoratori autonomi possedere una patente a punti specifica per operare nei cantieri temporanei o mobili. Questo sistema valuta la storia in materia di sicurezza e di formazione del personale. Saranno disponibili incentivi economici per le aziende che investono nella formazione continua dei propri dipendenti in materia di sicurezza sul lavoro, incentivi che, come spiegato in precedenza sono fondamentali per la Co.N.A.P.I. Nazionale, in quanto mirano a promuovere la cultura della prevenzione per ridurre il numero di infortuni. Tra i vantaggi del Sistema che migliora la sicurezza, ci sono i comportamenti sicuri e responsabili attraverso i quali si riduce il rischio di infortuni e incidenti sui luoghi di lavoro, poi ancora l’aumento della consapevolezza dove il sistema della patente a punti incoraggia a comprendere una maggiore consapevolezza dell’esistenza delle normative di sicurezza tra lavoratori e datori di lavoro. Per gli incentivi alla Formazione c’è la possibilità di recuperare punti e gli incentivi economici spingendo le aziende a investire nella formazione continua in materia di sicurezza. In conclusione, la patente a punti sui posti di lavoro è uno strumento cruciale per garantire un ambiente lavorativo sicuro e prevenire gli infortuni. Rispettare le normative di sicurezza e partecipare ai corsi di formazione sono passi essenziali per mantenere un punteggio elevato e garantire la sicurezza di tutti i lavoratori evitando sanzioni amministrative che vanno da 6.000 euro a 12.000 euro.

SICUREZZA E INNOVAZIONE : LE SFIDE DEL 2025 PER IL LAVORO LA Co.N.A.P.I. NAZIONALE INDIVIDUA I PUNTI FONDAMENTALI.


PER IL PRESIDENTE NAZIONALE BASILIO MINICHIELLO “LA FORMAZIONE E LA SICUREZZA SONO ELEMENTI IMPRESCINDIBILI”.

La Co.N.A.P.I. Nazionale (Confederazione Nazionale Artigiani e Piccoli Imprenditori) che offre diversi servizi di sicurezza e formazione per le imprese associate, supportando le aziende nell’adempimento degli obblighi previsti dal D.Lgs. 81/08, ed offrendo: Valutazione dei rischi e redazione del Documento di Valutazione dei Rischi, Formazione per Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione e Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza,Formazione e aggiornamenti per addetti antincendio e primo soccorso come Consulenza per la sicurezza nei cantieri e nei luoghi di lavoro, occupandosi inoltre di Formazione Professionale erogando corsi di formazione e aggiornamento per imprenditori, artigiani e dipendenti, tra cui, Corsi obbligatori in materia di sicurezza sul lavoro, Corsi di specializzazione per diversi settori produttivi, Formazione finanziata tramite fondi interprofessionali Workshop e seminari su innovazione e sviluppo aziendale, è sempre piu’ interessata a concentrarsi su punti che portano ad individuare le sfide nell’ambito del lavoro e ne individua i punti più importanti come la digitalizzazione che continua a trasformare il mondo del lavoro attraverso l’intelligenza artificiale che gioca un rolo fondamentale per le aziende.

Per il Presidente della Co.N.A.P.I. Nazionale, Basilio Minichiello, l’AI può migliorare la sicurezza sul lavoro attraverso la previsione dei rischi e l’ottimizzazione dei vari percorsi formativi anche se ciò richiede una gestione attenta dei dati e della privacy dei lavoratori. Un altro punto fondamentale per un ambiente lavorativo sempre più all’avanguardia, riguarda l’attenzionare della salute di ciascun lavoratore in quanto negli ultimi tempi, si è andata sempre maggiormente attenzionando la salute mentale diventata nelle aziende e dunque per i datori di lavoro prioritaria in quanto fondamentale è diventata la gestione dei rischi psicosociali sul posto di lavoro. Le aziende, infatti dovrebbero adottare strategie per prevenire lo stress e promuovere il benessere dei dipendenti. Per Minichiello infatti, è un focus a cui la Confederazione Nazionale degli Artigiani e Piccole Imprese, tiene assolutamente conto, unitamente al cambiameno climatico che nel Focus sui punti riguardanti le nuove sfide per la sicurezza sul lavoro, come le condizioni metereologiche estreme e l’esposizione a sostanze chimiche, rappresenta un punto altrettanto indispensabile . “ Le aziende- afferma il Presidente- devono adottare pratiche sostenibili per proteggere sia i lavoratori che l’ambiente”. Negli anni e soprattutto dopo la Pandemia, si è avuto un’accelerazione di nuovi modelli di lavoro come ad esempio, la diffusione del lavoro remoto e dei contratti flessibili, questi nuovi modelli di lavoro, richiedono nuove misure di sicurezza e benessere per garantire che lavoratori ed aziende siano protetti , indipendentemente da dove lavorano e proprio su questi punti, che il Centro Studi e Ricerche della Co.N.A.P.I. Nazionale guidato dal dottor Antonio Zizza , sta orientando la propria attenzione per poter realizzare un lavoro rivolto alle aziende sottoforma di questionario.

Un altro punto fondamentale che riguarda le nuove sfide, riguardano le tecnologie emergenti nella prevenzione come l’Internet delle Coser (IoT) ed il monitoraggio in tempo reale che sta certamente rivoluzionando la gestione della sicurezza sul lavoro. Queste tecnologie consentono un monitoraggio continuo delle condizioni ambientali e delle esposizioni a rischi. Proprio per questa continua trasformazione “è essenziale- afferma il dottor Minichiello- una Formazione continua unitamente alla conformità normativa, ritenuti punti fondamentali per garantire che i lavoratori, siano sempre aggiornati sulle migliori pratiche di sicurezza”. Le aziende investono sempre più in programmi di Formazione per mantenere i propri dipendenti informati e preparati. In conclusione, l’adattamento ai cambiamenti e alle nuove normative richiede ecosistemi di lavoro flessibili e resilienti. Le aziende devono essere sempre più pronte a rispondere rapidamente alle sfide emergenti e ad implementare soluzioni innovative per migliorare la Sicurezza sul Lavoro, queste sfide analizzate richiedono un approccio integrato e collaborativo tra aziende, associazioni datoriali e tutte le parti interessate per creare un ambiente di lavoro sicuro e innovativo per il 2025 e oltre .

PUBBLICATO IN GAZZETTA UFFICIALE LE MODIFICHE AL DECRETO 81 PER LA SORVEGLIANZA SANITARIA

Disposizioni in materia di lavoro: modifiche al decreto 81 e nuova nota dell’ Ispettorato Nazionale del Lavoro. Il Governo con un disegno di legge, approvato prima alla Camera e poi al Senato, ha emanato nuove disposizioni sul lavoro che vengono a modificare in vari punti, non solo in materia di sorveglianza sanitaria, anche il decreto legislativo n. 81/2008. Il disegno di legge approvato è stato poi pubblicato, poco prima di fine anno (il 28 dicembre), in Gazzetta Ufficiale come Legge 13 dicembre 2024, n. 203 “Disposizioni in materia di lavoro con entrata in vigore del provvedimento il 12 gennaio 2025 appena trascorso”. Tra le principali novità apportate al Testo Unico, vengono fornite le prime indicazioni operative riguardanti la legge 203/2024 in tema di sorveglianza sanitaria e medici competenti. Infatti riguardo ai medici competenti all’articolo 38 del Testo Unico, dopo il comma 4 è stato aggiunto il comma 4-bis in cui si indica che il Ministero della salute, “utilizzando i dati registrati nell’anagrafe nazionale dei crediti formativi del programma di educazione continua in medicina, verifica periodicamente il mantenimento del requisito di cui al comma 3, ai fini della permanenza nell’elenco dei medici competenti di cui al comma 4”.

Riguardo alla sorveglianza sanitaria riprendiamo l’intero articolo 41 (Sorveglianza sanitaria) come modificato dalla legge 203/2024: La sorveglianza sanitaria è effettuata dal medico competente, nei casi previsti dalla normativa vigente, dalle indicazioni fornite dalla Commissione consultiva di cui all’articolo 6, qualora il lavoratore ne faccia richiesta e la stessa sia ritenuta dal medico competente correlata ai rischi lavorativi. Inoltre la sorveglianza sanitaria comprende: visita medica preventiva, anche in fase pre-assuntiva, intesa a constatare l’assenza di controindicazioni al lavoro cui il lavoratore è destinato al fine di valutare la sua idoneità alla mansione specifica, visita medica periodica per controllare lo stato di salute dei lavoratori ed esprimere il giudizio di idoneità alla mansione specifica. La periodicità di tali accertamenti, qualora non prevista dalla relativa normativa, viene stabilita, di norma, in una volta l’anno. Tale periodicità può assumere cadenza diversa, stabilita dal medico competente in funzione della valutazione del rischio. L’organo di vigilanza, con provvedimento motivato, può disporre contenuti e periodicità della sorveglianza sanitaria differenti rispetto a quelli indicati dal medico competente, visita medica su richiesta del lavoratore, qualora sia ritenuta dal medico competente correlata ai rischi professionali o alle sue condizioni di salute, suscettibili di peggioramento a causa dell’attività lavorativa svolta, al fine di esprimere il giudizio di idoneità alla mansione specifica, visita medica in occasione del cambio della mansione e verificare l’idoneità alla mansione specifica, visita medica alla cessazione del rapporto di lavoro nei casi previsti dalla normativa vigente.

Visita medica precedente alla ripresa del lavoro, a seguito di assenza per motivi di salute di durata superiore ai sessanta giorni continuativi qualora sia ritenuta necessaria dal medico competente, al fine di verificare l’idoneità alla mansione. Qualora non ritenga necessario procedere alla visita, il medico competente è tenuto a esprimere il giudizio di idoneità alla mansione specifica. Inoltre il medico competente, nella prescrizione di esami clinici e biologici e di indagini diagnostiche ritenuti necessari in sede di visita preventiva, tiene conto delle risultanze dei medesimi esami e indagini già effettuati dal lavoratore e risultanti dalla copia della cartella sanitaria e di rischio in possesso del lavoratore stesso ai sensi dell’articolo al fine di evitarne la ripetizione, qualora ciò sia ritenuto compatibile dal medico competente con le finalità della visita preventiva. Le visite mediche non possono essere effettuate: se soppressa, per accertare stati di gravidanza, negli altri casi vietati dalla normativa vigente. Le visite mediche, a cura e spese del datore di lavoro, comprendono gli esami clinici e biologici e indagini diagnostiche mirati al rischio ritenuti necessari dal medico competente. Nei casi ed alle condizioni previste dall’ordinamento, le visite sono altresì finalizzate alla verifica di assenza di condizioni di alcol dipendenza e di assunzione di sostanze psicotrope e stupefacenti. Prima del 31 dicembre 2024, con accordo in Conferenza Stato-regioni, sono state rivisitate le condizioni e le modalità per l’accertamento della tossicodipendenza e della alcol dipendenza. Gli esiti della visita medica devono essere allegati alla cartella sanitaria e di rischio.

Quindi il medico competente, sulla base delle risultanze delle visite mediche, esprime i seguenti giudizi relativi alla mansione specifica: idoneità, idoneità parziale, temporanea o permanente, con prescrizioni o limitazioni, inidoneità temporanea, inidoneità permanente. Dunque, come ricordato nella Scheda di Lettura messa a disposizione sul sito della Camera, tra le varie modifiche operate viene previsto: “che l’ipotesi di visita medica preventiva in fase pre-assuntiva costituisce una delle modalità di adempimento dell’obbligo di visita medica preventiva intesa a constatare l’assenza di controindicazioni al lavoro. L’obbligo di visita medica precedente alla ripresa del lavoro dopo assenza per malattia superiore a 60 giorni, sussiste solo qualora la visita è ritenuta necessaria dal medico competente. Qualora questi non ritenga necessario procedere alla visita, è tenuto a dichiararlo tramite il rilascio di apposito giudizio di idoneità alla ripresa della mansione specifica”. In conclusione riguardo alle modifiche del D.Lgs. 81/2008, operate dalla legge 203/2024, anche le novità dell’articolo 12 (Interpello) nel quale viene sostituito il comma 2 secondo il quale la Commissione per gli interpelli istituita presso il Ministero del Lavoro è composta, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, “da due rappresentanti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, di cui almeno uno con profilo professionale giuridico, da due rappresentanti del Ministero della salute, di cui almeno uno con profilo professionale giuridico, e da quattro rappresentanti delle regioni e delle province autonome, di cui almeno due con profilo professionale giuridico”.

IMMIGRAZIONE E LAVORO: UNA RISORSA STRATEGICA PER L’ ECONOMIA ITALIANA

La carenza di forza lavoro e il calo delle nascite rappresentano da anni una seria minaccia per l’economia italiana. A questo si aggiunge un disallineamento tra le competenze richieste dalle aziende e quelle offerte dal mercato del lavoro, generando un gap che ostacola la crescita economica. In questo contesto, una soluzione concreta e sostenibile potrebbe essere rappresentata dall’immigrazione regolare e ben organizzata, offrendo nuove risorse umane provenienti da paesi terzi.

Un approccio strategico prevede non solo la regolarizzazione dei flussi migratori, ma anche la formazione delle risorse direttamente nei paesi d’origine. Questo metodo permetterebbe di colmare il disallineamento delle competenze, garantendo una forza lavoro qualificata e pronta ad affrontare le esigenze del mercato italiano. Le prospettive di successo di un simile modello sono significative, contribuendo sia al benessere dei lavoratori immigrati che alla competitività delle imprese italiane.

La confederazione Conapi Nazionale ha abbracciato questa visione, promuovendo una serie di iniziative per affrontare il tema dell’immigrazione in modo costruttivo e pragmatico. Tra gli eventi recenti, spiccano il convegno organizzato ad Avellino presso la Camera di Commercio e quello tenutosi a Milano, nella prestigiosa sede del Palazzo Pirelli della Regione Lombardia. Un altro importante appuntamento è previsto per il 26 marzo prossimo a Roma, nella Sala Marco Biagi del CNEL, dove interverranno autorevoli relatori per discutere soluzioni innovative in materia di immigrazione e lavoro.

Un ulteriore passo avanti è rappresentato dal protocollo d’intesa siglato tra Conapi Nazionale e Confintesa, finalizzato alla promozione congiunta di progetti formativi nei paesi nordafricani. Questo accordo mira a sviluppare un modello di immigrazione controllata e di qualità, utile sia per i paesi di origine che per il mercato del lavoro italiano.

Investire in progetti formativi e immigrazione regolata non significa solo colmare la carenza di lavoratori, ma anche costruire un ponte di crescita economica e culturale. È il momento di riconoscere che l’immigrazione non è un problema da risolvere, ma una risorsa da valorizzare, per un’Italia più competitiva e inclusiva.

ANALFABETISMO DI RITORNO E LAVORO. NUOVI REGOLAMENTI E NORMATIVE DI SICUREZZA.


PERCENTUALE ALTA PER CHI DEVE COMPRENDERE TESTI , REGOLAMENTI E NORMATIVE DI SICUREZZA. LE AZIENDE SI ATTIVANO PER RENDERE ACCESSIBILI A TUTTI LA COMPRENSIONE DELLE REGOLE SULLA SICUREZZA.


L’analfabetismo di ritorno, o analfabetismo funzionale, si riferisce alla perdita delle competenze di lettura e scrittura acquisite durante l’istruzione scolastica, spesso a causa di un uso limitato di queste abilità nella vita quotidiana. Questo fenomeno ha implicazioni significative nella vita quotidiana ma in particolare per la sicurezza sul lavoro, poiché la comprensione delle informazioni e delle istruzioni acquisite durante corsi di formazione o direttamente sul posto di lavoro è cruciale per garantire un ambiente di lavoro sicuro. L’analfabetismo funzionale è un fenomeno ampiamente diffuso in Italia. L’OCSE definisce come analfabeta funzionale una persona che, pur avendo le abilità di lettura e scrittura basilari, non è in grado di comprendere e utilizzare in modo efficace le informazioni, scritte e/o orali, acquisite nella vita quotidiana e lavorativa. Secondo recenti studi, una percentuale significativa della popolazione italiana rientra in questa categoria, con cifre che variano tra il 25% e il 30%. Questo significa che circa un terzo della forza lavoro italiana può incontrare difficoltà nella comprensione di testi complessi, come regolamenti, procedure e normative di sicurezza. Le ragioni di questa situazione sono molteplici: fattori culturali, un sistema educativo che non sempre promuove lo sviluppo di competenze, pratiche di lettura e comprensione, e una certa discontinuità nell’apprendimento dopo l’uscita dal percorso scolastico. Questa realtà ha conseguenze dirette sulla sicurezza sul lavoro, poiché il rispetto delle normative è spesso subordinato alla comprensione dei rischi e delle procedure. Naturalmente sarà necessario adottare strategie formative e contenuti didattici mirati a garantire l’accessibilità e l’efficacia dell’apprendimento di soggetti con analfabetismo culturale, rispettando i bisogni specifici di ciascun individuo anche in relazione alle loro attività specifiche.

Su tali tematiche dovranno essere sensibilizzati e formati anche i docenti a cui spetterà il compito di valutare il livello di alfabetismo dei discenti affidati loro e adeguare, dopo attenta analisi, i contenuti e le didattiche secondo canoni che possano assicurare una efficace formazione tale da poter garantire, in particolare per la formazione sulla sicurezza sul lavoro. La sicurezza sul lavoro rappresenta un aspetto cruciale in qualsiasi azienda, poiché garantire un ambiente sicuro e privo di rischi è fondamentale per il benessere dei lavoratori. Ne deriva che la presenza di lavoratori con analfabetismo funzionale può rendere più complessa l’efficacia delle misure di sicurezza. Le norme di sicurezza sul lavoro, specialmente in un periodo di rapida e complessa ristrutturazione tecnologica, richiedono in continuazione la lettura e la comprensione di manuali, regolamenti e istruzioni. I lavoratori con analfabetismo di ritorno possono avere sicuramente difficoltà a comprendere questi documenti, aumentando il rischio di incidenti dovuti all’ignoranza delle procedure corrette nell’utilizzo di nuove e sempre più complesse attrezzature. Un punto cruciale riguarda la capacità dei lavoratori con analfabetismo funzionale nell’apprendere e assimilare i concetti relativi alla sicurezza sul lavoro. Il problema principale risiede nella difficoltà di comprendere contenuti complessi e specifici che utilizzano un linguaggio tecnico o astratto che il lavoratore con analfabetismo funzionale non riesce ad interpretare e ad applicare nelle normali procedure lavorative. Sebbene gli analfabeti funzionali possano acquisire conoscenze pratiche, è evidente che la loro capacità di apprendere norme astratte o di comprensione insieme al significato di determinati simboli o istruzioni scritte è ridotta.

Questo può tradursi in una carenza di conoscenza e attenzione riguardo ai potenziali rischi e alle modalità per prevenirli. In particolare, da quanto detto si possono ipotizzare diversi scenari, come:

1 Comprensione Inadeguata delle Norme di Sicurezza
Le norme di sicurezza sul lavoro spesso richiedono la lettura e la comprensione di manuali, regolamenti e istruzioni. I lavoratori con analfabetismo di ritorno possono avere difficoltà a comprendere questi documenti, aumentando il rischio di incidenti dovuti all’ignoranza delle procedure corrette.

2 Inefficacia della Formazione e Addestramento
La formazione sulla sicurezza solitamente prevede materiali scritti, presentazioni e quiz. I lavoratori con scarse competenze di lettura e scrittura possono trovare difficile seguire la formazione, risultando meno preparati a gestire situazioni di emergenza o a riconoscere i rischi.

3 Comunicazione insussistente
La comunicazione efficace tra i lavoratori e tra i lavoratori e la dirigenza è fondamentale per la sicurezza. L’analfabetismo funzionale può ostacolare la capacità di comunicare chiaramente ed efficacemente per comprendere le informazioni cruciali, come avvisi di pericolo, segnali di allarme e istruzioni operative.

4 Difficoltà nella Registrazione e Segnalazione degli Incidenti
La registrazione accurata degli incidenti e dei quasi incidenti è essenziale per analizzare i rischi e prevenire future occorrenze. I lavoratori con difficoltà di scrittura possono non essere in grado di segnalare correttamente gli incidenti, portando a una sottostima dei problemi di sicurezza.

5 Mancata Comprensione delle procedure di Sicurezza
Le procedure e le schede di sicurezza dei materiali (SDS) contengono informazioni cruciali sui rischi associati ai materiali pericolosi e le procedure per gestirli in sicurezza. L’incapacità di comprendere ed applicare queste informazioni può portare a esposizioni pericolose e conseguentemente ad incidenti sul lavoro.

6 Difficoltà nell’Uso di Attrezzature di Protezione Individuale (DPI)
L’uso corretto dei DPI richiede la comprensione delle istruzioni di utilizzo e manutenzione. I lavoratori che non comprendono queste istruzioni possono usare in modo errato i DPI, riducendo la loro efficacia e aumentando il rischio di lesioni. L’analfabetismo di ritorno rappresenta una delle problematiche educative più complesse della società contemporanea.

In un’epoca dominata dalla tecnologia, la diffusione delle informazioni e la necessità di aggiornarsi costantemente, è paradossale osservare un fenomeno che sembra contraddire i progressi raggiunti in campo educativo e della conoscenza. In particolare, nel campo della sicurezza sul lavoro è fondamentale l’esigenza che i lavoratori siano in grado di apprendere efficacemente le informazioni e nozioni che vengono loro trasmesse tramite un corposo programma di formazione ed addestramento finalizzato a garantire la loro incolumità nello svolgimento dei loro compiti. Appare evidente la necessità, in presenza di lavoratori che presentino segnali di analfabestismo di ritorno, di adeguare i contenuti e le metodologie delle attività formative alle loro esigenze. Ciò significherà rivisitare ed adeguare quanto previsto dagli Accordi Stato-Regione per la formazione alla sicurezza sul lavoro inserendo metodiche formative. In conclusione l’analfabetismo di ritorno rappresenta una sfida significativa per la sicurezza sul lavoro. È essenziale che le organizzazioni riconoscano questo problema e adottino misure proattive per assicurare che tutti i lavoratori, indipendentemente dalle loro capacità di lettura e scrittura, possano comprendere e seguire le pratiche di sicurezza. Tale esigenza appare oggi ancora più pressante per l’elevato numero di lavoratori stranieri che vengono impiegati nelle aziende italiane che, oltre a possibili profili di analfabetismo da ritorno o addirittura strutturale, possono evidenziare difficoltà di comprensione a causa di una approssimativa conoscenza della lingua italiana.

Questo non solo migliorerà la sicurezza, ma contribuirà a migliorare la comunicazione tra i lavoratori e tra i lavoratori e i vertici aziendali contribuendo a realizzare un ambiente di lavoro più inclusivo e produttivo. Dovrà essere cura di chi gestisce la sicurezza sul lavoro nell’azienda:organizzare sessioni di formazione continua per assicurarsi che le conoscenze di sicurezza dei lavoratori siano aggiornate, effettuare esercitazioni pratiche regolari per rafforzare la comprensione delle procedure di sicurezza, formare gruppi di lavoro omogenei che includano rappresentanti dei lavoratori per discutere e migliorare le pratiche di sicurezza,realizzare sondaggi e feedback: raccogliendo dai lavoratori impressioni, proposte e suggerimenti per identificare aree di miglioramento e adattare le strategie di formazione. Aderire a questa visione dell’ambiente di lavoro, implementare queste strategie ed essere consapevoli delle problematiche e della sussistenza delle criticità dei processi di apprendimento richiede impegno e risorse, ma è essenziale per garantire un ambiente di lavoro sicuro e inclusivo. Adottare un approccio innovativo, variegato e personalizzato per la formazione sulla sicurezza, che non sia solo di facciata e di rispetto delle normative ma finalizzato realmente a rendere i lavoratori consapevoli e pronti a fronteggiare i rischi ed i pericoli, può aiutare a superare le barriere dell’analfabetismo di ritorno e ridurre significativamente i rischi di incidenti sul lavoro.

LE IMPRESE E L’OBBLIGO DI STIPULARE ASSICURAZIONI PER DANNI DERIVANTI DA CALAMITÀ NATURALI

L’obbligo per le aziende di stipulare un’assicurazione contro i danni da calamità naturali, come terremoti, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni, è stato prorogato al 31 marzo 2025. Le imprese devono prepararsi seguendo alcuni passi fondamentali per essere conformi alla normativa.
Innanzitutto, devono identificare i beni aziendali che rientrano nell’obbligo assicurativo. Si tratta di immobili, macchinari e attrezzature impiegati nell’attività imprenditoriale, come specificato dal codice civile. È necessario escludere quei beni che già beneficiano di una copertura assicurativa equivalente, anche se stipulata da soggetti terzi. Le aziende devono poi scegliere una polizza assicurativa che copra i rischi previsti dalla normativa, selezionando la soluzione più adatta alle loro necessità operative e patrimoniali. È utile valutare diverse offerte per garantire una copertura adeguata.

Prima di procedere, è importante verificare se l’azienda rientra tra le categorie escluse dall’obbligo. Le imprese agricole, ad esempio, seguono un regime separato basato sul Fondo mutualistico nazionale, mentre quelle con immobili irregolari dal punto di vista edilizio non possono stipulare tali polizze.
La scadenza del 31 marzo 2025 rappresenta il termine ultimo per adempiere a questo obbligo. Le imprese che non rispettano la normativa rischiano di perdere l’accesso a contributi, agevolazioni o sovvenzioni pubbliche, incluse quelle specifiche per la gestione di eventi catastrofici.
Infine, è essenziale conservare la documentazione relativa alla polizza stipulata, così da dimostrare la conformità alle autorità competenti. Questo processo non solo tutela il patrimonio aziendale dai rischi naturali, ma garantisce anche il mantenimento di opportunità di sostegno pubblico per il futuro.

ASSICURAZIONE STUDENTI : INAIL APPLICABILE FINO AL RECUPERO DELL’INTEGRITA’ PSICO-FISICA

L’INAIL, con una nota pubblicata il 5 dicembre, ha chiarito che per gli studenti, esattamente come per i lavoratori, le tutele assicurative si applicano anche in seguito alla ripresa della frequenza scolastica e fino al recupero dell’integrità psico-fisica. La tutela assicurativa riguarda gli iscritti delle scuole o istituti di istruzione di qualsiasi ordine e grado, anche privati. Innanzitutto, nelle istruzioni operative datate 20 novembre e pubblicate il 5 dicembre, l’Istituto di assicurazione, ricorda che le prestazioni che lo stesso è obbligato a riconoscere nei confronti degli infortunati, sono quelle previste dal testo unico sull’assicurazione degli infortuni sul lavoro. Nello specifico, l’articolo 86 del testo di cui sopra prevede che: “L’Istituto assicuratore è tenuto a prestare all’assicurato nei casi di infortunio previsti nel presente titolo, e salvo quanto dispongono gli artt. 72 e 88, le cure mediche e chirurgiche necessarie per tutta la durata dell’inabilità temporanea ed anche dopo la guarigione clinica, in quanto occorrano al recupero della capacità lavorativa.”

Tale disposizione si applica, nel caso degli studenti, alle cure necessarie per il recupero dell’integrità psico-fisica, le quali possono protrarsi anche oltre il periodo di guarigione clinica, qualora il medico dell’INAIL ritenga che sia necessario. Inoltre la tutela assicurativa spetta a prescindere dal fatto che lo studente prosegua o meno l’astensione dalla frequenza della scuola. A quali studenti spetta? L’articolo 4, comma 1, n. 5 del Testo unico sull’assicurazione degli infortuni sul lavoro stabilisce che sono compresi nell’assicurazione gli alunni delle scuole o istituti di istruzione di qualsiasi ordine e grado, che frequentino esercitazioni pratiche o esperienze tecnico-scientifiche, come ad esempio quelle che possono verificarsi nei laboratori di chimica. La tutela assicurativa comprende anche gli studenti delle scuole private. Infine, l’INAIL specifica che le tutele assicurative si applicano anche agli studenti che frequentano i percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO), agli apprendisti per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore (solo per i giovani dai 15 ai 25 anni compiuti) e quelli di alta formazione e ricerca.

Infatti, il decreto legislativo n. 81/2015 attraverso l’articolo 41, comma 3, ha previsto che le varie forme di apprendistato siano inserite all’interno di un sistema duale lavoro/formazione che applica tutele differenziate, a seconda che il luogo di infortunio sia sul posto di lavoro o nella scuola/istituto. Nel caso in cui l’infortunio avvenga nella scuola, istituto o università, allo studente non spetta l’erogazione dell’indennità temporanea. Inoltre diversamente, per gli studenti delle scuole e degli istituti formativi di ogni ordine e grado non statali, la cui assicurazione è attuata mediante il pagamento del premio speciale unitario annuale, l’ INAIL ricorda che dallo scorso 1° luglio 2024 l’importo del premio annuale a persona è aggiornato in 10,40 euro. A seguito della rivalutazione, l’importo del premio per la regolazione dell’anno scolastico 2023/2024, risulta uguale a 10,05 euro. Il premio annuale dovuto per ciascun alunno/studente è poi calcolato moltiplicando il numero complessivo degli studenti, che andava già comunicato all’INAIL entro il 30 novembre, per l’importo di 10,05. Da tale importo deve essere detratto quanto già versato a titolo di anticipo. Infine, per i docenti, le scuole e istituti formativi di ogni ordine e grado non statali, verseranno i premi assicurativi dovuti per il premio di regolazione dell’anno 2024 e di rata 2025 con l’autoliquidazione 2024/2025, indicando nella dichiarazione delle retribuzioni, corrisposte nel 2024 ai lavoratori in questione.

SICUREZZA SUL LAVORO,PARTE DA LECCE IL GRIDO D’ALLARME PER I NUMEROSI INCIDENTI PORTANDO L’OSSERVATORIO A RIUNIRSI D’URGENZA : IN CRESCITA NUMERO DI INCIDENTI MORTALI E MALATTIE PROFESSIONALI . IL MODELLO LECCE DA ESEMPIO PER TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE.

L’Ispettorato territoriale del lavoro, nel corso del 2024, ha triplicato le attività registrando mille e 70 accessi in tema di vigilanza ordinaria e mille accessi in materia di vigilanza tecnica, grazie anche ai nuovi funzionari entrati in servizio lo scorso anno. Si susseguono incontri e dibattiti tra le parti sociali, il governo e le prefetture alla luce dei recenti, tragici incidenti sui luoghi di lavoro. A Lecce si è riunito con urgenza l’osservatorio provinciale sul tema, alla presenza dei vertici provinciali degli organismi di vigilanza, nonché della Provincia di Lecce e delle associazioni datoriali e organizzazioni sindacali. Dall’incontro è emersa la volontà di porre con urgenza rimedio a tale problematica in quanto si è preso atto che, nonostante l’impegno corale finalizzato ad assicurare le condizioni di sicurezza negli ambienti di lavoro, i dati statistici non risultano confortanti: 15 gli incidenti mortali nel corso del 2024, nonché un aumento di oltre il 35 percento di denunce per malattie professionali (mille e 481), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (mille e 92).

È stata così condivisa una prima bozza di rinnovo del “Protocollo d’intesa già in atto dal 22 maggio, per il rafforzamento della sicurezza sui luoghi di lavoro nella provincia di Lecce” che sarà implementata con il contributo di tutti gli attori istituzionali e delle parti sociali, con l’obiettivo di dare ulteriore impulso alle iniziative territoriali di formazione che sia da esempio per tutto il territorio Nazionale. Inoltre, in un’ottica di maggiore prevenzione del fenomeno, le aziende saranno sensibilizzate all’adozione di sistemi di rilevazione dei mancati infortuni, affinché vengano attivate misure preventive per impedire il ripetersi degli eventi.
Saranno poi valorizzate le buone prassi già sperimentate sul territorio, come quella del Progetto bollino sicurezza cantieri nel settore edile e si valuterà il concreto impatto che l’operatività della cosiddetta patente a punti o a crediti produrrà nelle dinamiche del locale settore edile. Con riferimento ai settori connotati da elevate condizioni di rischio come l’agricoltura e l’edilizia, si procederà a sensibilizzare gli enti locali per assicurare il rispetto dell’ordinanza “anti calore” del presidente della giunta regionale, che sarà verificato anche dagli organismi di vigilanza e che sia da esempio per tutto il territorio Nazionale, in quanto la collaborazione assicurata da tutte le aziende presenti sul territorio italiano, deve servire a garantire un fronte avanzato di tutela e promozione della cultura della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, con l’ invito ai lavoratori impiegati nei diversi settori produttivi, con particolare riferimento a quelli ritenuti a maggior rischio di infortuni, a denunciare e a segnalare ogni situazione critica.

Sul tema particolarmente delicato che richiede un’attenzione particolare, il Presidente di Co.N.A.P.I. Nazionale, Basilio Minichiello è intervenuto in piu’ occasioni esprimendo piena solidarietà a tutte le Istituzioni che pongono in essere normative che possano garantire una svolta significativa per tutto quanto riguarda la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro. “Di fronte al preoccupante aumento degli incidenti sul lavoro-afferma Minichiello-ribadisco con forza la necessità di un maggiore impegno connotato da concretezza e condiviso da parte di tutte le istituzioni preposte e dal partenariato economico e sociale, a cominciare dall’inserimento di quelle misure attenzionali specifiche per i settori più a rischio come edilizia e agricoltura e a tutto ciò che attiene la prevenzione mirata a contrastare la diffusione delle malattie professionali e degli infortuni sul lavoro”. E’ importante continuare a lavorare perchè le sinergie tra aziende, lavoratori ed Istituzioni diventino un motore indispensabile per fare da argine alla lunga scia di sangue sul lavoro e alle tragiche morti bianche. “Bisogna continuare ad insistere e persistere, bisogna fare gioco di squadra con le istituzioni aprendo una linea di attenzione alla bilateralità, che deve essere considerata uno strumento prezioso per la formazione e informazione sui temi della salute e della sicurezza” conclude il Presidente Minichiello.

LA BILATERALITA’ E’ ANCHE SOLIDARIETA’. CONCERTAZIONE DELLE PARTI SOCIALI PER PROMUOVERE IL BENESSERE NELLE AZIENDE MIGLIORANDO LA VITA DEI LAVORATORI

In più occasioni ho avuto il piacere di affrontare il concetto di “bilateralità”, un pilastro innovativo nelle relazioni industriali. Questo modello si basa sulla concertazione delle parti sociali per promuovere il benessere nelle aziende, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita delle persone che vivono e lavorano in questi contesti. Il benessere dei lavoratori, sia fisico che psicologico, ha un impatto diretto sul successo dell’impresa: un dipendente soddisfatto e motivato, infatti, contribuisce a incrementare la produttività, traducendosi in un vantaggio economico per l’azienda stessa.

C’è però un elemento ancora più profondo da esplorare in questo contesto: la solidarietà. Questa parola, spesso usata nei discorsi e nelle teorie, è di per sé nobile e trasversale, ma non sempre riesce a tradursi in azioni concrete. È qui che entra in gioco il ruolo degli enti bilaterali, dove il concetto solidaristico trova piena espressione. Il funzionamento di questi enti si basa su una logica inclusiva: tutti i lavoratori contribuiscono con un piccolo contributo mensile stabilito dalla contrattazione collettiva, ma i benefici vengono destinati principalmente a chi vive situazioni di maggiore difficoltà.

Un esempio pratico di solidarietà operativa riguarda i pendolari. Per raggiungere il luogo di lavoro, molti di loro affrontano giornalmente non solo lunghe distanze e orari impegnativi, ma anche costi significativi legati ai mezzi di trasporto. Gli enti bilaterali intervengono spesso per ridurre questo disagio, offrendo rimborsi per le spese di viaggio. In questo modo, si contribuisce a eliminare una disparità tra lavoratori della stessa azienda, mettendo tutti sullo stesso piano, indipendentemente dalla loro distanza dal luogo di lavoro.

Questo approccio non si limita a un supporto materiale, ma rappresenta un messaggio forte: il benessere di ciascun lavoratore è una priorità collettiva. La solidarietà diventa così il cuore pulsante della bilateralità, trasformando un contributo obbligatorio in un meccanismo di equità e supporto sociale. Questo modello può essere preso come esempio per creare un sistema economico più giusto, dove le aziende non si limitano a massimizzare i profitti, ma assumono anche un ruolo di responsabilità sociale.

La bilateralità, quindi, non è solo una nuova frontiera per le relazioni industriali, ma una pratica che unisce produttività, inclusione e solidarietà, offrendo un concreto sostegno alle persone e rendendo migliore l’ambiente lavorativo per tutti.

PIANO MATTEI: TUNISIA. FORMARE PER INTEGRARE SUMMIT NELLA SALA PIRELLI IN REGIONE LOMBARDIA PER UN CONFRONTO SERRATO PER DISCUTERE DEL PROGETTO PRESENTATO DA CO.N.A.P.I.

Si è svolto nella sede della Regione Lombardia “Pirellone” nella sala principale ” sala Pirelli ” , un importante ed interessante evento organizzato e moderato dal Presidente di Co.N.A.P.I. Lombardia,dottor Massimo Palermo, con la partecipazione del Presidente di Co.N.A.P.I. Nazionale dottor Basilio Minichiello ed esponenti istituzionali come l’Assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro Simona Tironi, il Sottosegretario alle Relazioni Internazionali ed Europee , Raffaele Cattaneo, il Segretario Generale Vicario Confintesa Claudia Ratti. Al tavolo dei lavori era presente la giuslavorista, avvocato Mirella Giovino, Jacopo Dozio , membro della IV commissione Attività Produttive, Stefano Calegari, direttore generale Energheia Impresa Sociale e Diego Mantrone Presidente di Galdus. Nel corso dell’evento, è stato in collegamento il Presidente della Camera Euromediterranea per l’industria e l’impresa Badreddine Toukabri. L’evento ha avuto come titolo ” Formare per integrare ” indirizzato al progetto presentato da Co.N.A.P.I., Galdus con partner salesiani di Tunisi.

Nel corso degli interventi, il sottosegretario ha sottolineato il valore del Piano Mattei e della cooperazione internazionale nello spirito ” non predatorio” dello stesso Piano, nei confronti di tutta l’ area interessata al Piano Mattei. Quest’ultimo esprime un progetto che riguarda il rinnovamento dei rapporti con i paesi del continente, delineando un nuovo approccio che renda maggiormente lineari le relazioni con i partner africani e italiani, con lo scopo di promuovere lo sviluppo proprio negli Stati Africani. Il Piano, come tutti sanno, ha ben 17 direttrici d’intervento: dalla cooperazione allo sviluppo alla promozione delle esportazioni e degli investimenti, dall’istruzione alla ricerca e innovazione, dalla salute all’agricoltura e sicurezza alimentare e così via. Nel corso dei lavori svoltisi a Milano presso la sala Pirelli in Regione Lombardia, è stato posto l’accento sulla Formazione ed è stato messo in evidenza come sia importante creare una sorta di rete per poter cooperare al meglio con tutte le parti coinvolte nel progetto. Inoltre ha ottenuto il placet dei relatori, alcuni capitoli del lavoro svolto e curato dal dott Antonio Zizza, direttore del Centro Studi e Ricerca di Co.N.A.P.I. Nazionale in tema di cooperazione, sviluppo, formazione ed inserimento lavorativo delle persone immigrate, ricerca consegnata lo scorso settembre a margine del G7 svoltosi a Mirabella Eclano (Av) al ministro Matteo Piantedosi. Interessanti sono poi stati gli interventi degli attori della formazione , Galdus ed Energheia partner formativo e di politiche attive coinvolti nel progetto.

L’intervento in collegamento diretto con il presidente della ONG Camera Euromediterraneo per l’industria e l impresa, Toukabri che ha sottolineato come il Paese nordafricano rimane fondamentale per l’Italia nella lotta al fenomeno dell’immigrazione clandestina così come l’Italia è interessata ad investire in Tunisia in progetti a favore dei giovani delle regioni sfavorite. Soddisfatto dell’ iniziativa il Presidente di Co.N.A.P.I. Nazionale, il dott. Basilio Minichiello che, da sempre impegnato nell’ ascolto delle esigenze delle aziende nel reperire personale qualificato, ha da ultimo sottoscritto con Confintesa uno specifico protocollo per favorire la formazione e l’inserimento lavorativo delle persone provenienti da Paesi Terzi. L’ intesa e la collaborazione è stata confermata anche dalla dott.ssa Claudia Ratti, segretario generale vicario di Confintesa. L ‘attenzione dei relatori si è concentrata sulle finalità dei progetti formativi in Tunisia, sia sotto il profilo lavorativo che sotto il profilo umano e sociale. Evitare le attività “predatorie” e concentrarsi sull’effettiva ricerca delle figure professionali da formare nei luoghi di origine e da inserire successivamente nel contesto lavorativo italiano, questo è il messaggio fondamentale da cui partire.