VIOLENZA DI GENERE CONSIDERATA UN FENOMENO SOCIALE. LA GIUSLAVORISTA MIRELLA GIOVINO LO ANALIZZA DA UN PUNTO DI VISTA LAVORATIVO.

E’ da poco trascorsa la giornata dedicata alla violenza sulle donne che Co.N.A.P.I. Nazionale, ha inteso affrontare attraverso un webinar dedicato, a cui hanno partecipato professionisti i quali hanno approfondito vari punti, soprattutto quelli critici che rappresentano il nervo scoperto del genere femminile indebolendone la figura in vari amibiti: familiari, sociali e lavorativi. A proposito dell’ambiente lavorativo, abbiamo intervistato l’avvocato Mirella Giovino, giuslavorista e consulente di CoN.A.P.I. Nazionale e braccio destro del Presidente Basilio Minichiello per tutto quanto attiene alla formazione contrattuale, definendone i contenuti per disciplinare vari ambiti lavorativi e che avendo un ruolo importante da un punto di vista professionale, puo’ rispondere ad alcune domande.

Avvocato Giovino, come può essere definita la violenza di genere?
“La violenza di genere è un fenomeno sociale che, allo stato, non ha una definizione univoca, e trova la sua collocazione in più fonti normative, accordi e convenzioni internazionali, legislazione nazionale, prassi interpretative. E’ sicuramente qualificabile come un fenomeno complesso, che si manifesta con pluralità di azioni violente ripetute nel tempo; azioni di natura fisica, psicologica, sessuale, economica e verbale, che possono verificarsi nell’ambiente domestico, nei luoghi di lavoro, nella vita sociale. Viene colpita la persona a causa del suo “genere”. La violenza sulle donne è il paradigma più conosciuto di tale forma di violenza”.
Il contesto lavorativo, quindi, può essere interessato da tale fenomeno?
“Nell’ambiente di lavoro possono registrarsi fenomeni di violenza di genere-continua la dottoressa Mirella Giovino-attuata attraverso pratiche e comportamenti, anche solo sotto forma di minaccia, che possono essere reiterati nel tempo, con conseguente danno fisico, psicologico, morale, economico o sessuale. La violenza di genere potrebbe non essere adeguatamente valutata dagli attori coinvolti, spesso distratti dai ritmi o condizionati dalle dinamiche del rapporto lavorativo. Va sottolineato, di contro, che nello stesso ambiente di lavoro possono essere attuati strumenti di tutela e di repressione di tali forme di violenza, nonché attività di supporto alle vittime qualora la violenza sia stata perpetuata all’esterno”.

Inoltre, avvocato quali sono gli strumenti di prevenzione e contrasto alla violenza di genere nell’ambiente di lavoro?
Per la giuslavorista: “Prima di ogni cosa va evidenziato che è la contrattazione collettiva Nazionale a buttare le basi per prevenire e contrastare il fenomeno in quanto, nel recepire gli istituti già previsti dal legislatore, pone le basi per la previsione di regole di miglior favore – si pensi, ad esempio, ai sistemi di prevenzione, alla creazione di specifici percorsi formativi, alle sanzioni disciplinari, alla prevenzione del mobbing- al fine di tutelare e migliorare le condizioni di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori nell’ottica di un ambiente sano ed equilibrato. Sicuramente uno degli strumenti più efficaci ed immediati per contrastare e prevenire il fenomeno all’interno dell’azienda ma anche, come detto, per fornire l’adeguato supporto alle vittime stesse è la contrattazione aziendale, ovvero la contrattazione di secondo livello. Il contratto di secondo livello è l’accordo sottoscritto tra l’associazione datoriale o datore di lavoro e l’associazione sindacale, per il tramite della rappresentanza in azienda, attraverso cui si stabiliscono le condizioni più rispondenti alla realtà lavorativa, nell’interesse di crescita comune tra azienda e lavoratori. E’ uno strumento essenziale, in quanto è nella singola realtà aziendale che vanno ricercate le criticità e prospettate e attuate le migliori soluzioni possibili. In merito alla tutela delle vittime di violenza di genere, sicuramente attraverso l’accordo di secondo livello si potranno incentivare le forme di assistenza rientranti nel welfare aziendale (ad esempio: erogazione di servizi finalizzati al supporto psicologico, integrazioni economiche, premi, assistenza legale), introdurre strumenti di flessibilità oraria e organizzativa, prevedere l’erogazione di permessi straordinari, estendere, nei limiti del perimetro normativo, il periodo di congedo di cui al D.Lgs. 81/ 2015 nel caso in cui la vittima sia stata inserita in percorsi di protezione. Il dialogo in azienda è fondamentale per la crescita e la tutela comune, l’accordo aziendale fornisce gli strumenti adeguati per meglio realizzarlo”. Così ha concluso la professionista, lasciando aperta la porta del confronto, che rappresenta e sancisce l’importanza di una cultura del lavoro basata sul rispetto reciproco e sulla dignità dell’essere umano.

IL CENTRO STUDI E RICERCHE DELLA Co.N.A.P.I. NAZIONALE PUBBLICA UN QUESTIONARIO PER PROMUOVERE LA CRESCITA DEL SETTORE VITIVINICOLO E DELL’ENOTURISMO SOSTENIBILE

La ricerca scientifica del Centro Studi Co.N.A.P.I. Nazionale, non si arresta, questa volta ha acceso un faro sul settore vitivinicolo e dell’enoturismo sostenibile, settori che stanno subendo cambiamenti tali da influenzare il mercato del lavoro e quello occupazionale, dove le aziende richiedono specifiche competenze ed una costante formazione. A tal proposito e soprattutto per le tante sfide che le aziende si trovano ad affrontare, il Centro Studi ha realizzato un questionario attraverso il quale si vuole attingere più informazioni possibili per avere un quadro generale sui settori che hanno uno specifico ruolo nel panorama economico che sono in continua evoluzione. A parlarne è il dottor Antonio Zizza, Direttore del Centro Studi e Ricerche della Co.N.A.P.I. al quale abbiamo posto delle domande specifiche che ci aiutano ad avere una visione completa dell’obiettivo che si intende perseguire. Riportiamo di seguito l’intervista.
Direttore, cosa ha spinto il Centro Studi e Ricerche della Co.N.A.P.I. Nazionale a realizzare un questionario specifico per il settore vitivinicolo ed enoturistico?
Il settore vitivinicolo, insieme all’enoturismo, sta attraversando un periodo di grande cambiamento, affrontando sfide che influenzano il mercato del lavoro e aprono nuove opportunità occupazionali. Con il “Questionario per lo sviluppo del settore vitivinicolo e dell’enoturismo sostenibile” [https://forms.gle/vLpt3uQya69tyumf9] miriamo a raccogliere informazioni attuali e precise dagli operatori: dai produttori di uve ai cantinieri ovvero alle aziende turistiche specializzate.

L’obiettivo è identificare esigenze specifiche, sfide e soprattutto opportunità di crescita e innovazione in ottica sostenibile. Vogliamo ottenere un quadro realistico che ci permetta di sviluppare strategie efficaci per promuovere il territorio e la biodiversità.


Quali temi principali vengono affrontati nel questionario?

Il questionario esplora molteplici aspetti fondamentali: dalla gestione aziendale alla sostenibilità ambientale, dall’innovazione tecnologica all’enoturismo, fino alla formazione e alle collaborazioni, sia a livello nazionale che internazionale. Abbiamo incluso anche sezioni dedicate alla diversità imprenditoriale (per età e genere), ai canali di promozione e ai modelli di commercializzazione adottati. Crediamo che per comprendere e poi sostenere appieno questo settore sia indispensabile avere un quadro dettagliato delle attività e delle sfide quotidiane degli operatori.

Perché è importante per le aziende partecipare?

La partecipazione è molto importante, almeno per due motivi. In primo luogo, consente agli imprenditori di esprimere direttamente le loro esigenze, offrendo al settore una rappresentazione autentica delle loro prospettive. In secondo luogo, i dati raccolti ci permetteranno di formulare proposte concrete e strumenti di supporto mirati. Le informazioni, raccolte in modo anonimo e con la massima riservatezza, saranno la base per progetti e iniziative di sviluppo specifiche. Proprio in questi giorni, insieme al Presidente di Co.N.A.P.I. Nazionale, dott. Basilio Minichiello, saremo presenti al Merano Wine Festival per presentare il questionario e i nostri obiettivi direttamente ad alcune delle aziende del settore.

Che messaggio vorrebbe trasmettere agli operatori?

Agli operatori del settore vogliamo dire che il loro contributo è fondamentale: solo collaborando possiamo affrontare le criticità e proporre soluzioni efficaci.
Da irpino, conosco il potenziale del nostro territorio e della sua tradizione vitivinicola, che può rappresentare un’importante leva per lo sviluppo economico e occupazionale. Il Centro Studi e Ricerche della Co.N.A.P.I. intende impegnarsi nel sostenere il settore, ma per farlo abbiamo bisogno di una comprensione profonda circa le esigenze operative delle aziende. Partecipare al questionario significa stringere una collaborazione per costruire un futuro più competitivo, sostenibile e innovativo per il settore vitivinicolo.

Come si può partecipare?

Partecipare è molto semplice: il questionario è disponibile online e richiede solo pochi minuti per essere completato. Gli interessati possono accedervi direttamente al link del questionario [https://forms.gle/3ojfQ2vsSFKkGs2MA] o contattandoci via email [csr@conapinazionale.it] per avere informazioni più dettagliate. Ogni risposta è preziosa e avrà un ruolo importante nelle attività che svilupperemo nei prossimi mesi.