NOTTI DELLA MODA 2025: OLTRE 30 ISTITUTI ITALIANI APRONO LE PORTE A STUDENTI E FAMIGLIE


Le Notti della Moda 2025 si confermano come uno degli appuntamenti più significativi nel panorama formativo italiano, un’iniziativa che unisce orientamento, creatività e dialogo tra scuola e impresa.

Oltre trenta istituti scolastici e accademie di moda, distribuiti su tutto il territorio nazionale, apriranno le loro porte in orario serale per accogliere studenti, famiglie e appassionati del settore.
L’evento si svolgerà nel mese di novembre 2025, con date specifiche che variano da istituto a istituto. Ogni scuola aderente proporrà un calendario personalizzato, consultabile sui rispettivi siti web o attraverso le comunicazioni ufficiali del Ministero dell’Istruzione.
L’obiettivo è chiaro e ambizioso: offrire un’occasione concreta per conoscere da vicino il mondo della moda, esplorare i percorsi formativi disponibili e comprendere le opportunità professionali che questo settore può offrire. Le serate saranno animate da visite guidate agli atelier e ai laboratori, sfilate di abiti realizzati dagli studenti, presentazioni di progetti creativi, incontri con docenti, ex allievi e professionisti del settore.
Le Notti della Moda rappresentano un vero e proprio ponte tra scuola e impresa, un modello virtuoso che punta a valorizzare le competenze e i talenti dei giovani, favorendo il dialogo con le aziende e con il mondo produttivo. In un contesto in cui la moda italiana continua a essere sinonimo di eccellenza nel mondo, investire nella formazione significa garantire un futuro solido e innovativo al settore.

L’iniziativa è promossa dal Ministero dell’Istruzione, con il sostegno di enti regionali, associazioni di categoria e imprese del settore moda. Si inserisce in un più ampio progetto di rilancio dell’istruzione tecnico-professionale, volto a rafforzare il legame tra scuola e mondo del lavoro, e a rendere più attrattivi i percorsi formativi legati alla creatività, al design e all’artigianato.
Le Notti della Moda 2025 non sono solo un’occasione per orientarsi nella scelta del percorso scolastico, ma anche un momento di festa, di scoperta e di condivisione, dove la passione per la moda diventa motore di crescita culturale e professionale. I visitatori potranno toccare con mano il lavoro quotidiano svolto dagli studenti, osservare le tecniche di confezionamento, conoscere le tecnologie applicate alla moda e dialogare con chi ha trasformato la propria vocazione in una carriera.
In un mondo che cambia rapidamente, dove la creatività si intreccia con la tecnologia e la sostenibilità, le scuole di moda italiane si presentano come laboratori di futuro, pronti ad accogliere e formare le nuove generazioni di stilisti, modellisti, designer e imprenditori.

Le Notti della Moda 2025 sono l’invito a entrare in questo mondo, a viverlo, a immaginarlo e a costruirlo insieme.
L’iniziativa si rivolge anche alle famiglie, chiamate a svolgere un ruolo attivo nel percorso di orientamento dei propri figli. Partecipare a questi eventi significa condividere scelte, scoprire nuove prospettive e comprendere le potenzialità di un settore che, oltre a essere creativo, è anche strategico per l’economia nazionale. La moda, infatti, non è solo stile e bellezza, ma anche innovazione, ricerca, sostenibilità e impresa.
Le Notti della Moda 2025 celebrano tutto questo: il talento, la passione, la formazione e il futuro. Un’occasione per guardare oltre, per credere nei sogni e per costruire, passo dopo passo, una nuova generazione di professionisti capaci di portare avanti la grande tradizione italiana con uno sguardo rivolto al mondo.

LA MODA IN SVENDITA: IL LUSSO DIVENTA POPOLARE


Le svendite di moda, un tempo riservate a pochi privilegiati, stanno vivendo una trasformazione radicale, oggi rappresentano un fenomeno globale che unisce stile, accessibilità e sostenibilità.

Le svendite di moda non sono più eventi esclusivi per addetti ai lavori o clienti selezionati. Da Milano a New York, queste occasioni si sono trasformate in veri e propri appuntamenti di massa, capaci di attirare migliaia di appassionati e curiosi. Il motivo è semplice: l’opportunità di acquistare capi firmati a prezzi fortemente scontati, spesso con ribassi che superano il 70%.
Boutique, showroom e piattaforme digitali organizzano vendite promozionali stagionali che permettono di accedere a collezioni di alta gamma a costi contenuti. Marchi iconici del lusso, da quelli storici alle nuove promesse del fashion system, partecipano a queste iniziative con l’obiettivo di smaltire le rimanenze di magazzino e, al tempo stesso, avvicinare nuovi segmenti di pubblico.
A Milano, capitale italiana della moda, le svendite si svolgono in location esclusive, ma sempre più spesso anche online, rendendo l’esperienza accessibile a chiunque.

A New York, le cosiddette “sample sales” sono diventate eventi sociali, documentati da influencer e fashion blogger che ne amplificano la portata mediatica.
Questo fenomeno ha cambiato il modo in cui il pubblico si relaziona alla moda. Non si tratta più solo di status o di tendenze, ma di un’esperienza di scoperta e di costruzione del proprio stile personale. Le svendite permettono di sperimentare, di accedere a capi di qualità e di avvicinarsi a un consumo più consapevole.
In un’epoca in cui la sostenibilità è al centro del dibattito, le svendite rappresentano anche una risposta concreta alla necessità di ridurre gli sprechi. Offrire una seconda vita a capi invenduti significa allungarne il ciclo di utilizzo e contribuire a un’economia più circolare.
Il lusso, dunque, non è più solo per pochi. Grazie alle svendite, diventa un’esperienza condivisa, accessibile e, soprattutto, intelligente. Un modo nuovo di vivere la moda, tra passione, risparmio e responsabilità.

MODA COME LINGUAGGIO VISIVO: L’ATTO DI VESTIRSI DIVENTA NARRAZIONE CULTURALE INFLUENZATO DA SOTTOCULTURE ARTE CONTEMPORANEA E CINEMA


La moda è racconto visivo: ogni abito comunica identità, influenze culturali e visioni personali.

Nel mondo contemporaneo, la moda ha assunto un ruolo che va ben oltre la funzione estetica o la necessità pratica. Vestirsi è diventato un atto comunicativo, una forma di espressione personale e collettiva che riflette, interpreta e talvolta anticipa i cambiamenti culturali, sociali e artistici. Ogni abito, ogni accessorio, ogni scelta stilistica è un segno, un messaggio, una dichiarazione. La moda è oggi un linguaggio visivo che racconta chi siamo, da dove veniamo, cosa sogniamo e come vogliamo essere percepiti.

Le sottoculture urbane hanno avuto un impatto profondo su questo linguaggio. Movimenti come il punk, l’hip-hop, il grunge, il queer e il vintage hanno generato codici estetici che sono stati prima marginali, poi adottati e infine celebrati dalla moda mainstream. Questi stili non sono semplici tendenze: sono manifestazioni di identità, di resistenza, di appartenenza. Indossare un certo tipo di abbigliamento può significare aderire a una visione del mondo, rivendicare uno spazio, esprimere una posizione politica o sociale.

L’arte contemporanea ha contribuito a rendere la moda ancora più concettuale e provocatoria. Le collaborazioni tra stilisti e artisti visivi hanno trasformato il corpo in una tela e l’abito in un’opera d’arte. Le passerelle diventano installazioni, le collezioni si ispirano a movimenti pittorici, scultorei, performativi. Il confine tra moda e arte si dissolve, lasciando spazio a una contaminazione fertile che stimola la riflessione e l’immaginazione.

Il cinema, da parte sua, ha sempre avuto un ruolo centrale nella costruzione dell’immaginario sartoriale. I costumi dei film iconici influenzano le generazioni, definiscono epoche, creano archetipi.

Da Audrey Hepburn in “Colazione da Tiffany” a Tilda Swinton in “Orlando”, da i tailleur di Marlene Dietrich alle atmosfere cyberpunk di “Blade Runner”, il grande schermo ha modellato il nostro modo di pensare l’eleganza, la ribellione, la femminilità, la mascolinità, l’ambiguità.

In questo intreccio di influenze, la moda diventa specchio e motore della cultura. Non si limita a seguire le tendenze: le crea, le sovverte, le racconta. È uno spazio di libertà e di sperimentazione, dove il corpo si fa manifesto e il quotidiano si trasforma in performance. Chi indossa un abito partecipa a un racconto collettivo fatto di simboli, memorie e visioni. Vestirsi oggi è un atto di espressione, di resistenza, di sogno. È il nostro modo di stare nel mondo, di prenderne posizione, di lasciarne traccia. E in questa traccia, si scrive anche la storia di ciò che siamo stati, di ciò che siamo e di ciò che potremmo diventare.

SETTANT’ANNI DI STILE ITALIANO: UN VIAGGIO NELLA MODA CHE HA RESO GRANDE IL NOSTRO PAESE


Moda italiana: arte, identità, innovazione.

Nel 1954, settant’anni fa, nasceva il Centro di Firenze per la Moda Italiana. Un’istituzione che, sotto la guida visionaria di Giovanni Battista Giorgini, diede vita alle prime sfilate a Palazzo Pitti, consacrando Firenze come culla del Made in Italy. Da quel momento, lo “stile italiano” non fu più soltanto un’espressione estetica: divenne un marchio di qualità, eleganza e identità culturale, riconosciuto e celebrato in tutto il mondo. Ma la storia della moda italiana non comincia negli anni Cinquanta. Affonda le sue radici nel Rinascimento, epoca di rinnovamento artistico e sociale, in cui tessuti, colori e forme iniziarono a riflettere il gusto e la raffinatezza di una nuova società. Da allora, lo stile italiano ha attraversato secoli di trasformazioni, contaminazioni e rivoluzioni, fino ad arrivare all’era contemporanea, dominata dal fast fashion, dalla sostenibilità e dagli influencer digitali.

A raccontare questa lunga e affascinante parabola è il libro Storia della moda italiana. Tessuti, riti e miti dal Rinascimento a Valentino, firmato da Michelangelo Iossa. Un’opera che non si limita a ripercorrere le tappe storiche, ma le intreccia con le storie di artigiani, stilisti, tessuti scomparsi e innovazioni all’avanguardia. Un viaggio appassionato tra passato e futuro, tra grandi firme e icone emergenti, alla ricerca della maestria che ha reso grande il nostro Paese. Con uno sguardo attento alle sfide del presente – dalla digitalizzazione alla sostenibilità – Iossa ci guida alla scoperta di un patrimonio culturale e produttivo che continua a evolversi, senza mai perdere la propria anima. Un tributo alla creatività italiana, alla sua capacità di reinventarsi e di emozionare, cucito con la precisione di chi conosce il valore di ogni filo, di ogni gesto, di ogni visione.

IL SILENZIO DELL’ELEGANZA: L’ULTIMO SALUTO A RE GIORGIO


A 91 anni si è spento Giorgio Armani, il visionario che ha reso Milano capitale della moda mondiale

Non ci sono applausi, nessun clamore, solo il silenzio elegante che lui stesso aveva insegnato a vestire. Giorgio Armani se n’è andato a 91 anni nella sua Milano, città che lo aveva accolto ragazzo inquieto e che lui ha trasformato in capitale della moda mondiale. La sua non è mai stata la storia di un uomo qualunque, ma quella di chi, partendo da Piacenza e da un’infanzia segnata dalla guerra, ha saputo cambiare il volto dell’eleganza con un gesto semplice: spogliarla del superfluo. Cresciuto in una famiglia modesta, dopo un breve periodo all’università di medicina, Armani scelse la strada più incerta ma più vicina alla sua sensibilità: la moda. Iniziò come vetrinista e buyer alla Rinascente, osservando silenziosamente i desideri delle persone, studiando proporzioni, colori, stili. Quell’occhio allenato e disciplinato lo condusse da Nino Cerruti, dove imparò l’arte sartoriale e comprese che il suo futuro non poteva essere solo da spettatore. Nel 1975, insieme al compagno Sergio Galeotti, fondò la sua maison: vendettero persino la loro auto per inseguire un sogno che pochi avrebbero osato. Fu l’inizio di un impero costruito con metodo, visione e una cifra stilistica immediatamente riconoscibile. Con la giacca destrutturata rivoluzionò il guardaroba maschile, liberandolo da rigidità formali, mentre alle donne regalò il potere dell’eleganza sobria, fatta di linee pulite e raffinate. I suoi tailleur e i suoi abiti diventarono simbolo di emancipazione e forza, indossati da donne che volevano sentirsi protagoniste della propria vita senza rinunciare alla grazia. La consacrazione internazionale arrivò con il cinema: Richard Gere in American Gigolo vestito Armani non fu soltanto un attore in un film, ma l’icona di un nuovo ideale estetico che parlava a tutto il mondo.

Da allora, Hollywood divenne la sua passerella parallela: Julia Roberts, Leonardo DiCaprio, Michelle Pfeiffer, Cate Blanchett e decine di altre star lo hanno scelto per trasformare un tappeto rosso in un racconto di stile. Ma Armani non era solo un couturier: era un uomo di valori. Le sue parole restano scolpite come un manifesto intimo: “Coltivate l’amore per ciò che fate con rispetto di chi è vicino. Con l’amore si arriva lontano. Lavorate, ma non dimenticatevi di chi avete con voi, che sia il gatto, la mamma, il cane o la fidanzata. Andando avanti avrete bisogno di persone che vi stiano accanto”. Dietro al mito, c’era un uomo capace di ricordare a tutti che la grandezza non esclude la delicatezza dei rapporti quotidiani. Legato visceralmente a Milano, non smise mai di guardare oltre: i suoi viaggi, come quello in India nel 1994, arricchirono il suo immaginario con nuove sfumature culturali, portando nei suoi tessuti il respiro di mondi lontani senza mai tradire la sobrietà che era la sua firma.
Quest’anno la maison avrebbe celebrato i cinquant’anni di storia.

Per la prima volta, lo stilista non presenziò alla sfilata di giugno, trattenuto dalla salute, ma rimase simbolicamente al timone della sua creatura, vigile fino all’ultimo. Ora, a pochi mesi da quell’anniversario, Milano si prepara a rendergli omaggio: l’Armani/Teatro aprirà le sue porte per la camera ardente il 6 e 7 settembre, prima della cerimonia privata, come lui aveva chiesto, con discrezione e senza clamori. Le reazioni del mondo intero raccontano l’impatto della sua figura: Donatella Versace lo ha salutato come un gigante, Giorgia Meloni lo ha definito simbolo dell’Italia migliore, e le star che ha vestito lo ricordano con affetto e gratitudine. Victoria Beckham lo ha definito una leggenda, e Hollywood intera si è stretta attorno a quel nome che è diventato sinonimo di eleganza. Oggi il sipario si è abbassato, ma l’opera resta. Giorgio Armani non lascia soltanto un archivio di abiti, ma un linguaggio che ha insegnato a generazioni intere che la vera raffinatezza non ha bisogno di gridare. “Re Giorgio” se ne va con la stessa misura con cui ha vissuto, lasciando un’Italia più elegante e un mondo più consapevole che l’essenzialità, quando è frutto di intelligenza e visione, può essere la forma più alta di bellezza

REGINA BRANCA: TALENTO SICILIANO PORTA SIRACUSA NELLA MODA CONTEMPORANEA


Regina Branca, 20 anni, porta il mito siciliano nella moda con capi artigianali ispirati ad Aretusa.

A soli vent’anni, Regina Branca si sta facendo notare come una delle voci più fresche e promettenti del panorama creativo italiano. Siciliana, studia all’Istituto Marangoni di Firenze, una delle scuole di moda più prestigiose, ed è già stata scelta tra gli otto migliori studenti della scuola, ottenendo la possibilità di presentare la propria collezione in sfilata. Inoltre, ha partecipato a Feel the Yarn, esperienza che le ha permesso di confrontarsi con studenti provenienti da tutto il mondo e di scoprire nella maglieria la sua strada.
La sua collezione non nasce solo da un percorso accademico, ma da un desiderio più profondo: onorare le proprie radici. Regina racconta che inizialmente la sua “sicilianità” si manifestava solo come un’abbondanza decorativa, quasi inconscia. Poi ha sentito l’esigenza di andare oltre gli stereotipi – come il classico carretto siciliano – per raccontare la storia e le influenze culturali della sua terra e dei suoi antenati. L’ispirazione principale arriva dalla leggenda di Aretusa e dal luogo che la custodisce, l’isola di Ortigia: “Crescendo a Messina, Ortigia è sempre stato un luogo speciale per me: la fonte mi incantava ogni volta”, racconta.

Affascinata dalla poesia del mito e dalla necessità greca di spiegare la natura attraverso le storie, Regina ha interpretato il tema della metamorfosi: dalla nuvola in cui Aretusa si nasconde fino alla fonte in cui si scioglie dalla paura. Da qui ha sviluppato texture e lavorazioni innovative: nella prima parte della collezione ha ricreato le nuvole con filati tinti a mano con tecnica tie-dye e lavorati all’uncinetto come punto pelliccia, mentre nella seconda ha sperimentato per evocare la vegetazione della fonte – alghe e papiri – con tecniche artigianali raffinate.
Il cuore del progetto è l’uncinetto, strumento che unisce tradizione e innovazione. La sfida più grande, racconta Regina, è stata quella di non cadere nei cliché e di spingersi oltre i limiti tecnici: “Ho dovuto persino sfidare le leggi della fisica, come nell’outfit numero 4, dove ho cercato di creare una struttura di crinolina interamente all’uncinetto con il mohair, una fibra molto morbida che difficilmente mantiene la forma”. Per lei la moda non è solo estetica, ma anche sostenibilità: un concetto ampio che abbraccia l’ambiente, la cultura e il sociale.

Lavorare a maglia e all’uncinetto significa limitare gli sprechi, facilitare il riciclo e soprattutto tramandare saperi secolari che rischiano di scomparire. Regina ha scelto materiali deadstock forniti dalle aziende e ha persino raccolto vetri sulle spiagge di Messina, trasformandoli in decorazioni: “Ho voluto dare nuova vita a un rifiuto, trasformandolo in ornamento, come in una metamorfosi”. I suoi modelli di riferimento spaziano da Alexander McQueen, per la capacità di trasformare la moda in magia e spettacolo, alla propria nonna, “la donna più elegante che io abbia mai conosciuto”, che a 85 anni continua a sperimentare con gusto e che l’ha aiutata nella realizzazione della collezione. Regina non limita la sua creatività alla moda: da bambina scriveva sceneggiature e girava cortometraggi, e confessa che se non avesse scelto questo percorso probabilmente si sarebbe dedicata al cinema o al product design, attratta dall’idea di applicare la sua sensibilità per texture e tessuti anche all’arredamento.

La sua collezione, interamente lavorata a mano, non è solo un insieme di abiti: è un racconto visivo di identità. Un omaggio alla Sicilia che intreccia mito e tradizione con l’innovazione di una generazione pronta a ridefinire i confini della moda. Regina Branca è la prova che il futuro può nascere dalla memoria, e che l’artigianato, se guardato con occhi nuovi, può diventare linguaggio universale.
Con la sua visione poetica e sperimentale, Regina Branca dimostra che la moda può farsi racconto di identità e metamorfosi. Dalla Sicilia al palcoscenico internazionale, la sua voce creativa è già quella di una protagonista del futuro.

L’ABBRACCIO TRA MODA E CALCIO SEGNA L’INIZIO DI UNA NUOVA STAGIONE BIANCONERA


Giorgio Armani veste la Juventus tra eleganza e tradizione sartoriale

Juventus e Giorgio Armani hanno intrecciato i loro mondi in una collaborazione che promette di lasciare il segno: per le stagioni 2025/26 e 2026/27 sarà infatti la maison milanese a disegnare il guardaroba formale dei bianconeri. Il debutto dei primi completi è già avvenuto il 24 agosto, in occasione della prima giornata di campionato, quando i giocatori hanno raggiunto lo stadio con un’eleganza nuova, firmata Armani. La collezione pensata per la Juventus rispecchia l’inconfondibile stile della casa di moda: linee pulite, sobrietà raffinata e tessuti di alta qualità. Si va dai completi in crêpe e cashmere idrorepellente a overshirt, polo e rollneck in lana leggera, tutti declinati in un elegante blu mezzanotte, colore che racconta sobrietà e rigore senza rinunciare al fascino contemporaneo. È un guardaroba versatile, capace di accompagnare i giocatori nei diversi momenti della stagione, dalle trasferte internazionali agli impegni ufficiali più formali.

Per Armani non si tratta certo della prima incursione nel mondo dello sport: lo stilista aveva disegnato le divise della Nazionale italiana ai Mondiali del 1994, per poi tornare a vestire gli Azzurri in occasione delle Olimpiadi di Londra 2012 e di Sochi 2014. Nel 2019 ha firmato un accordo di collaborazione con la FIGC, consolidando il legame con la Nazionale, mentre nel corso degli anni ha collaborato anche con il Chelsea e con la Scuderia Ferrari. Questa volta, però, la sfida ha un sapore speciale perché unisce due eccellenze italiane, moda e calcio, in una sinergia che va oltre l’estetica. Da un lato, la Juventus si conferma non solo come club di successo sportivo, ma anche come marchio globale capace di influenzare linguaggi e tendenze; dall’altro, Armani ribadisce la sua capacità di interpretare e valorizzare l’eleganza in ogni contesto, persino quello calcistico. L’unione tra moda e sport ha anche un valore economico significativo: partnership di questo tipo non si limitano ad aggiungere un logo su una divisa, ma costruiscono un immaginario condiviso che amplifica la visibilità internazionale di entrambi i marchi.

Nel passato Juventus aveva già sperimentato collaborazioni simili, ad esempio con Trussardi nella stagione 2013/14, ma con Armani il livello si eleva ulteriormente, assumendo i contorni di una vera e propria narrazione sartoriale. In fondo, vedere i campioni bianconeri sfilare verso lo stadio con abiti Armani significa molto più che abbinare moda e calcio: è la celebrazione del made in Italy, un dialogo tra tradizione e modernità che porta l’eleganza italiana sul palcoscenico globale. E chissà che questo nuovo guardaroba non possa essere letto anche come un messaggio beneaugurante da parte di Giorgio Armani: un invito a vivere la stagione con la stessa classe, determinazione e solidità con cui la maison ha firmato i suoi completi. Per la Juventus, iniziare il campionato sotto il segno dell’eleganza potrebbe essere il miglior portafortuna possibile.

VERSACE A LUCI SOFFUSE: NIENTE SFILATA PER IL DEBUTTO DI DARIO VITALE

Per il debutto di Dario Vitale alla guida creativa, Versace rinuncia alla tradizionale sfilata alla Milano Fashion Week PE 2026, optando per un evento intimo e un video di presentazione. Una scelta in linea con lo stile raffinato e silenzioso del designer romano. La collezione sarà un omaggio al passato del brand, con uno sguardo al futuro. Con eleganza e misura, Versace inaugura così una nuova era, lontana dai riflettori ma ricca di visione.

Continua a leggere

IL DIAVOLO È TORNATO: IL RITORNO DI MIRANDA PRIESTLY INFIAMMA LA MODA E IL CINEMA

Il sequel de Il Diavolo veste Prada è ufficialmente in produzione, con il ritorno esplosivo di Anne Hathaway e Meryl Streep. Miranda Priestly è più potente e spietata che mai, pronta a sfidare Andy in un nuovo scontro di visioni. Ambientato tra alta moda e rivoluzione digitale, il film riflette sui cambiamenti del potere femminile contemporaneo. L’uscita è prevista per giugno 2026 e promette un mix di glamour, ambizione e profondità.

Continua a leggere

DONATELLA VERSACE, RITRATTO DI UNA DONNA EMPOWERED

Donatella Versace lancia la sua prima campagna come global ambassador dopo l’ingresso della maison nel gruppo Prada. Il concept #Enpowered celebra una femminilità forte, sicura e consapevole, attraverso immagini audaci firmate Mert & Marcus. La campagna segna una nuova fase per Versace, tra continuità e rinascita. “Enpowered” diventa un manifesto identitario e un invito alla forza interiore.

Continua a leggere