Co.N.A.P.I. NAZIONALE PROMUOVE L’ECONOMIA CIRCOLARE.


UN’OPPORTUNITÀ STRATEGICA PER LE IMPRESE ITALIANE. CON INIZIATIVE CONCRETE CHE SPAZIANO DAL RICICLO ALLA SOSTENIBILITÀ, L’ECONOMIA CIRCOLARE NON SOLO FAVORISCE L’AMBIENTE, MA OFFRE ANCHE VANTAGGI ECONOMICI SIGNIFICATIVI, STIMANDO UN RISPARMIO DI OLTRE 16 MILIARDI DI EURO.

Il panorama dell’economia circolare in Italia sta vivendo una trasformazione significativa, con circa il 50% delle aziende italiane che hanno intrapreso iniziative concrete in questa direzione, soprattutto nel Nord del Paese. Le pratiche più diffuse includono il riciclo dei materiali e l’adozione di strategie per estendere la durata dei prodotti, riducendo così la necessità di nuove risorse e contribuendo alla sostenibilità ambientale.

Questi sforzi non solo portano benefici ecologici, ma anche vantaggi economici rilevanti, con un risparmio stimato di oltre 16 miliardi di euro. Questo dimostra come l’economia circolare non sia solo una scelta etica, ma anche una strategia economica vantaggiosa, in grado di rafforzare la competitività delle imprese, in particolare delle PMI (Piccole e Medie Imprese), che rappresentano il cuore del tessuto produttivo italiano.

A sostegno di questo processo, la Confederazione Co.N.A.P.I. sta promuovendo una serie di eventi informativi destinati alle aziende.

Questi incontri sono pensati per approfondire i benefici dell’economia circolare e fornire strumenti pratici alle imprese per integrare queste pratiche nei loro modelli di business.

L’adozione di una cultura del riciclo e della sostenibilità è particolarmente cruciale in un Paese come l’Italia, che dipende dalle importazioni per il 48% delle sue materie prime. Ridurre questa dipendenza attraverso il recupero e il riutilizzo dei materiali non solo contribuisce a una maggiore autonomia, ma diminuisce anche la produzione di nuovi rifiuti, rendendo l’economia più resiliente e sostenibile.

In sintesi, l’economia circolare rappresenta una grande opportunità per le aziende italiane, sia in termini di risparmio economico che di sostenibilità ambientale. Le iniziative come quelle promosse da Co.N.A.P.I. sono fondamentali per diffondere conoscenze e stimolare un cambiamento strutturale nel modo in cui le imprese operano e si relazionano con l’ambiente.

SICUREZZA E INNOVAZIONE : LE SFIDE DEL 2025 PER IL LAVORO LA Co.N.A.P.I. NAZIONALE INDIVIDUA I PUNTI FONDAMENTALI.


PER IL PRESIDENTE NAZIONALE BASILIO MINICHIELLO “LA FORMAZIONE E LA SICUREZZA SONO ELEMENTI IMPRESCINDIBILI”.

La Co.N.A.P.I. Nazionale (Confederazione Nazionale Artigiani e Piccoli Imprenditori) che offre diversi servizi di sicurezza e formazione per le imprese associate, supportando le aziende nell’adempimento degli obblighi previsti dal D.Lgs. 81/08, ed offrendo: Valutazione dei rischi e redazione del Documento di Valutazione dei Rischi, Formazione per Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione e Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza,Formazione e aggiornamenti per addetti antincendio e primo soccorso come Consulenza per la sicurezza nei cantieri e nei luoghi di lavoro, occupandosi inoltre di Formazione Professionale erogando corsi di formazione e aggiornamento per imprenditori, artigiani e dipendenti, tra cui, Corsi obbligatori in materia di sicurezza sul lavoro, Corsi di specializzazione per diversi settori produttivi, Formazione finanziata tramite fondi interprofessionali Workshop e seminari su innovazione e sviluppo aziendale, è sempre piu’ interessata a concentrarsi su punti che portano ad individuare le sfide nell’ambito del lavoro e ne individua i punti più importanti come la digitalizzazione che continua a trasformare il mondo del lavoro attraverso l’intelligenza artificiale che gioca un rolo fondamentale per le aziende.

Per il Presidente della Co.N.A.P.I. Nazionale, Basilio Minichiello, l’AI può migliorare la sicurezza sul lavoro attraverso la previsione dei rischi e l’ottimizzazione dei vari percorsi formativi anche se ciò richiede una gestione attenta dei dati e della privacy dei lavoratori. Un altro punto fondamentale per un ambiente lavorativo sempre più all’avanguardia, riguarda l’attenzionare della salute di ciascun lavoratore in quanto negli ultimi tempi, si è andata sempre maggiormente attenzionando la salute mentale diventata nelle aziende e dunque per i datori di lavoro prioritaria in quanto fondamentale è diventata la gestione dei rischi psicosociali sul posto di lavoro. Le aziende, infatti dovrebbero adottare strategie per prevenire lo stress e promuovere il benessere dei dipendenti. Per Minichiello infatti, è un focus a cui la Confederazione Nazionale degli Artigiani e Piccole Imprese, tiene assolutamente conto, unitamente al cambiameno climatico che nel Focus sui punti riguardanti le nuove sfide per la sicurezza sul lavoro, come le condizioni metereologiche estreme e l’esposizione a sostanze chimiche, rappresenta un punto altrettanto indispensabile . “ Le aziende- afferma il Presidente- devono adottare pratiche sostenibili per proteggere sia i lavoratori che l’ambiente”. Negli anni e soprattutto dopo la Pandemia, si è avuto un’accelerazione di nuovi modelli di lavoro come ad esempio, la diffusione del lavoro remoto e dei contratti flessibili, questi nuovi modelli di lavoro, richiedono nuove misure di sicurezza e benessere per garantire che lavoratori ed aziende siano protetti , indipendentemente da dove lavorano e proprio su questi punti, che il Centro Studi e Ricerche della Co.N.A.P.I. Nazionale guidato dal dottor Antonio Zizza , sta orientando la propria attenzione per poter realizzare un lavoro rivolto alle aziende sottoforma di questionario.

Un altro punto fondamentale che riguarda le nuove sfide, riguardano le tecnologie emergenti nella prevenzione come l’Internet delle Coser (IoT) ed il monitoraggio in tempo reale che sta certamente rivoluzionando la gestione della sicurezza sul lavoro. Queste tecnologie consentono un monitoraggio continuo delle condizioni ambientali e delle esposizioni a rischi. Proprio per questa continua trasformazione “è essenziale- afferma il dottor Minichiello- una Formazione continua unitamente alla conformità normativa, ritenuti punti fondamentali per garantire che i lavoratori, siano sempre aggiornati sulle migliori pratiche di sicurezza”. Le aziende investono sempre più in programmi di Formazione per mantenere i propri dipendenti informati e preparati. In conclusione, l’adattamento ai cambiamenti e alle nuove normative richiede ecosistemi di lavoro flessibili e resilienti. Le aziende devono essere sempre più pronte a rispondere rapidamente alle sfide emergenti e ad implementare soluzioni innovative per migliorare la Sicurezza sul Lavoro, queste sfide analizzate richiedono un approccio integrato e collaborativo tra aziende, associazioni datoriali e tutte le parti interessate per creare un ambiente di lavoro sicuro e innovativo per il 2025 e oltre .

L’IMPORTANZA DI UN CENTRO STUDI PER UNA CONFEDERAZIONE DATORIALE: IL CASO DI Co.N.A.P.I. NAZIONALE


IL CENTRO STUDI DI Co.N.A.P.I. NAZIONALE SIMBOLEGGIA UN PASSO DECISIVO VERSO UN MODELLO DI RAPPRESENTANZA PROATTIVO, CAPACE DI OFFRIRE ALLE IMPRESE STRUMENTI CONCRETI PER AFFRONTARE LE SFIDE DEL MERCATO CON MAGGIORE COMPETITIVITÀ.

Nel panorama economico contemporaneo, caratterizzato da trasformazioni rapide e complesse, le confederazioni datoriali svolgono un ruolo cruciale nella tutela e nella rappresentanza degli interessi delle imprese. Co.N.A.P.I. Nazionale, confederazione datoriale che aggrega datori di lavoro per offrire loro supporto e rappresentanza, ha sempre puntato su qualità e professionalità come elementi distintivi della propria azione. Tra le tappe più significative della sua evoluzione, l’istituzione del Centro Studi rappresenta un punto di svolta essenziale, un vero e proprio strumento strategico per l’innovazione e la crescita delle imprese associate.

Il Centro Studi di Co.N.A.P.I. Nazionale non è un semplice organismo di ricerca, ma un laboratorio di analisi e sviluppo, capace di esplorare le dinamiche economiche più rilevanti per le imprese, con un approccio su misura rispetto alle esigenze del tessuto produttivo. La sua funzione può essere paragonata a quella di un binocolo orientabile, che permette di scrutare le sfide del mercato oltre il rumore della piazza, concentrandosi sulle aree più strategiche per gli associati.

In un contesto in cui le informazioni sono abbondanti ma spesso dispersive, il Centro Studi offre un’analisi mirata, capace di evidenziare le opportunità e i rischi nascosti nelle pieghe più imprevedibili dell’economia. Non si tratta solo di raccogliere dati, ma di interpretarli con una chiave di lettura funzionale alle esigenze della piccola e media impresa, fornendo strumenti utili per affrontare il mercato con maggiore consapevolezza e competitività.

L’istituzione del Centro Studi segna un momento di diversificazione importante per Co.N.A.P.I. Nazionale. Infatti, una confederazione datoriale non può limitarsi a svolgere un ruolo di rappresentanza passiva; deve essere un motore di crescita per le imprese, fornendo loro strumenti concreti per interpretare e affrontare il mercato.

I primi lavori del Centro Studi hanno già dimostrato la qualità e la profondità dell’analisi proposta, segnando una netta differenza rispetto alle informazioni standardizzate che spesso dominano il dibattito economico. Questa attenzione alla qualità non è casuale: è il risultato di un impegno costante nel voler offrire agli associati non solo tutela, ma anche un vantaggio competitivo basato sulla conoscenza e sulla formazione.

L’istituzione del Centro Studi è solo un tassello di un percorso più ampio che mira a consolidare un modello di rappresentanza orientato all’eccellenza. In un contesto economico in cui la piccola e media impresa è il cuore pulsante del sistema produttivo, una confederazione datoriale deve essere in grado di anticipare i cambiamenti, proporre soluzioni innovative e guidare i propri associati verso scelte strategiche consapevoli.

Conapi Nazionale dimostra così di voler andare oltre la mera difesa degli interessi imprenditoriali, puntando su un modello di rappresentanza proattivo e dinamico. Il Centro Studi è la chiave per questa evoluzione: un punto di riferimento per le imprese, una bussola per orientarsi nel mercato e un motore per l’innovazione.

Guardare avanti, esplorare nuove possibilità e offrire risposte concrete alle imprese: con il suo Centro Studi, Co.N.A.P.I. Nazionale si conferma come una confederazione datoriale capace di distinguersi per qualità e professionalità, sempre al servizio della crescita delle piccole e medie imprese.

ECONOMIA CAMPANIA : L’EXPORT VOLA, MA LE IMPRESE FATICANO A TROVARE PERSONALE QUALIFICATO CON IL RISCHIO DI FRENARE LO SVILUPPO NEL SETTORE AGROALIMENTARE


LA CARENZA DI COMPETENZE È UNA SFIDA CRESCENTE CHE MINACCIA DI FRENARE LA CRESCITA E LA TRADIZIONE DELLA REGIONE.

La Campania cresce, trainata da un export in continua espansione che nel 2024 ha registrato un forte incremento secondo il Centro Studi e Ricerche di Co.N.A.P.I. Nazionale. Tuttavia, dietro il successo internazionale delle eccellenze locali, le imprese campane devono affrontare un ostacolo sempre più insidioso: la difficoltà nel reperire personale qualificato. Un paradosso che rischia di frenare lo sviluppo economico di settori cruciali, come quello agroalimentare, che da sempre rappresenta un pilastro della Regione. Ad esempio, il salame Napoli e il salame Mugnano, come da tradizione, devono essere insaccati e legati a mano e per farlo, in quest’area campana, vengono utilizzati pulmini per trasportare donne specializzate da Mugnano del Cardinale nelle aziende dove si lavorano questi prodotti tipici, ma oggi queste figure professionali sono sempre più rare e anziane. È un mestiere in via di estinzione e questo sta creando enormi difficoltà nella produzione. Un sapere antico, dunque che rischia di scomparire, lasciando le aziende prive di una componente essenziale della loro identità e qualità artigianale.

Se da un lato il mercato richiede sempre più prodotti autentici e di eccellenza, dall’altro le aziende faticano a trovare manodopera adeguata per sostenere la domanda. Prima del Covid questa esigenza era molto più limitata, oggi, invece, i giovani sono meno predisposti al sacrificio. Quando sentono che devono lavorare nel weekend, spesso scappano via. Eppure la gastronomia non può fermarsi nei giorni festivi, anche perché per i titolari delle aziende agricole è assurdo pensarlo. Di fronte a tale problematica, le imprese sono costrette a formare il personale internamente per molte delle quali c’è un impatto significativo sui costi e sulla produttività. Il problema non riguarda solo il settore della ristorazione, ma si estende anche all’agricoltura e all’artigianato. Per Roberto Cavaliere, fondatore di Campania Tipica, una rete di circa 30 aziende operanti nei settori dell’agroalimentare, della ristorazione, dell’artigianato e del turismo, sottolinea la necessità di un intervento strutturale e dice testualmente, «Abbiamo bisogno di personale in ogni settore, ma ci troviamo costretti a formare direttamente i nuovi assunti.

Le scuole professionali e gli ITS non riescono a soddisfare le esigenze del mercato. Servirebbe un maggiore impegno per incentivare i giovani ad appassionarsi ai mestieri tradizionali». Campania Tipica aderisce al Progetto CompraSud, un’iniziativa volta a promuovere le eccellenze produttive del Sud Italia, incentivando l’acquisto di prodotti e servizi locali per sostenere l’economia del territorio. in conclusione, il quadro che emerge è quello di un sistema produttivo che, nonostante i successi economici, rischia di essere frenato da una carenza cronica di competenze. I dati parlano chiaro: la Campania è una delle regioni più dinamiche del Sud, con una crescita del PIL superiore alla media nazionale, ma senza un’adeguata risposta alle esigenze del mercato del lavoro, questa spinta rischia di esaurirsi. Gli imprenditori campani chiedono interventi concreti per colmare il divario tra domanda e offerta di lavoro. Tra le proposte avanzate, un maggiore raccordo tra scuole e imprese, incentivi alla formazione professionale e una semplificazione delle procedure di assunzione, in quanto c’è bisogno di un’azione coordinata per garantire il futuro delle imprese e delle tradizioni che rendono la Campania unica nel mondo. Il futuro del comparto agroalimentare campano è legato a un filo sottile, fatto di tradizione, qualità e capacità di innovarsi. Ma senza le giuste competenze, questo filo rischia di spezzarsi.

LE IMPRESE CHE RINNOVANO IL PARCO DELLE MACCHINE AGRICOLE POSSONO OTTENERE UN BONUS FINO A 130.000 EURO PER L´ACQUISTO DI UN TRATTORE.


INNOVAZIONE E TECNOLOGIA CON I CONTRIBUTI DEL PIANO DI TRANSIZIONE.

Per chi ha un’azienda agricola sono disponibili aiuti per la meccanizzazione e innovazione tecnologica con bonus agricoltura fino a 130.000 euro per l’acquisto di trattori e macchine agricole. Oltre ai contributi previsti dalla PAC 2023-2027 per le varie coltivazioni, arrivano aiuti anche per l’innovazione tecnologica. Ci sono diverse tipologie di aiuti a cui accedere per comprare un trattore o altri strumenti per la meccanizzazione dell’agricoltura e risparmiare.La prima tipologia di aiuto a cui è possibile accedere per l’acquisto di un trattore è il Fondo per l’innovazione in agricoltura erogato dall´Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare che mette a disposizione 100 milioni di euro nel solo 2024 destinati all’acquisto di trattori. Si tratta di un contributo a fondo perduto compreso tra il 40% e l’80% per l’acquisto di macchinari ed attrezzature. L’incentivo è finalizzato all’incremento della produttività nei settori dell’agricoltura, della pesca e dell’acquacoltura. Il contributo è rivolto alle PMI agricole che fanno innovazione, deve quindi trattarsi di macchinari e attrezzature di ultima generazione con soluzioni robotiche, sensoristiche in grado di migliorare la produttività, ad esempio con una corretta gestione dell’acqua e la riduzione dell’impiego di sostanze chimiche.

Per il 2024 sono ancora disponibili risorse del Piano di Transizione 4.0. A questo si affianca il nuovissimo Piano Transizione 5.0 che per il biennio 2024-2025 prevede un credito d’imposta fino al 45% per coloro che investono in macchine interconnesse e dall’impatto positivo sui consumi energetici aziendali. In questo caso si parla anche di bonus per l’efficientamento energetico. Importanti aiuti economici arrivano anche dal bando Isi Inail che mette a disposizione per il 2024 un fondo di 90 milioni di euro per l’acquisto di trattori e attrezzature. Le stesse devono però consentire maggiore sicurezza sul luogo di lavoro, tutela della salute e riduzione delle emissioni inquinanti. In questo caso per il singolo acquisto sono disponibili fino a 130.000 euro, su una spesa massima di 200.000 euro. Si tratta quindi di un aiuto notevole.Le somme riconosciute sono accreditate direttamente in conto corrente e non devono essere restituite. Le domande sono analizzate e i contributi concessi a esaurimento fondo in base all’ordine cronologico di presentazione della domanda. Pertanto, i veicoli agricoli e forestali, rimangono ammissibili al credito d’imposta del piano Transizione 5.0. L’acquisto di tali beni è consentito, però, solo se è funzionale al passaggio da un veicolo con motore Stage I o precedente ad uno con motore Stage V secondo i parametri definiti dai rispettivi regolamenti che non sono altro che delle prove delle prestazioni dei macchinari.

A precisarlo è il ministero delle imprese e del made in Italy . La circolare del 16 agosto 2024, in base al decreto Mimit “Transizione 5.0” del 24/7/2024 ,ricorda che non sono ammissibili al beneficio i progetti di innovazione con investimenti destinati ad attività direttamente connesse all’uso dei combustibili fossili, con alcune eccezioni: ⁠la prima riguardante attività e attivi per i quali l’uso a valle di combustibili fossili è temporaneo e tecnicamente inevitabile, per via della loro tempestiva transizione verso un funzionamento senza combustibili fossili , la seconda appunto riguarda i veicoli agricoli e forestali. In proposito, va ricordato che saranno agevolabili i progetti di innovazione avviati dal primo gennaio 2024 e completati entro il 31 dicembre 2025. Essi dovranno avere ad oggetto i beni materiali e immateriali nuovi strumentali all’esercizio d’impresa. I progetti di innovazione saranno ammissibili a condizione che dagli investimenti consegua complessivamente una riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva localizzata nel territorio nazionale, ovvero una riduzione dei consumi energetici del processo interessato dall’investimento non inferiore al 5%. Nella lista dei beni materiali sono inclusi i beni strumentali il cui funzionamento è controllato da sistemi computerizzati o gestito tramite opportuni sensori e azionamenti. Inoltre, sono inclusi i sistemi per l’assicurazione della qualità e della sostenibilità ed anche i dispositivi per l’interazione uomo macchina e per il miglioramento dell’ergonomia e della sicurezza del posto di lavoro in logica «4.0».

LE IMPRESE E L’OBBLIGO DI STIPULARE ASSICURAZIONI PER DANNI DERIVANTI DA CALAMITÀ NATURALI

L’obbligo per le aziende di stipulare un’assicurazione contro i danni da calamità naturali, come terremoti, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni, è stato prorogato al 31 marzo 2025. Le imprese devono prepararsi seguendo alcuni passi fondamentali per essere conformi alla normativa.
Innanzitutto, devono identificare i beni aziendali che rientrano nell’obbligo assicurativo. Si tratta di immobili, macchinari e attrezzature impiegati nell’attività imprenditoriale, come specificato dal codice civile. È necessario escludere quei beni che già beneficiano di una copertura assicurativa equivalente, anche se stipulata da soggetti terzi. Le aziende devono poi scegliere una polizza assicurativa che copra i rischi previsti dalla normativa, selezionando la soluzione più adatta alle loro necessità operative e patrimoniali. È utile valutare diverse offerte per garantire una copertura adeguata.

Prima di procedere, è importante verificare se l’azienda rientra tra le categorie escluse dall’obbligo. Le imprese agricole, ad esempio, seguono un regime separato basato sul Fondo mutualistico nazionale, mentre quelle con immobili irregolari dal punto di vista edilizio non possono stipulare tali polizze.
La scadenza del 31 marzo 2025 rappresenta il termine ultimo per adempiere a questo obbligo. Le imprese che non rispettano la normativa rischiano di perdere l’accesso a contributi, agevolazioni o sovvenzioni pubbliche, incluse quelle specifiche per la gestione di eventi catastrofici.
Infine, è essenziale conservare la documentazione relativa alla polizza stipulata, così da dimostrare la conformità alle autorità competenti. Questo processo non solo tutela il patrimonio aziendale dai rischi naturali, ma garantisce anche il mantenimento di opportunità di sostegno pubblico per il futuro.

CASSE EDILI SEMPRE PIÙ CENTRALI NEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI E DEL RISPETTO DEI DIRITTI CONTRATTUALI

Nel panorama del mondo del lavoro, le casse edili svolgono un ruolo centrale nel settore delle costruzioni, rappresentando uno strumento essenziale per garantire il rispetto dei diritti contrattuali e offrire prestazioni economiche e assistenziali ai lavoratori. Le loro funzioni includono la gestione degli accantonamenti per ferie e gratifica natalizia, l’erogazione dell’Anzianità Professionale Edile (APE) per incentivare la stabilità lavorativa, l’integrazione salariale in caso di malattia o infortunio, la fornitura di prestazioni assistenziali come borse di studio e contributi medici, e la certificazione della regolarità contributiva (DURC) per le imprese.

Tuttavia, in Italia il modello delle casse edili presenta una peculiarità unica e, per certi aspetti, anomala. La loro organizzazione su base provinciale comporta una frammentazione che incide sulla gestione e sulla distribuzione delle risorse, mentre gli oneri sostenuti dal settore edile per finanziare il sistema delle casse sono considerevoli, soprattutto in rapporto al welfare complessivo offerto. Questo squilibrio evidenzia la necessità di un ripensamento del ruolo e delle modalità operative delle casse edili, con l’obiettivo di rendere il sistema più uniforme, efficiente e sostenibile per le imprese e per i lavoratori. Una revisione di questa struttura potrebbe contribuire a migliorare la trasparenza e l’equità del sistema, oltre a rafforzare la competitività del settore edile nel suo complesso.

AGEVOLAZIONI A SOSTEGNO DELLE IMPRESE OPERANTI NEL SETTORE DELLA RISTORAZIONE, PASTICCERIA E GELATERIA. LA MISURA SERVE A RAFFORZARE LA COMPETITIVITA’ DEL “SISTEMA ITALIA”

È stato pubblicato sul sito del Masaf il terzo decreto di concessione delle agevolazioni alle imprese operanti nei settori della ristorazione, pasticceria e gelateria, che hanno presentato domanda a valere sul Fondo di parte capitale per il sostegno delle eccellenze della gastronomia e dell’agroalimentare italiano – Misura “Macchinari e beni strumentali” attraverso la piattaforma gestita da Invitalia. Le imprese beneficiarie incluse nel terzo decreto di concessione sono 313 per un contributo concesso pari a circa 7 milioni di euro a fronte di investimenti generati di oltre 10 milioni di euro. Nelle prossime settimane verranno pubblicati ulteriori decreti di ammissione alle agevolazioni a favore di ulteriori imprese beneficiarie fino all’esaurimento della dotazione finanziaria complessiva pari a circa 56 milioni di euro.

“Ad oggi sono state concesse agevolazioni ad un totale di 1.378 imprese per oltre 29 milioni di euro di contributi a fronte di investimenti generati di oltre 45 milioni di euro per l’acquisto di macchinari professionali e di altri beni strumentali durevoli. Attraverso questa misura rafforziamo la competitività del Sistema Italia e continuiamo a sostenere concretamente le imprese italiane che operano in questi settori simbolo del Made in Italy e che rappresentano una componente fondamentale del nostro tessuto produttivo e un’eccellenza riconosciuta a livello mondiale”. Lo dichiara il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida. In definitiva Sono beneficiari della misura ristoranti, pasticcerie e gelaterie. Saranno ammesse le imprese in possesso dei seguenti requisiti: se operanti nel settore identificato dal codice ATECO 56.10.11 (Ristorazione con somministrazione): essere regolarmente costituite ed iscritte come attive nel Registro delle imprese da almeno 10 anni oppure, in alternativa aver acquistato nei 12 mesi precedenti prodotti certificati DOP, IGP, SQNPI, SQNZ e prodotti biologici per almeno il 25% degli acquisti totali del periodo, se operanti nel settore identificato dal codice ATECO 56.10.30 (Gelaterie e pasticcerie), se operanti con codice ATECO 10.71.20 (Produzione di pasticceria fresca), essere iscritte nel Registro delle imprese da almeno 10 anni. Sono spese ammissibili quelle sostenute per macchinari professionali e beni strumentali all’attività d’impresa, nuovi di fabbrica, organici e funzionali e acquistati alle normali condizioni di mercato da terzi che non hanno relazioni con l’impresa.

I beni acquistati dovranno essere mantenuti nello Stato patrimoniale dell’impresa per almeno 3 anni dalla data di concessione del contributo. Per quel che riguarda i pagamenti, il decreto attuativo prevede l’obbligo di utilizzo di conti correnti dedicati intestati all’impresa. Dovrà essere garantita la piena tracciabilità. Restano fuori dalle spese agevolabili quelle sostenute prima della presentazione della domanda di contributo, così come quelle relative a componenti o ad esempio pezzi di ricambio, terreni e fabbricati, beni usati e utenze, come quelle di luce e gas. Non concorreranno al calcolo delle spese ammesse al bonus anche quelle sostenute da ristoranti, pasticcerie e gelaterie per imposte, tasse, contributi, buoni pasto o ad esempio spese per consulenze di qualsiasi genere.

OPPORTUNITÀ PER I DATORI DI LAVORO E DIPENDENTI ATTRAVERSO I FRINGE BENEFIT VALIDI FINO AL 31 DICEMBRE 2024

Nel 2024, i fringe benefit rappresentano un’opportunità per i datori di lavoro e i dipendenti grazie ai limiti elevati stabiliti per l’anno. Essi includono beni, servizi o somme di denaro concessi dal datore di lavoro ai dipendenti come integrazione della retribuzione e sono regolati dal TUIR, in particolare dall’articolo 51, comma 3, e dalle disposizioni della legge n. 213/2023, articolo 1, comma 16. Per l’anno 2024 i limiti di esenzione fiscale sono stati aumentati a 1.000 euro per tutti i dipendenti e a 2.000 euro per i lavoratori con figli fiscalmente a carico. Questi benefit includono somme per utenze domestiche, affitti, interessi sul mutuo per la prima casa, buoni acquisto o omaggi natalizi.

Possono beneficiarne tutti i datori di lavoro, pubblici e privati, inclusi enti non commerciali e professionisti. Tra i beneficiari rientrano i lavoratori dipendenti e i titolari di redditi assimilati, come i co.co.co. Per applicare il limite di 2.000 euro, i lavoratori devono dichiarare al datore di lavoro di avere figli fiscalmente a carico fornendo il codice fiscale. Il datore di lavoro è tenuto a conservare la documentazione che attesti il diritto ai fringe benefit per eventuali controlli. Se il valore complessivo dei fringe benefit supera i limiti di 1.000 o 2.000 euro, l’intero importo diventa tassabile secondo le aliquote IRPEF ordinarie. Per i datori di lavoro i fringe benefit sono integralmente deducibili dal reddito d’impresa ai sensi dell’articolo 95, comma 1, TUIR, senza essere soggetti ai limiti del 5 per mille previsti dall’articolo 100, comma 1, TUIR.

Nel caso di omaggi natalizi del valore di 700 euro per 10 dipendenti, se nessuno di loro ha già fruito di altri fringe benefit durante l’anno, l’importo non concorre alla formazione del reddito imponibile e risulta deducibile per il datore di lavoro. In un esempio in cui vengono concessi 400 euro di buoni acquisto e 700 euro di omaggi natalizi a 10 dipendenti, di cui 4 con figli a carico, il totale di 1.100 euro supera il limite di 1.000 euro per i lavoratori senza figli e diventa interamente tassabile, mentre per i lavoratori con figli a carico rientra nel limite di 2.000 euro e non è tassabile. Nel 2024 l’aumento dei limiti temporanei per i fringe benefit offre un’opportunità sia per incentivare i dipendenti senza aggravio fiscale, sia per beneficiare di deduzioni integrali da parte dei datori di lavoro.

PROROGA DEL SECONDO ACCONTO IRPEF E MODIFICHE AL CONCORDATO PREVENTIVO. LE NOVITÀ FISCALI

Il 27 novembre 2024, la Commissione Bilancio del Senato ha approvato una serie di emendamenti al decreto fiscale (D.L. n. 155/2024), con importanti novità fiscali per imprese e lavoratori. Sebbene gli interventi previsti possano alleggerire la pressione fiscale a breve termine, alcune delle modifiche potrebbero sollevare perplessità tra i contribuenti e gli operatori economici. Ecco un’analisi delle principali disposizioni introdotte e delle criticità associate.
Proroga al 16 Gennaio 2025 del Secondo Acconto IRPEF
Una delle novità più rilevanti riguarda la proroga al 16 gennaio 2025 per il versamento del secondo acconto IRPEF 2024, che inizialmente doveva essere effettuato entro il 2 dicembre 2024. La misura riguarda le persone fisiche titolari di partita IVA con ricavi o compensi non superiori a 170.000 euro, estendendo così il termine di circa un mese. La possibilità di pagare in unica soluzione o in cinque rate mensili da gennaio a maggio 2025 offre una certa flessibilità, consentendo ai contribuenti di gestire meglio la liquidità in un periodo che, per molti, coincide con la fine dell’anno fiscale.
Tuttavia, una criticità importante riguarda l’esclusione di alcuni soggetti dalla proroga: i lavoratori autonomi con ricavi superiori a 170.000 euro, i non titolari di partita IVA e le persone giuridiche non ne beneficeranno. Ciò potrebbe generare disparità di trattamento tra contribuenti, penalizzando, ad esempio, le piccole imprese e i professionisti che, pur trovandosi in difficoltà economiche simili, non rientrano nei criteri fissati dalla norma. Inoltre, i contributi previdenziali e assistenziali rimangono con la scadenza invariata del 2 dicembre 2024, creando un ulteriore scoglio burocratico per chi deve pagare separatamente le imposte e i contributi. La mancanza di una simile proroga per i contributi potrebbe aggravare la situazione per quei soggetti che, pur beneficiando della dilazione per l’IRPEF, non sono in grado di rispettare il termine fissato per i versamenti previdenziali.

Riapertura dei Termini per il Concordato Preventivo Biennale
Un altro provvedimento significativo riguarda il concordato preventivo biennale. È stata riaperta la possibilità di aderire al concordato fino al 12 dicembre 2024. Questo strumento, che consente alle imprese in difficoltà di ristrutturare il proprio debito e ottenere una riduzione degli oneri fiscali, è stato rivisitato con l’introduzione di un “ravvedimento speciale” per i soggetti che, a causa della pandemia, avevano dichiarato cause di esclusione dagli Indici Sintetici di Affidabilità Fiscale (ISA).
La misura, che mira a dare un’opportunità di recupero a chi ha dichiarato difficoltà legate al Covid-19, potrebbe però sollevare dubbie interpretazioni sul piano della sua effettiva applicabilità. La sua estensione ai soggetti che dichiarano più attività imprenditoriali non sempre coerenti con l’ISA potrebbe portare a difficoltà applicative, con rischi di interpretazioni fiscali discordanti tra i contribuenti e l’Agenzia delle Entrate.
Inoltre, sebbene la riapertura dei termini per il concordato preventivo possa sembrare una misura di aiuto per le imprese in difficoltà, la scadenza del 12 dicembre 2024 potrebbe risultare troppo ravvicinata per molte aziende, che potrebbero non riuscire a preparare la documentazione necessaria in tempo, soprattutto in un contesto già complesso per la gestione delle crisi aziendali.

Bonus Natale e Modifiche ai Benefici per i Lavoratori Dipendenti
Un emendamento che ha suscitato grande interesse riguarda il bonus Natale di 100 euro, che quest’anno sarà esteso a un numero maggiore di lavoratori. La principale novità è l’eliminazione del requisito del coniuge a carico, rendendo sufficiente avere almeno un figlio a carico per beneficiare dell’indennità una tantum. Tuttavia, questa misura potrebbe non essere sufficientemente mirata. In particolare, l’assenza di un sistema di verifica accurato sui redditi familiari potrebbe favorire l’erogazione del bonus a chi non ne ha realmente bisogno, generando inefficienze nella distribuzione delle risorse.
Obbligo di Assicurazione Anticatastrofi e Criticità per le Imprese
Un altro emendamento di rilievo riguarda l’obbligo di assicurazione per le imprese contro eventi catastrofali, che dovrà essere rispettato entro il 31 dicembre 2024. Sebbene la protezione contro calamità naturali rappresenti una misura di tutela per le aziende, la sua applicazione potrebbe risultare onerosa per le piccole e medie imprese, che potrebbero trovarsi a dover fronteggiare costi aggiuntivi per le polizze assicurative, senza contare che alcune aziende potrebbero avere già una copertura privata per i beni interessati. L’eccezione per le polizze esistenti non sempre è chiara, e potrebbero esserci difficoltà nella distinzione tra coperture già sufficienti e quelle necessarie.
Le modifiche fiscali introdotte dal decreto fiscale rappresentano un tentativo di alleggerire la pressione su lavoratori e imprese in un periodo economico difficile, ma presentano alcune criticità che potrebbero limitare l’efficacia di queste misure. Mentre la proroga del secondo acconto IRPEF è una misura apprezzata da molti, la disparità di trattamento tra i contribuenti e le tempistiche strette per alcune modifiche rendono il quadro complesso. Le misure sul concordato preventivo e l’assicurazione contro eventi catastrofali, pur essendo utili, potrebbero comportare difficoltà pratiche, specialmente per le piccole imprese. Inoltre, l’espansione del bonus Natale potrebbe non essere completamente equa e rischia di diluire l’efficacia di tale intervento. Le imprese e i professionisti dovranno, dunque, affrontare non solo i benefici ma anche le sfide derivanti da queste nuove disposizioni fiscali.