ECONOMIA CAMPANIA : L’EXPORT VOLA, MA LE IMPRESE FATICANO A TROVARE PERSONALE QUALIFICATO CON IL RISCHIO DI FRENARE LO SVILUPPO NEL SETTORE AGROALIMENTARE


LA CARENZA DI COMPETENZE È UNA SFIDA CRESCENTE CHE MINACCIA DI FRENARE LA CRESCITA E LA TRADIZIONE DELLA REGIONE.

La Campania cresce, trainata da un export in continua espansione che nel 2024 ha registrato un forte incremento secondo il Centro Studi e Ricerche di Co.N.A.P.I. Nazionale. Tuttavia, dietro il successo internazionale delle eccellenze locali, le imprese campane devono affrontare un ostacolo sempre più insidioso: la difficoltà nel reperire personale qualificato. Un paradosso che rischia di frenare lo sviluppo economico di settori cruciali, come quello agroalimentare, che da sempre rappresenta un pilastro della Regione. Ad esempio, il salame Napoli e il salame Mugnano, come da tradizione, devono essere insaccati e legati a mano e per farlo, in quest’area campana, vengono utilizzati pulmini per trasportare donne specializzate da Mugnano del Cardinale nelle aziende dove si lavorano questi prodotti tipici, ma oggi queste figure professionali sono sempre più rare e anziane. È un mestiere in via di estinzione e questo sta creando enormi difficoltà nella produzione. Un sapere antico, dunque che rischia di scomparire, lasciando le aziende prive di una componente essenziale della loro identità e qualità artigianale.

Se da un lato il mercato richiede sempre più prodotti autentici e di eccellenza, dall’altro le aziende faticano a trovare manodopera adeguata per sostenere la domanda. Prima del Covid questa esigenza era molto più limitata, oggi, invece, i giovani sono meno predisposti al sacrificio. Quando sentono che devono lavorare nel weekend, spesso scappano via. Eppure la gastronomia non può fermarsi nei giorni festivi, anche perché per i titolari delle aziende agricole è assurdo pensarlo. Di fronte a tale problematica, le imprese sono costrette a formare il personale internamente per molte delle quali c’è un impatto significativo sui costi e sulla produttività. Il problema non riguarda solo il settore della ristorazione, ma si estende anche all’agricoltura e all’artigianato. Per Roberto Cavaliere, fondatore di Campania Tipica, una rete di circa 30 aziende operanti nei settori dell’agroalimentare, della ristorazione, dell’artigianato e del turismo, sottolinea la necessità di un intervento strutturale e dice testualmente, «Abbiamo bisogno di personale in ogni settore, ma ci troviamo costretti a formare direttamente i nuovi assunti.

Le scuole professionali e gli ITS non riescono a soddisfare le esigenze del mercato. Servirebbe un maggiore impegno per incentivare i giovani ad appassionarsi ai mestieri tradizionali». Campania Tipica aderisce al Progetto CompraSud, un’iniziativa volta a promuovere le eccellenze produttive del Sud Italia, incentivando l’acquisto di prodotti e servizi locali per sostenere l’economia del territorio. in conclusione, il quadro che emerge è quello di un sistema produttivo che, nonostante i successi economici, rischia di essere frenato da una carenza cronica di competenze. I dati parlano chiaro: la Campania è una delle regioni più dinamiche del Sud, con una crescita del PIL superiore alla media nazionale, ma senza un’adeguata risposta alle esigenze del mercato del lavoro, questa spinta rischia di esaurirsi. Gli imprenditori campani chiedono interventi concreti per colmare il divario tra domanda e offerta di lavoro. Tra le proposte avanzate, un maggiore raccordo tra scuole e imprese, incentivi alla formazione professionale e una semplificazione delle procedure di assunzione, in quanto c’è bisogno di un’azione coordinata per garantire il futuro delle imprese e delle tradizioni che rendono la Campania unica nel mondo. Il futuro del comparto agroalimentare campano è legato a un filo sottile, fatto di tradizione, qualità e capacità di innovarsi. Ma senza le giuste competenze, questo filo rischia di spezzarsi.